un pensierino per il "signor" Capello....
Dal sito de "la Stampa":
L’EX TECNICO BIANCONERO, CHE NON HA MAI LEGATO MOLTO CON LA TIFOSERIA, STAMANE VOLA A MADRID DOVE LO ASPETTA UNA NUOVA AVVENTURA
Capello, a mai più
Un breve colloquio in mattinata con il presidente Cobolli Gigli e poi le dimissioni che faranno risparmiare alla società 3,5 milioni
5/7/2006
di Massimiliano Nerozzi
TORINO.
«Ci vediamo il 15 luglio», disse Fabio Capello la mattina del 18 maggio scorso, all’ultimo allenamento con quel che restava della Juventus scudettata, già prosciugata dalle chiamate per il Mondiale. Venne da ridere a molti, con la tempesta delle intercettazioni all’orizzonte, invece è stato di parola: anzi è tornato pure prima: ieri, con 11 giorni di anticipo. Per fare le valige, però. È atterrato a Torino in tarda mattinata, arrivando in corso Galileo Ferraris, casa Juventus, alle 13,25, sui sedili posteriori di una Lancia «Phedra» con i vetri oscurati. Nemmeno un’immagine ravvicinata da lasciare negli archivi dei fotografi, figurarsi una parola. Il giorno dell’Addio deve rimanere così: un vetro fumè. È andata, insomma, come già illustrava il depliant di una carriera vincente, ma che sta spargendo dietro troppe brutte cartoline per chi l’aveva applaudito. Puoi riempire le bacheche, non sempre i cuori.
Per l’ultima visita sono bastati poco meno di 50 minuti: il colloquio con il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli e, soprattutto, la firma delle dimissioni, per stracciare l’anno di contratto che rimaneva. Un risparmio, per la società, di 3,5 milioni di euro (netti). Per Capello, no problem: a Madrid, dove volerà stamattina, ne sono pronti quasi il doppio. E ciò che, nelle stesse ore, avveniva 700 chilometri più a sud, davanti alla Caf, non ha aiutato a rendere più romantico il saluto: la barca rischia di affondare in C e il comandante sale sull’aereo. Altra cartolina per i posteri. I ricordi mica si forgiano solo con le vittorie. Il club si è imposto la disciplina del silenzio, ma gli umori che filtrano sono di profonda delusione per il comportamento «dell’uomo». Avesse riportato in alto la Juve, sarebbe diventato un’icona del pallone: così pare l’ennesimo cacciatore di ingaggi. Almeno dirlo chiaro, da subito: «Ragazzi, sono troppo bravo per allenare in B o in C». Macché. Neppure quando, a Pantelleria, senza vetri fumè, la macchina fotografica stampò l’allegro brindisi fra Capello, Baldini e Mijatovic, già emissari delle merengue: «Non c’è stato alcun accordo», fu la spiegazione. Come no. È bastato aspettare la vittoria di Ramon Calderon nelle elezioni presidenziale del Real. E via.
Prima di lasciare Torino, nel tardo pomeriggio il tecnico è andato a salutare Gianluca Pessotto: «L' ho visto sveglio. Sono emozionatissimo», ha detto uscendo dall’ospedale «Molinette», accompagnato dal medico juventino Riccardo Agricola.
Capello si è trattenuto circa mezz'ora, parlando con la moglie del team manager, Reana, e con i medici. A loro ha chiesto informazioni dettagliate sulle condizioni del suo ex giocatore.
L’addio, comunque, non ha creato scene di panico, a partire da Marco Tardelli, neo consigliere di amministrazione della Juve: «Evidentemente - ha detto - non se l'è sentita di affrontare questa avventura e non aveva l'entusiasmo necessario per farlo. In questi casi si parla sempre di scelta di vita. Mi rendo conto che il Real Madrid è una realtà davvero allettante». Anche se c’è pure un altro particolare: «Il tecnico era molto legato alla vecchia dirigenza». Arriverà un altro allenatore: «La Juventus va avanti lo stesso», ha continuato Tardelli. Sul successore manca ancora la parola definitiva anche se la lista di attesa vede sempre Deschamps, Donadoni e Zaccheroni. Tardelli non si è sbilanciato: «Stiamo ancora valutando, ma alcune caratteristiche sono state già delineate: sarà giovane e in grado di gestire questa nuova fase, una persona in grado di far giocare bene la squadra, vincente e capace di riportare simpatia attorno alla Juventus». Quanto a riportare simpatia non pare una missione impossibile.
Capello torna a Madrid dieci anni dopo: nella stagione 96/97, da mezzo sfavorito, vinse la Liga dopo che l’anno prima il Real era arrivato sesto. E, quindi, fuori dalle Coppe. Comprensibile sia stato subito amato, salvo poi tornarsene subito indietro. Dopo il ritorno al Milan (fallimentare), arrivò l’avventura a Roma: con scudetto e fuga notturna. Pure qui, afferrato il trofeo, sciupati i cuori. L’abbraccio con la Juve fu annunciato un mese più tardi, proprio in un albergo di Madrid: ma anche lì arrivò un manipolo di tifosi giallorossi, con striscione. Non di auguri.
Ieri, alla notizia delle dimissioni, in Spagna è scoppiato l’entusiasmo: «Via libre para Capello». E la prima pagina del quotidiano sportivo «Marca»: «Senor, sì, senor. Capello viene con el latigo». Un duro, viene con la frusta. Già, ma bisognerà avvertirli, se le cose andassero male. Potrebbe dire una parolina: adios.
P.S.: credo che ci sia poco o nulla da commentare riguardo la "signorilità" di questo qui....
[Modificato da pabbamo 05/07/2006 13.39]