"Il tram ha bucato" - "L'autobus è deragliato"
Mi è toccato frequentare le scuole in un'epoca in cui, una volta terminate le elementari, era normale doversi spostare, anche con mezzi pubblici, per raggiungere la propria scuola e rientrare a casa. Questo già dalle medie: mezzo secolo fa, a Torino le scuole medie erano in tutto otto, ubicate in maggioranza in zone centrali e semicentrali; il che vuol dire che chi abitava in periferia doveva per forza prendere tram o bus; così pure chi abitava nei comuni della cintura (Nichelino, Grugliasco, Collegno, ecc.), in molti casi sprovvisti di scuole medie, come quasi tutti i comuni sotto i 10 mila abitanti, che gravitavano sul capoluogo.(La situazione sarebbe poi cambiata con la riforma della media inferiore nel 1963). Una volta alle superiori (ITIS), poi, il doversi spostare coi mezzi pubblici era la regola per tutti, e, per molti, non solo i mezzi urbani, ma anche treni e bus intercomunali (c'era chi faceva il pendolare da Ciriè, da Bussoleno, da Sommariva Bosco; chi arrivava da più lontano, anche 100 km e più, non potendo fare il pendolare, era ospite di convitti).
Era quindi altrettanto normale il giustificare eventuali ritardi all'arrivo in aula con problemi ai mezzi: ritardi, guasti, incidenti vari; qualche volta veri, altre volte inventati. A quest'ultimo proposito, gli anziani invitavano i più giovani a fare attenzione nell'inventare la scusa, a non dire, ad esempio, nella concitazione: "Il tram ha bucato" o "L'autobus è deragliato"!