Tra i problemi presentati dai filobus (tra quelli forse che ne hanno decretato la fine) vi era anche il fatto che il mezzo su gomma necessitava del "bifilare", cioè dei due fili affiancati a polarità diversa (+ e -), non potendosi usare, come per i tram, le rotaie come conduttore negativo, spezzando così l'equipotenzialità della rete aerea sia filoviaria che tranviaria. Si rendeva quindi necessaria la predisposizione di "tratti neutri" disalimentati all'intersezione di fili a polarità diversa, per evitare cortocircuiti.
Riguardo i tram, succedeva però sovente che la vettura, per motivi legati al traffico, si arrestasse con l'asta proprio sotto il tratto neutro, non potendo quindi più ripartire; doveva intervenire uno degli agenti, di solito il bigliettaio, a spostare manualmente l'asta su un tratto attivo. Questo succedeva sovente, sino agli anni 70 - 80, al trafficato incrocio tra via Genova - via Madama - corso Bramante - piazza Carducci, con "moccoli" e improperi da parte degli automobilisti costretti ad aspettare accodati la ripartenza dei tram.