Ancora sull'ex anello tranviario dell'Ospedale Martini
Desidero tornare sull'argomento dell'ex anello tranviario dell'Ospedale Martini, probabilmente l'impianto tranviario torinese con minor durata utile: otto anni scarsi di "servizio"! Prendendo però il discorso alla lontana, passando dall'argomento tranviario a quello ospedaliero.
L'originario Ospedale Martini (fondato nel 1911 dal medico e filantropo cui ha legato il nome), assai più piccolo dell'attuale, sorgeva in una zona molto più centrale, l'isolato tra corso Ferrucci e le vie Vinadio, Polonghera e Moretta. Nel 1942, un bombardamento aereo lo ridusse ad un irrecuperabile cumulo di macerie.
Terminato il conflitto, si pensò ad una sua ricostruzione; ma ne nacquero ben trent'anni di dibattiti e discussioni accese, tra coloro, politici e opinione pubblica, che volevano una ricostruzione nello stesso sito, e chi invece, visto l'enorme ingrandimento della città e lo straordinario incremento della popolazione (erano gli anni della grande ondata migratoria, dal Sud e non solo), propendeva per uno spostamento ad Ovest verso la periferia, con un ingrandimento. Infine, nel 1970, prevalse quest'ultimo partito: venne deliberata la ricostruzione nell'attuale sito di via Tofane, nel quartiere di Pozzo Strada. La costruzione iniziò l'anno successivo, e l'ospedale entrò in funzione all'inizio del 1974.
Una volta entrato in attività, ci si accorse che l'ospedale si trovava lontano e scomodo a tutte le linee di trasporto pubblico esistenti. Volendo rimediare, si realizzò l'anello tranviario che, partendo da via Monginevro all'altezza del deposito San Paolo, imboccava via Stelvio, voltava in via Sagra San Michele, che percorreva sino a via Fattori su cui voltava, poi altra svolta in via Marsigli, chiudendo così l'anello col ritorno in via Monginevro. L'idea iniziale sembra fosse quella di istituire uno "sbarrato" della linea 3 (barriera di Milano - borgata Lesna); poi però, per meglio servire il centro cittadino, si "dirottò" la linea 5, proveniente da Sassi, dal precedente capolinea di piazza Robilant a tale anello, stabilendo il capolinea in via Fattori, poco oltre l'ospedale che così fiancheggiava sia all'andata che al ritorno. La variazione iniziò a far data dal 29/9/1974.
Colla "rivoluzione" dei trasporti cittadini del 2/5/1982, la linea 5 venne sostituita dalla 15, sull'antico percorso (era durato sino al 1966) da borgata Lesna a Sassi, senza più servire l'ospedale; la linea 3 venne soppressa senza essere sostituita da altre linee di tram o bus.
A servizio dell'ospedale, venne istituita la linea di autobus 42, inizialmente dall'ospedale Martini al Ponte Isabella (il prolungamento fino al C.T.O. risale a fine anni 90), con percorso quasi rettilineo, giusto lo schema di impostazione "a griglia" della nuova rete dei trasporti urbani. L'anello di binari tranviari restò così inutilizzato.
La trasformazione della linea aerea, a inizio anni 90, per adattarla al pantografo, potrebbe essere spiegata con l'intenzione di far tornare il tram all'ospedale forse con uno "sbarrato" del 15, poichè erano forti le lamentele di chi lamentava la mancanza di un collegamento diretto dell'ospedale col centro, visto il percorso interamente semiperiferico del 42 che rendeva necessari trasbordi per raggiungere il centro. L'ormai decisa costruzione della metropolitana ha fatto desistere dall'idea: infatti, colla sua entrata in funzione, è stato istituito il bus navetta 28, che collega l'ospedale e altri luoghi della zona colla stazione "Massaua", realizzando così il collegamento rapido col centro cittadino. L'anello tranviario, divenuto del tutto inservibile, è quindi in via di progressivo smantellamento.