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BOLOGNA

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2021 10:32
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02/04/2005 10:59
 
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maestro tranviere
Incursione al Museo dei Trasporti di Bologna
Lo scorso 18 marzo, data (storica, ormai!) della fondazione dell'AIAT, sono partito da Napoli in treno alla volta di Bologna dove mi attendeva Roberto assieme al quale, in macchina, ci saremmo poi recati a Torrebelvicino.

Qui, nel salone delle feste dell'Hotel Antica Torre, come narrato in altra sezione di Mondotram è stato vergato l'atto costitutivo dell'Associazione Italiana Amici della Tranvia. Ma non è di questo che voglio parlare.


I QUATTRO MOSCHETTIERI


Prima di lasciare Bologna, Roberto mi ha proposto di dare un'occhiata, sia pure - purtroppo - solo dal cancello, al Museo dei Trasporti, ubicato non lontano dalla stazione centrale. Da circa un anno, infatti, il museo è chiuso ai visitatori in quanto, a causa di un dissesto statico dovuto con tutta probabilità ai vicini lavori per l'Alta Velocità, ha perso l'agibilità.

Arrivati al cancello abbiamo notato che esso era accostato a metà e allora, quatti quatti, ci siamo infilati ...

"Siamo dell'AIAT, siamo venuti apposta, non tocchiamo niente ..." insomma, impietosendo in qualche maniera la sorveglianza, siamo riusciti a sbirciare qualcosa ...



Questa è la 218 a carrelli, in vista fronte-retro, che in realtà non è autentica al 100%. Si tratta di una delle vetture venduta a suo tempo alla Stefer di Roma e da questa trasformata in unidirezionale e equipaggiata con pantografo al posto del trolley originale. Ritornata a Bologna a scopo museale, è stata riverniciata nello storico bi-verde e fornita di un trolley un po' taroccato (pare che l'asta appartenesse ad un filobus), con una simulazione incompleta dell'originaria composizione bidirezionale.



Quest'altra vettura (la 210), invece, è stata lasciata nella livrea bianco-blu della Stefer.



La prima vettura della fila, il cui muso si intravede a sinistra, è invece una due assi, simile, ma non identica (non ho capito se è più lunga o più corta) di quella guidata da Aldo Fabrizi in Hanno Rubato Un Tram. Il carrello non è originale, però, e pare che provenga da un tram di Milano.



Questo è l'interno, con le sue belle panche longitudinali di legno ...



... e questa è una visone d'insieme, con un tram a vapore in primo piano.



All'esterno c'è un'altra vettura, ricuperata non so da dove, in attesa di un più accurato restauro. Credo sia la 228 (rivedendo un vecchio messaggio di Roberto, immagino che si tratti della vettura, sempre di provenienza Stefer, che fino a qualche tempo fa faceva bella mostra di sé nel piazzale di un ristorante vicino a S.Lazzaro, non lontano da quel capolinea extraurbano che aveva servito per tanti anni). Il verde scuro della livrea è abbastanza più chiaro di come dovrebbe essere ...



... , ma non possiamo fare troppo i pignoli, anche alla luce del futuro abbastanza incerto che la struttura museale si trova a fronteggiare. Al di là dei problemi di statica, ai quali finora non si è comunque messa mano, sembrerebbero inoltre esserci contrasti anche con la società proprietaria del manufatto dove è ospitato il museo che, si dice, sarebbe interessata a riprendere possesso della struttura.



E qui vediamo Roberto che, sorpreso ad armeggiare in maniera sospetta con il tram a carrelli ...



... si riprende prontamente e, facendo finta di niente, sfodera il sorriso delle migliori occasioni mentre, vanesio, si mette in posa [SM=x346236]



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