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I VECCHI TRAM DI TORINO - Binari e Ricordi

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2022 16:26
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21/07/2011 20:39
 
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Nelle due foto sopra, risalenti agli anni d'oro del Lingotto (1925 - 1939) vediamo l'entrata/uscita delle maestranze, con le lunghe file di tram accodati per il loro trasporto (benchè, come già detto e come si vede, in molti, per motivi economici, preferissero la bicicletta)
21/07/2011 20:59
 
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Il caos dei binari tranviari ante 1923


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La foto sopra, scattata nel 1913 all'incrocio tra corso Vittorio e via Saluzzo, testimonia eloquentemente il caos esistente con le due reti tranviarie sovrapposte (quella SBT- STT e quella ATM).
Al centro del corso, vediamo, sui binari SBT-STT, una vettura della linea dei Viali; a destra, sul controviale, sui binari ATM, una vettura della linea 5.
A complicare le cose, in direzione Porta Nuova, la coppia di binari ATM dal controviale Sud si portava sull'opposto a Nord, attraversando diagonalmente il corso.
Solo lo scarso traffico automobilistico dell'epoca poteva permettere un simile stato di cose; ma, come testimoniavano mio padre e un mio zio, i disagi a pedoni e ciclisti per tutti quei binari in ogni senso erano notevoli!
Chissà perchè non si pensò di fare come ora si fa in campo ferroviario: separare la gestione degli impianti fissi (binari e linea aerea) da quella dei veicoli, permettendo così a vetture di società differenti di percorrere gli stessi binari?
[Modificato da Censin49 23/07/2011 20:41]
22/07/2011 20:36
 
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Ad Amsterdam sembra sia così
L'idea esposta sopra non mi sembra sia tanto peregrina, anzi in altri paesi e città deve essere già applicata. Quando andai in gita ad Amsterdam nel 1992, un componente della comitiva chiese all'accompagnatrice come mai si vedevano circolare sui binari tram di livree e indicazioni linee completamente diversi tra loro; l'accompagnatrice spiegò che esistevano due compagnie tranviarie che gestivano il servizio, utilizzando gli stessi binari. Qualcuno che conosce bene la città olandese sa dare maggiori ragguagli?
29/07/2011 21:03
 
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Convogli tranviari e "salvagente"

Un ricordo personale del sottoscritto, di quando era bambino, e ancora in Torino circolavano i convogli tranviari di motrice e rimorchio, entrambi a due assi; per evitare che tra le due vetture accoppiate potessero introdursi persone (bambini, ecc.) e per riparare gli organi di accoppiamento (la barra e la condotta flessibile dei freni), tra le stesse venivano interposti, dai due lati del convoglio, due "salvagente": grembiali metallici agganciati ai due elementi del convoglio. Nel disegno seguente, tratto dalla copertina di "volevo tanto fare il tramviere" di Gino Moretti, lo vediamo in basso a destra, con la scritta di divieto di introdursi tra i due elementi del convoglio.




e in questa foto, sempre in basso a destra



Sistemi simili di protezione sono usati dove, all'estero (in Italia, ricordiamolo, sono banditi sin dal 1959), ancora circolano convogli tranviari del genere; in questo video, girato in Polonia a Cracovia, guardando attentamente si vede, tra i due elementi, una sorta di "soffietto" con funzioni analoghi al nostro grembiale

[Modificato da XJ6 31/07/2011 22:43]
29/07/2011 23:11
 
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Per Censin
Quei sistemi protettivi di cui parli (realizzati in materiale non metallico) sono adottati sulla metro "B" di Roma, da circa due o tre anni, dopo che un cieco si insinuò tra due vagoni, con la conseguenza di rimanere dilaniato alla ripartenza del convoglio.
[Modificato da evviva il tram 29/07/2011 23:14]
30/07/2011 19:59
 
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Una cosa che sulla metropolitana torinese non potrebbe mai succedere, colle porte di banchina! Cosa si aspetta ad adottarle su larga scala in tutte le metropolitane?
30/07/2011 22:59
 
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Il sistema delle porte di banchina dovrebbe essere adottato sulla futura linea "c" della metro di Roma. Per le altre due linee (esistenti) non se ne fa minimamente menzione.
[Modificato da evviva il tram 31/07/2011 13:26]
31/07/2011 20:55
 
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Ricordi (sbiaditi) di un deragliamento
Ancora un ricordo degli "anni verdi".
Anno 1955 o 1956: un tram della linea 15 (Ponte Isabella - Barriera di Milano), una 3000 nuova fiammante, nello svoltare da via Madama Cristina in corso Vittorio, causa probabilmente il malfunzionamento dello scambio (l'ago si era spostato dopo che il carrello anteriore aveva imboccato la curva, prima che passasse quello posteriore), aveva subito il deragliamento del carrello posteriore; fortunatamente, tutti gli occupanti erano rimasti illesi, data la bassa velocità. Ricordo ancora il capannello di curiosi e sfaccendati che assisteva alle operazioni del personale di soccorso dell'ATM, che, passata una fune attorno al carrello deragliato, cercava di riportarlo sulla "retta via". Operazione che andava per le lunghe, tanto che ci allontanammo prima che l'operazione avesse termine.
31/07/2011 23:35
 
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Per Censin
Perché li chiami ricordi sbiaditi? Al contrario mi sembrano abbastanza nitidi, dato che riesci a rammentare diversi particolari.
02/08/2011 20:07
 
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Passeggeri davvero sfortunati!
Dalla cronaca cittadina di "La Stampa" e "Gazzetta del Popolo" del 1957:
"Ieri mattina, un tram della linea 15 diretto al capolinea di via Desana, attraversando piazza Crispi all'altezza del mercato, urtava violentemente un furgoncino che gli si era parato improvvisamente davanti, tagliandogli la strada. Un'ambulanza, prontamente accorsa, provvedeva al soccorso e alla medicazione degli occupanti della vettura, lievemente contusi.
Per tre passeggeri, che nell'urto erano caduti rovinosamente, veniva disposto l'avvio precauzionale alla vicina Astanteria Martini, per controlli e accertamenti; salivano quindi a bordo dell'ambulanza. Per colmo di sfortuna, svoltando da corso Vigevano in via Cigna, l'ambulanza si scontrava frontalmente con un'auto procedente in senso contrario. Le conseguenze per i tre sfortunati passeggeri sono state stavolta piuttosto serie: fratture e lesioni multiple, con ricovero immediato e, in un caso, prognosi riservata."
[Modificato da Censin49 02/08/2011 20:09]
04/08/2011 20:11
 
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"Il tram ha bucato" - "L'autobus è deragliato"
Mi è toccato frequentare le scuole in un'epoca in cui, una volta terminate le elementari, era normale doversi spostare, anche con mezzi pubblici, per raggiungere la propria scuola e rientrare a casa. Questo già dalle medie: mezzo secolo fa, a Torino le scuole medie erano in tutto otto, ubicate in maggioranza in zone centrali e semicentrali; il che vuol dire che chi abitava in periferia doveva per forza prendere tram o bus; così pure chi abitava nei comuni della cintura (Nichelino, Grugliasco, Collegno, ecc.), in molti casi sprovvisti di scuole medie, come quasi tutti i comuni sotto i 10 mila abitanti, che gravitavano sul capoluogo.(La situazione sarebbe poi cambiata con la riforma della media inferiore nel 1963). Una volta alle superiori (ITIS), poi, il doversi spostare coi mezzi pubblici era la regola per tutti, e, per molti, non solo i mezzi urbani, ma anche treni e bus intercomunali (c'era chi faceva il pendolare da Ciriè, da Bussoleno, da Sommariva Bosco; chi arrivava da più lontano, anche 100 km e più, non potendo fare il pendolare, era ospite di convitti).
Era quindi altrettanto normale il giustificare eventuali ritardi all'arrivo in aula con problemi ai mezzi: ritardi, guasti, incidenti vari; qualche volta veri, altre volte inventati. A quest'ultimo proposito, gli anziani invitavano i più giovani a fare attenzione nell'inventare la scusa, a non dire, ad esempio, nella concitazione: "Il tram ha bucato" o "L'autobus è deragliato"!
05/08/2011 20:14
 
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Attraversamenti tram - treno
Succede talvolta che strade percorse da tram attraversino passaggi a livello; cosa di poco conto se la ferrovia non è elettrificata, ma in caso contrario occorre prevedere "conflitti" tra le due linee aeree, visto che le tensioni di esercizio ferroviarie sono in genere ben maggiori di quelle tranviarie, 5 - 6 volte maggiori in genere.
In Torino, vi era il caso della linea 9 (Stadio - Borgo Vittoria), che, fino al 1958, percorrendo corso Emilia, incrociava la linea Ciriè - Lanzo, quando ancora faceva capolinea alla stazione Ponte Mosca, attraversandola al passaggio a livello. Dopo l'elettrificazione della ferrovia a 4000 V cc, a inizio anni 20, all'incrocio dei fili venne predisposto un "tratto neutro" disalimentato sia sulla linea tranviaria che su quella ferroviaria. Questa situazione durò come detto sino al 1958, quando, per evitare le lunghe attese al passaggio a livello per il transito dei treni, il 9 venne "dirottato" su corso Regina e via Cigna, abbandonando lo scomodo PL. Oggi, come è noto, la tratta ferroviaria è disattivata e funziona solo per l'invio di materiale al museo ferroviario del Ponte Mosca; sono stati rimossi sia il passaggio a livello, sia la linea aerea della ferrovia.
Invece, come è noto, quando venne elettrificata la tranvia intercomunale Trofarello - Poirino negli anni 30, nell'attraversamento della linea Trofarello - Chieri si preferì evitare ogni contatto col delicato "bifilare" trifase della ferrovia
costruendo il cavalcavia tranviario di cui ancora rimangono monconi (foto già pubblicate in altra discussione).
05/08/2011 20:28
 
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E quelli tram - filobus
Tra i problemi presentati dai filobus (tra quelli forse che ne hanno decretato la fine) vi era anche il fatto che il mezzo su gomma necessitava del "bifilare", cioè dei due fili affiancati a polarità diversa (+ e -), non potendosi usare, come per i tram, le rotaie come conduttore negativo, spezzando così l'equipotenzialità della rete aerea sia filoviaria che tranviaria. Si rendeva quindi necessaria la predisposizione di "tratti neutri" disalimentati all'intersezione di fili a polarità diversa, per evitare cortocircuiti.
Riguardo i tram, succedeva però sovente che la vettura, per motivi legati al traffico, si arrestasse con l'asta proprio sotto il tratto neutro, non potendo quindi più ripartire; doveva intervenire uno degli agenti, di solito il bigliettaio, a spostare manualmente l'asta su un tratto attivo. Questo succedeva sovente, sino agli anni 70 - 80, al trafficato incrocio tra via Genova - via Madama - corso Bramante - piazza Carducci, con "moccoli" e improperi da parte degli automobilisti costretti ad aspettare accodati la ripartenza dei tram.
10/09/2011 21:24
 
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Attaccati al tram
Sul bel volume di Bruno Gambarotta "Torino è la mia città" (ed. Il Punto), l'autore pubblica una lettera ricevuta da certo Emilio Petrino che ricorda i tram torinesi degli anni 20 e 30.
Alcuni ricordi: i tram più vecchi non avevano il freno pneumatico, il manovratore frenava col "mulinello" (il volantino) ruotandolo furiosamente; se, dopo la sosta, dava un avviamento troppo rapido, scattava l'interruttore elettromagnetico di sicurezza, con un rumore che se non era un colpo di pistola poco ci mancava. Per azionare gli scambi il manovratore scendeva e usava la paletta appesa sul davanti della vettura. Solo più tardi fu introdotto il comando elettromeccanico,con un motore posto tra le rotaie che non uno scatto rumoroso azionava lo scambio. Molti utenti erano veri "intenditori", molto critici nei confronti del guidatore.
La richiesta di fermata, sulle vetture più vecchie, avveniva tirando una cinghia che azionava un campanello vicino al guidatore (metodo che ho ancora visto e sperimentato sugli autobus di Malta).
Lo scrivente ricorda ancora di essere salito in tram a luglio, all'età di 10 anni, con la giacchetta sotto braccio, venendo redarguito dal bigliettaio perchè era obbligatorio indossare la giacca!
Molti altri sono ancora i ricordi e le osservazione di questo anziano viaggiatore in tram.
10/09/2011 22:03
 
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Ricordi di un bel passato
@ Censin: da un eccesso ad un altro: tu costretto ad indossare la giacca, magari in una giornata afosa ed ora, (a Roma) addirittura mi è capitato di vedere barboni maleodoranti e sporchi sugli autobus. E' proprio vero quando si dice che si stava meglio quando si stava peggio. Quanto mi piacciono questi racconti, cos'altro ricordi?
[Modificato da evviva il tram 10/09/2011 22:05]
11/09/2011 20:49
 
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@evviva il tram: per quanto riguarda barboni sporchi ecc., a Torino il regolamento del GTT tuttora proibisce l'accesso a bordo dei mezzi di persone vestite in modo indecente o che destino ribrezzo; dopodichè, dopo l'abolizione del bigliettaio che faceva un po' da "tutore dell'ordine" sui mezzi, è difficile far rispettare le regole! Chi guida deve già badare alla strada, non gli si può chiedere di fare anche il "cerbero". Qualche tempo fa, a Torino, un tizio cercò di salire su un bus con una bicicletta: al rifiuto da parte del guidatore, malmenò spedendolo all'ospedale un tranviere in pensione, che si era permesso di fargli notare che il regolamento lo vietava.
Per quanto riguarda la giacca, si tratta di formalismi rimasti più o meno sentiti sino a mezzo secolo fa, un po' in tutte le situazioni (ad es., anche a scuola); al "passeggio" serale o domenicale nel centro di Torino o nei grandi parchi come il Valentino, era d'obbligo non dico essere eleganti, ma comunque non sciatti o trasandati.
[Modificato da Censin49 11/09/2011 20:54]
11/09/2011 21:06
 
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tranviere veterano
A Censin
Ma perché non vieni a trovarci all'ATTS???
11/09/2011 22:12
 
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tranviere veterano
@ Censin: per far rispettare simili regole non c'è mica bisogno del bigliettaio. Basterebbe che l'autista bloccasse il mezzo e, se del caso, chiamasse chi di dovere. Intendiamoci, io non ce l'ho con i barboni, sono anche loro essere umani a cui deve andare la nostra comprensione. Però Signori, il fatto che un autobus debba girare mezzo vuoto perché chi sale scende subito, non mi sembra tanto giusto!
[Modificato da evviva il tram 12/09/2011 11:57]
12/09/2011 01:31
 
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maestro tranviere
Basterebbe che l'autista bloccasse il mezzo e, se del caso, chiamasse chi di dovere.

Non sempre è così semplice [SM=x346225]

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