Sul bel volume di Bruno Gambarotta "Torino è la mia città" (ed. Il Punto), l'autore pubblica una lettera ricevuta da certo Emilio Petrino che ricorda i tram torinesi degli anni 20 e 30.
Alcuni ricordi: i tram più vecchi non avevano il freno pneumatico, il manovratore frenava col "mulinello" (il volantino) ruotandolo furiosamente; se, dopo la sosta, dava un avviamento troppo rapido, scattava l'interruttore elettromagnetico di sicurezza, con un rumore che se non era un colpo di pistola poco ci mancava. Per azionare gli scambi il manovratore scendeva e usava la paletta appesa sul davanti della vettura. Solo più tardi fu introdotto il comando elettromeccanico,con un motore posto tra le rotaie che non uno scatto rumoroso azionava lo scambio. Molti utenti erano veri "intenditori", molto critici nei confronti del guidatore.
La richiesta di fermata, sulle vetture più vecchie, avveniva tirando una cinghia che azionava un campanello vicino al guidatore (metodo che ho ancora visto e sperimentato sugli autobus di Malta).
Lo scrivente ricorda ancora di essere salito in tram a luglio, all'età di 10 anni, con la giacchetta sotto braccio, venendo redarguito dal bigliettaio perchè era obbligatorio indossare la giacca!
Molti altri sono ancora i ricordi e le osservazione di questo anziano viaggiatore in tram.