A Bologna esiste un archivio assai curioso: l'Archivio Nazionale del film di famiglia.
Innanzitutto si trova in pieno centro, in via S.Isaia, presso l'istituto Parri dove c'è il Museo della Resistenza. All'interno dell'Istituto si trova appunto la sezione Homemovies dove sono conservati migliaia di filmati amatoriali, tutti privati, dagli anni 30 ad oggi. Chiunque può portare i propri filmini, in qualunque formato siano stati girati, e ricevere in cambio gli stessi propri filmini trasferiti in DvD: questa cosa è assai apprezzata dato che in tanti si ritrovano vecchi film girati in Super8 dal babbo senza però possedere ancora le attrezzature per rivederli.
Siamo stati nelle fredde stanze refrigerate dove tutto questo enorme patrimonio è custodito e debbo dire che mi hanno colpito molto i titoli apposti sulle bobine dagli stessi registi casalinghi: vacanze in Italia e all'estero negli anni '50... gite scolastiche degli anni '60... feste goliardiche all'Università, matrimoni, battesimi, cresime, compleanni di 40 anni fa... e così via.
Ovviamente non poteva mancare l'impegno sociale di alcune persone più sensibili a certi temi e che coglievano l'occasione di essere tra i pochi a possedere una cinepresa per documentare i cambiamenti della società.
Sono stato due giornate all'Istituto e ho visto cose davvero clamorose, fra l'altro sono tantissime le scene tramviarie, quindi del tutto inedite e persino a colori, fra cui varie interpretazioni personali dell'ultima corsa dell'ultimo tram nel 1963.
Nell'occasione ci siamo riuniti dopo tanti anni io, Bondi e Cacozza ossia i tre redattori del libro " Quando a Bologna c'erano i tram " che alcuni di voi possiedono ( non faccio pubblicità perchè il libro è andato da tempo esaurito pure nella seconda edizione ).
Ci hanno fatto vedere diversi spezzoni sulla Bologna degli anni '50 e '60 e noi ne abbiamo catalogato, descritto e datato minuziosamente le varie scene e frequenze. Di alcuni film erano presenti i figli di chi li aveva girati e che rimanevano forse un po' perplessi nell'udire nomi assolutamente sconosciuti: quella è una Sibona, questa è una pedana, qui i binari erano interallacciati, questo è un Lancia 3RO, questa è la banchina di via Venezian, quello è un filobus Fiat 2401, qui i binari erano contromano, questi erano i delineatori luminosi di sagoma, ecco un Esatau, qui siamo alla Zucca e così via fino a giungere a misteriose conoscenze sui lampioni, i tipi di linee aeree, date di uscite delle targhe sui veicoli in transito. Ci avranno presi per matti però ci hanno chiesto di tornare...
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Un fotogramma di un filmino in cui si vede una Comune uscire da via Montegrappa sulla linea 9 Lame.
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Io tra gli amici Cacozza e Bondi