I VECCHI TRAM DI TORINO - Binari e Ricordi

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Censin49
00giovedì 22 marzo 2012 14:21
Il capolinea del 7 a "Porta Pila"


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Nell'immagine sopra, ripresa da una pubblicazione del Comune (a sua volta facente parte dell'archivio fotografico della "Gazzetta del Popolo"), che riprende Porta Palazzo nel 1962, vediamo sullo sfondo, al capolinea di fianco alla "tettoia", una vettura dell'allora linea 7 in attesa di ripartire verso piazza Bengasi; i tram in arrivo da piazza Bengasi scaricavano i passeggeri in corso Regina, poi, girando tutt'attorno alla "tettoia", si portavano in tale capolinea.
La foto ha un particolare abbastanza strano: la vettura ripresa è una 2500, mentre sul 7, fin dal 1958, prestavano servizio quasi esclusivamente le 3000 - 3100 - 3200; l'ipotesi è che la vettura fotografata sia "d'emergenza", chiamata in servizio per indisponibilità della 3000 titolare.
Le 2500 comparivano allora regolarmente sulla linea 1 dalla Fiat Mirafiori al Cimitero Generale, linea che per gran parte correva sovrapposta alla 7 (da Millefonti sino a corso Regina), come supplementi "operai" di rinforzo alle 2700 nelle ore di entrata/uscita da Mirafiori, di solito limitate da Mirafiori a piazza Carlina (con capolinea ora usato dalla linea "storica") oppure a corso Regina (di dove, svoltando su corso Regina, raggiungevano il deposito Tortona, dove risiedevano); il 7, dal dopoguerra, non aveva più supplementi operai, visto il costante declino della Fiat Lingotto (culminato con la sua chiusura definitiva nel 1981).
Un particolare va ancora detto sul capolinea di piazza Bengasi: fino al 1963 era ad anello al fondo di via Nizza sul sito dell'attuale corso Traiano (allora limitato a una stradina), affiancato quasi sempre ad un luna park con giostre e autoscontro; in direzione Nord, la linea percorreva via Nizza fino a via Millefonti, poi per questa via si portava in via Genova; nel 1963, con l'apertura completa di corso Traiano come è tuttora, il capolinea venne portato su corso Maroncelli, percorrendo in direzione Nord tutta via Genova.
La linea 7, come già ricordato, venne soppressa nel 1966, inglobata nella nuova linea 15 da corso Maroncelli (di cui ereditò il capolinea dal 7) a via Lauro Rossi; il capolinea del 7 a Porta Palazzo, dal 1975 al 1982, venne utilizzato da una nuova linea 7, diretta verso Sassi; successivamente, con la scomparsa anche di tale linea, venne soppresso.
Nella foto sotto, vediamo, a fine anni 20, una vettura della linea 7 alla fermata di via Madama ang. corso Dante; sullo sfondo la scuola elementare Silvio Pellico, di cui si vedono gli scolari all'ingresso o all'uscita



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e sotto ancora, di qualche anno prima, via Madama Cristina nel tratto tra corso Marconi (allora corso Valentino) e piazza Madama, con due vetture che si incrociano



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Quest'ultima foto è sicuramente anteriore al 1926; infatti, vediamo ancora i tram viaggiare sul binario sinistro, e anche l'auto in transito verso il centro tiene la sinistra; l'inversione di marcia da sinistra a destra, per tutte le città italiane, data dal maggio 1926.
Vediamo anche che la pavimentazione della via è ancora a ciottolato ("sternìa" o "calatà" in piemontese), con le rotale laterali di "lose" (lastroni di pietra) per lo scorrimento dei veicoli a cavallo o a mano (allora quasi tutti senza gomme, solo con cerchioni in ferro); l'asfaltatura delle vie di S. Salvario avvenne infatti solo nel dopoguerra, tra il 1951 e il 1954 (ma alcune vie secondarie, come via Foscolo, rimasero col ciottolato sino all'inizio degli anni 60).
Censin49
00lunedì 26 marzo 2012 20:23
Una domenica di maggio di 49 anni fa
Maggio 1963, una domenica soleggiata: approfittando della bella giornata festiva, dopo i compiti scolastici, salivo, alla mia fermata di corso Dante, su un tram della linea 1, da poco prolungata lungo corso Settembrini fino a corso Orbassano. Passata piazza Caio Mario, la 2700 ("bisarca", "due camere e cucina", i soprannomi con cui "affettuosamente" passeggeri e tranvieri chiamavano queste articolate) cominciò a prendere velocità lungo la sede riservata di corso Settembrini, con un rollìo e beccheggio degni di un transatlantico (quelli di una volta, senza stabilizzatori o simili); fortuna che soffro poco il mal di mare! Giunse, dopo una decina di minuti, al capolinea, nella zona che i vecchi torinesi conoscevano come "Tre Tetti", ancora quasi campagna! A sinistra, le "palazzine" dell' ampliamento più recente della Fiat Mirafiori (quello che aveva giustificato il prolungamento della linea); a destra, il muro di cinta di mattoni e i padiglioni del San Luigi, per tutti i torinesi il "Sanatorio" di triste memoria (l'Ospedale avrebbe traslocato nel 1970 nella nuova sede di regione Gonzole di Orbassano; poco dopo i padiglioni abbattuti e il terreno incorporato nell'ultimo ampliamento della Fiat). Dopo cinque anni dalla chiusura, sopravvivevano ancora in gran parte binari e linea aerea della tranvia intercomunale di Orbassano, colla diramazione che raggiungeva l'ingresso del Sanatorio; sarebbero scomparsi pochi anni dopo, nel 1965 - 1966, con l'allargamento dello "stradone" di Orbassano. Oltre il corso Orbassano, campi e prati, cascinali, mucche e pecore al pascolo; percorsi, per un breve tratto, la strada del Portone, in un ambiente bucolico, tra prati nel pieno della fioritura primaverile (solo verso la metà degli anni 70 sarebbe stato creato il Cimitero Sud, poi diventato Cimitero Parco). Fatto poi ritorno al capolinea, sempre con l'1 tornai verso casa.
Inutile aggiungere che, in meno di mezzo secolo, tutto è diventato irriconoscibile! Rimasto solo al suo posto il capolinea tranviario, al posto dell'1 di allora arriva ora il 10, con le vetture più moderne del parco; tutt'attorno, nuovi palazzi, centri commerciali, lo svincolo della tangenziale, realizzato a inizio anni 70. Non voglio lodare nostalgicamente il tempo passato: prendo solo atto, facendolo notare, della differenza.
Nella foto sotto, una veduta aerea del vecchio Sanatorio San Luigi dell'inizio anni 50



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tramlinea5
00mercoledì 28 marzo 2012 13:13
Nuova crisi petrolifera?
@Censin 49- Ovviamente ti ricorderai più di me che ne ho solo sentito parlare della crisi petrolifera degli inizi anni 70.
Faccio questo riferimento perchè oggi,seppur con motivi leggermente diversi(allora avevano "chiuso i rubinetti),il petrolio con il caro benzina sta raggiungendo cifre astronomiche e molti preferiscono abbandonare se non per vera necessità l'uso della propria auto.
Adesso non è per mandarcela,ma aspettiamo Pasqua e il periodo estivo,i 2euro al litro li supereremo ben bene.
Ma anche allora per muoversi,quando c'era il blocco totale si vedevano per la strada mezzi propri "assurdi"(ora non so se il blocco avveniva nelle domeniche come quelle di oggi definendole ecologiche o era esteso anche in settimana).
Se non erro la crisi petrolifera di quegli anni aveva rilanciato il nostro caro vecchio tram,un mezzo di trasporto antico e ormai superato...dicevano...il prolungamento di alcune linee,la nascita della nuova linea 7...
Col periodo che stiamo attraversando non è che ci riavviamo con questa tendenza intelligente?
E' anche vero che oggi esistono gli autobus a metano ma solo 2 depositi sono dotati di impianto,il Tortona e il Gerbido,ed è impossibile sia per costi che manutenzione estenderli a tutta la rete.
Al deposito Venaria stanno facendo ultimamente a molti il corso per la guida tram e ne hanno sempre bisogno,calcolando che da anni gente aspettava il momento,credendo che la domanda fosse caduta nel dimenticatoio...sarà un segnale?
tramlinea5
00mercoledì 28 marzo 2012 13:58
Quel binario di corso Trapani...
@Censin 49-A sud di piazza Rivoli nel controviale nord di corso Trapani vi era un moncone di binario che se non voglio errare lungo una ventina di metri che entrava nell'allora anello della piazza, prime di essere rifatta, in direzione di piazza Statuto. Sarà sparito da circa 10 anni con il nuovo look sia di piazza Rivoli che di corso Trapani(il sottopasso)e lo smantellamento della linea tranviaria di corso Francia con i cantieri della metropolitana.
Ora non mi ricordo se vi era ancora traccia della linea aerea.
In quel tratto (controviale nord di corso Trapani) non mi risulta che sia passata una linea tranviaria:o poteva essere un binario tronco di servizio oppure (ma ho dei dubbi)vi era un binario che collegava piazza Rivoli con il deposito San Paolo su corso Trapani(ovviamente sempre controviale)e quindi ne poteva esistere un'altro nel controviale sud.
Se ti ricordi il binario o ti viene in mente qualcosa fammi sapere,è una cosa che mi son sempre chiesto:in ogni caso un grazie anticipato.
Censin49
00mercoledì 28 marzo 2012 20:22
@ tramlinea5 - si, ricordo bene quel moncone di binario con linea aerea(andando nel 1969 al lavoro a Grugliasco, scendevo in piazza Rivoli dal filobus 34 per prendere su corso Francia l'altro filobus "rosso" per Grugliasco); non vi ho mai visto fermi tram, ancvhe se può darsi fosse usato per accantonare vetture in caso di emergenza.
Inizialmente, doveva far parte dell'anello del capolinea del 6 sbarrato, esistito di rinforzo al 6 da Porta Nuova fino appunto a piazza Rivoli fino al 1931.
Censin49
00mercoledì 28 marzo 2012 20:39
@tramlinea5 - Nel 1973, a differenza di oggi, i prezzi della benzina e del gasolio erano "calmierati"; era il Governo a fissare con DL il prezzo (massimo) alla pompa, comprensivo del ricavo per i petrolieri, di quello per il rivenditore (benzinaio) e delle "accise"; questo aveva già provocato, nell'estate - autunno 1973, acute penurie nei rifornimenti, poichè le compagnie, ritenendo troppo esiguo il margine a fronte di prezzi del greggio crescenti esponenzialmente, tenevano i prodotti nei depositi senza distribuirlo, in attesa di ottenere dal Governo un aumento; le misure di austerità, col blocco della circolazione festiva dal 1/12/1973, erano appunto un modo per scoraggiare i consumi, senza incidere troppo sul prezzo (si era ventilato anche un razionamento con tessere annonarie o simili, poi abbandonato). Oggigiorno, in clima "liberista" che ripudia i calmieri imposti dall'alto, si lascia che sia il "mercato", con l'aumento dei prezzi, a scoraggiare i consumi...difficile prevedere come finirà!
Intanto, dalla rivista "Railway Gazette" avuta in omaggio all'Expoferroviaria che si tiene in questi giorni al Lingotto, apprendo che in Francia prosegue a tutto spiano la costruzione di nuove reti tranviarie, anche in città di dimensioni medio-piccole, delle dimensioni, per dire, delle nostre Novara o Alessandria.(es. Digione e Besançon).
Comunque, il blocco totale della circolazione festiva durò dal 1/12/1973 al 28/2/1974 (con le sole eccezioni di Natale e Capodanno, in cui la circolazione fu libera); dal 1/3 al 30/4/1974 fu a targhe alterne (pari o dispari), con blocco totale il giorno di San Giuseppe (19 marzo) allora giorno festivo (la festività sarebbe stata abolita nel 1976, assieme a molte altre) e circolazione libera a Pasqua e Pasquetta e 25 aprile; dal 1/5 venne abolito (con sostanzioso aumento del prezzo dei carburanti), ritenendosi ormai superato il periodo più critico, con la minaccia di chiusura dei rubinetti del greggio ventilata dai paesi arabi produttori, per rappresaglia alla "guerra del Kippur" dell'ottobre 1973.
L'idea iniziale di vietare la circolazione alla festa non fu nostra; l'iniziativa partì dall'Olanda, a novembre 1973, cui seguirono a ruota Belgio, paesi scandinavi, Germania, Svizzera e Austria, mentre noi arrivammo buoni ultimi; nessuna restrizione alla circolazione venne attuata in Francia, Gran Bretagna, Spagna (ancora sotto il regime franchista) , Portogallo (ancora sotto il regime post-salazarista di Marcelo Caetano) e Grecia (ancora sotto il regime dei colonnelli); insomma, dei paesi del Sud Europa, fu solo l'Italia a vietare la circolazione. Generalizzati pressochè ovunque furono invece i severi limiti di velocità e le restrizioni nell'orario di vendita dei distributori.
Censin49
00giovedì 29 marzo 2012 20:04
Comunque, va ricordato che, per tutta l'Europa, la crisi petrolifera del 1973 (seguita poi nel 1979 dall'altra legata al crollo dell'impero iraniano dello Scià) fu uno "scossone salutare", di quelli che ogni tanto dà la storia, avendo messo in evidenza come non si potesse, come fatto per tutti gli anni 60, puntare tutto sul mezzo privato per gli spostamenti (chi non ricorda, in quel decennio, il gran discutere sull'"auto da città" di dimensioni minime, da affiancare a quella "grande" per gli spostamenti extraurbani a lunga distanza?), ed occorresse invece rivisitare e potenziare, se del caso, i mezzi collettivi. Sia il "revival" del tram, anche come metropolitana leggera di superficie, sia i progetti di metropolitane "light" per città di medie dimensioni (come il nostro VAL, ideato e realizzato in Francia a Lilla) sono in qualche modo frutto di quella stagione di siccità petrolifera.
tramlinea5
00giovedì 29 marzo 2012 21:33
@censin 49-Il fatto che la Francia sfrutti le risorse a disposizione, rivalutando ciò che prima era sottovalutato, o messo nel dimenticatoio, le fa onore. A me da una parte dispiace fare i complimenti ad altri(pur riconoscendo il merito)ma vorrei tanto poterlo fare in casa nostra(ancor di più nella nostra città). Gli altri arrivano sempre dove noi arriviamo dopo, o non ci arriviamo proprio!
Quando circa un anno fa avevo appreso la notizia che ,nel 2012 dovrà nascere una nuova rete di trasporti mandando in pensione le rete 82,ero contento anche perchè si rivalutava il trasporto su rotaia:non si parlava di tagli ma di eliminare gli sprechi(che è ben diverso). Col tempo e seguendo un po' le vicende, ho appreso che il trasporto su rotaia è costituito principalmente dalla metropolitana,dal passante ferroviario e dalla linea 4 che faranno da asse portante con altre linee(hanno citato il 10 e il 18)anche perchè il 3 sarà ML ma non la vedo come linea portante ma non per questo inutile.
Ma le altre linee tranviarie le vogliamo trascurare come il 13 o il 15?
Per carità,non si parla della loro cancellazione o modifiche da stravolgerle,però ammetto che un po' di perplessità ne ho.
In conclusione,dall'aspettativa di rivedere qualche nuovo percorso tranviario su binari non solo di servizio, si è ridotta di veder perdere qualcosa di quel poco che ci è rimasto. E pensare che come idee nel calderone vi era anche quella di fare delle circolari tranviarie su binari esistenti nel centro(un po'come avviene per il 7).
Censin49
00venerdì 30 marzo 2012 20:13
@tramlinea5 - Probabilmente è anche questione di risorse, da noi purtroppo sempre insufficienti. Comunque sia, per chi ha conosciuto gli anni 50 e 60, è stupefacente vedere come vengano rivalutati i trasporti su rotaia in genere, con pubblicazioni tecniche anche di divulgazione in libreria, mentre appunto mezzo secolo fa per questi mezzi sembravano suonare campane a morto: tram e treni, sembrava di capire, sembravano destinati a scomparire, soppiantati dalla "gomma" (auto e bus) per i trasporti urbani e a media distanza (sino a 300 - 500 km) e dall'aereo per distanze maggiori. Invece, ogni tanto la storia, anche della tecnologia, ha di questi cambiamenti...
Forse su questo ha influito anche la mentalità italiana, che ha visto nell'automobile lo status symbol per eccellenza, il mezzo proprio, comodo sotto casa, da usare senza vincoli di orari, ecc., mentre il mezzo pubblico era ancora visto come la deamicisiana "carrozza dei poveri"; questo può spiegare ad es. anche il ritardo nella costruzione di metropolitane, anche nei confronti di paesi non certo avanzati come Spagna o Portogallo: la prima vera metropolitana italiana, costruita come tale (quella di Roma, inaugurata nel 1955, ora linea B, era stata concepita più che altro come prolungamento della ferrovia Ostiense), fu inaugurata a Milano solo nell'ottobre 1964, dopo ben sei anni di lavori, coi giornali, come la "Domenica del Corriere", che protestavano contro lo sventramento delle strade centrali (ancora non esistevano le tecniche moderne della TBM o "talpa" e del "cut and cover"); l'italiano medio, pur di non spostare il posteriore dalle sue amate 4ruote, sopportava con rassegnazione ingorghi paurosi e perdite di tempo incredibili....
evviva il tram
00lunedì 9 aprile 2012 23:56
@ Censin. Il tuo discorso, purtroppo, non vale per Roma dove il tram pare che si stia instradando sulla via del tramonto (anche se mi auguro che qualcosa di buono succeda). In presenza di problematiche, non si fa niente per risolverle, vedi la vicenda del prolungamento dell'8 alla Stazione Termini che avrebbe potuto raggiungerla lo stesso attraverso la realizzazione di percorsi alternativi comunque interessanti e rievocanti lo splendido tempo che fu. La vicenda del 3 (erede di una storica linea circolare) che stenta a tornare su rotaia, etc, etc.

Solo tram e basta!
Censin49
00martedì 10 aprile 2012 20:06
@evviva il tram. Se a Roma c'è il problema del ritorno del 3, a Torino c'è il ritorno del 18; la linea da tranviaria era diventata di bus all'inizio dei lavori per l'ultimo tratto della metropolitana..e tuttora è rimasta "su gomma", in parte perchè parzialmente sovrapposta al tracciato del metro, in parte perchè il ritorno del tram è osteggiato in particolare dai negozianti delle vie percorse; ora che sono iniziati i lavori per l'ultimo tratto della prima linea del metro, al fondo di via Nizza, le speranze di veder tornare il tram si affievoliscono. La linea è attualmente servita dai nuovissimi bus "ecologici", che se molto soddisfano l'ecologia (feticcio della nostra epoca) poco concedono al comfort dei passeggeri, con spazi ristretti, sedili rialzati scarsamente accessibili specie per anziani e disabili, con scarsa frequenza e sempre paurosamente affollati, tanto che un giornale locale è uscito con in copertina una vignetta satirica che raffigura il bus 18 carico di persone aggrappate al mezzo, con le portiere aperte (tipo Terzo Mondo), e un anziano sulla carrozzina trainata con una fune dal veicolo. Così è, se vi pare.
evviva il tram
00martedì 10 aprile 2012 22:39
@ Censin. Mal comune, mezzo gaudio; così si dice, ma io nutro una profonda tristezza per quello che si potrebbe fare e non si fa. Le tue mirabili osservazioni descrivono una realtà che quasi sembra la fotocopia di quello che sta succedendo a Roma col 3. Che rabbia! [SM=x346232]

Solo tram e basta!
Censin49
10venerdì 20 aprile 2012 20:04
Il percorso della ripida via Sabaudia pose molti problemi e vincoli all'esercizio della linea, che, finchè arrivò al Ponte del Gatto, fu sempre gestita con vetture a due assi (serie 626 e 2000); l'unico incidente serio si verificò poco prima della guerra, quando una vettura, in discesa verso corso Moncalieri, per guasto ai freni, scese incontrollata per la via, deragliò al fondo attraversando il corso (miracolosamente senza traffico) e andò a schiantarsi contro la casa porticata; solo il manovratore rimase ferito piuttosto seriamente.

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Non era prima della guerra, ma era il 4 settembre 1950:

@Dorafly - I problemi della ripida via Sabaudia non devono essere stati risolti del tutto con la sostituzione del tram col bus 52, visto che, tra gli ex voto esposti alla Consolata, uno rappresenta appunto un bus della linea 52 all'incrocio di via Sabaudia con corso Moncalieri (la data è del 1957, un anno dopo la sostituzione); pare di capire che un bus, con guasto ai freni, sia riuscito a fermarsi "miracolosamente" prima dell'incrocio.
Miracoli a parte, nel 1966 al 52 subentrò il 67, durato fino al 1982, quando è arrivato l'attuale 43, di fatto una piccola "navetta" che collega Cavoretto alla linea 67 da e per Moncalieri, al 18 e soprattutto, ora, alla stazione "Carducci - Molinette", alla metropolitana. Banditi quindi i mezzi di grosse dimensioni.
tramlinea5
00giovedì 3 maggio 2012 16:48
I binari del 18
Spero vivamente che nei ricordi non finiscano i binari del 18 anche se nel tatto di via Passobuole vedo molto improbabile il ritorno del tram dal momento che ora il 10 fa capolinea in c.Settembrini...rimangono quelli di via Madama Cristina e via Bologna e su questi un'effimera speranza esiste ancora. Io ora ho detto del 18 perchè è l'ultima linea recente ma hanno una storia longeva
Censin49
00giovedì 3 maggio 2012 20:39
@tramlinea5 - Riguardo al 18 per riportare il tram bisogna di fatto chiedere il "benestare" ai sigg. commercianti e negozianti delle vie interessate, via Madama in particolare; finora tutti costoro, italiani ed extracomunitari (numerosi in S. Salvario) sono stati concordi nel dire di no: col tram finirebbe la pacchia di parcheggiare in doppia e tripla fila, loro e i clienti! ( i VV.UU. così solerti in altre occasioni nei loro confronti sembrano ciechi da entrambi gli occhi).
Povera Torino, già orgogliosa città operaia, ridotta ormai a città di "bottegai": vil razza dannata!
evviva il tram
00domenica 6 maggio 2012 13:33
@ Tramlinea e Censin. Ma da quando in qua gli interessi privati prevalgonono su quello pubblico? Ma che, non stiamoli a sentire per niente. Via le automobili, che le parcheggino altrove.

[SM=x346244] [SM=x346244] [SM=x346246]

Solo tram e basta!
tramlinea5
00lunedì 7 maggio 2012 14:01
@evviva il tram-- Purtroppo i privati, soprattutto i commercianti, hanno una voce in capitolo molto pesante e soprattutto portano voti...per salvaguardare il commercio, molte volte, si arrivano a degli accordi di sottobanco in cambio di...avrai già capito.
Ti faccio un esempio da noi qui, per quanto riguarda le aree mercatali:nel quartiere di Santa Rita, dove c'è lo stadio del Torino ex Comunale, proprio lì a circa 50 metri c'è il mercato di c.Sebastopoli attraversato dal bus della linea 17;questa linea, già lunga di per sè,quando giunge in questo tratto di strada, spesso subisce rallentamenti o arresti per via delle auto mal parcheggiate o, addirittura, in seconda fila:da anni si combatte questa cosa e i vigili(quando ci sono)sono più impegnati a controllare i cm delle bancarelle che il resto.Pensa che volevano far transitare le linea sulla via parallela (via Filadelfia)e, circa 1 anno fa, avevano già messo le pensiline con paline, ovviamente vuote senza indicatori di linea, ma... per aspettare il bus fantasma ,perchè la circoscrizione e commercianti hanno detto che il ritardo del 17 non è dovuto al mercato ma arriva già in ritardo(e su questo smentisco perchè,sì può capitare perchè ripeto è una linea lunga e abbastanza trafficata, ma il grosso dipenda da lì e te lo dice uno che questa linea la fa spesso). Morale:si passa ancora oggi nel mercato.
Stesso discorso vale per la linea 55 nel mercato di c.Racconigi:negli anni 90 si erano decisi di non farla più transitare nel mercato ma nelle vie parallele poi "inspiegabilmente" è ritornata.
Stesso discorso vale per i tram:i binari sono un ostacolo per la sosta selvaggia(siamo in Italia)e come fanno poi i poveri commercianti?
Censin49
00martedì 8 maggio 2012 20:16
@tramlinea5@evvivailtram - Sono appena reduce da un infernale viaggio sul bus 18, dove davvero si è raggiunto il colmo! Data anche la scarsa frequenza dei mezzi, era strapieno all'inverosimile, con gente che non riusciva più a salire a bordo, o a scendere, salvo sgomitare; i nuovi bus ecologici dal punto di vista della capienza sono una vera schifezza! Le reazioni dei passeggeri andavano dalla "bovina" pazienza di molti passeggeri, che ancora avevano la forza di sorridere, all'irritazione e all'esasperazione di altri, che purtroppo sfogavano sugli altri compagni di sventura, pardon di viaggio. La linea è davvero diventata infrequentabile; almeno i bus del Terzo Mondo partono e viaggiano anche con le porte aperte, e i passeggeri appollaiati a grappolo all'esterno; questi invece "supertecnologici" nemmeno partono con le porte aperte!
tramlinea5
00martedì 8 maggio 2012 21:12
Il 18 bus incubo anche per gli autisti
@censin49--Come ti capisco,questo calvario noi autisti su quella linea lo viviamo tutti i giorni:a me è capitato di farla una volta sola da quando è passata una parte dei turni al Gerbido(mi è bastato,non mi ricordo di aver lavorato così male in tanti anni) e,fidati,per chi la fa abitualmente è la linea più odiata,non tanto per il percorso quanto per l'enormità di carico che fa,i tempi di percorrenza da gran premio e,come dici tu,da questi bus supertecnologici che saranno comodi come guida ma hanno scarsa visibilità e capienza ridotta. [SM=x346221] Ti parrà strano ma ci troviamo meglio su quelle arancioni(parlo come visuale sia fuori che interna,il confort per il più delle volte è meglio lasciar stare) e quelle a metano.
E ti dirò di più:hai notato i finestrini?ora sono in garanzia e quindi i condizionatori vengono ricaricati,fra 2 anni ci sarà da ridere se la manutenzione rimane come quella attuale! [SM=x346243] (nota già sulle serie 1000 a metano che forni,quelle arancioni è normale perchè non esiste nemmeno il climatizzatore).
Sanno benissimo che la linea 18 è un problema,quella che causa molti ritardi e affollamenti e tutti dicono che col tram era un'altra vita!Bisogna proprio andarci a sbattere per capire certe cose:ma sai meglio di me che alla fine decide comune e circoscrizione!
Comunque tutti bus possono andare con le porte aperte basta disinserire il blocco porte anche in questi qua di ultima generazione.ma come regolamento e sicurezza deve essere inserito guai se viaggi con le porte aperte con i passeggeri!Sarà già capitato di assistere a scene del tipo che l'autobus inchioda perchè una porta si apre,anche solo di poco(non è l'autista ma il dispositivo).


tramlinea5
00martedì 8 maggio 2012 21:34
Leggendo le notizie non ufficiali su"tram di Torino" ho visto che vogliono istituire una sorta di linea 13/che collega p.Statuto a c.Farini con la posa del binario nel corso,questo perchè pare vogliono limitare il 56 a Porta Susa e coprire il tratto fino a L.go Tabacchi col 55(come quando era festivo).Sentendo le notizie ufficiali pare che questa sia la verità perchè dicono che con la modifica del 55, c.Farini è tagliato fuori. A parte che la linea 15 passa ad un isolato prima,non mi pare che c.Farini sia un corso come c.Casale o c.Vittorio o via Madama Cristina giusto per citare degli esempi. Quando faccio il 55, il grosso scende su via Po e via Napione e quando lascio 3 persone al cap è già tanto:il tratto può essere benissimo coperto dal 15! La posa dei binari o istituire nuove linee ben vengano ma dove servono(es il tratto abbandonato dal 5 in via Fattori-ospedale Martini o sfruttare binari abbandonati usati solo di servizio per deviazione o entrata/uscita dai depositi).
tronchino
00mercoledì 9 maggio 2012 23:48
Beh si tratterebbe poi di qualche centinaio di metri, mi sembra una cosa fattibile, no? In pratica lo scopo sarebbe quello di togliere un bus dal centro e sostituirlo con un tram. L'asse Statuto-Cernaia-P.Micca-Po è uno dei più frequentati della città, affidarlo in massima parte al 13 rafforzato da un "gemello" sbarrato a me piace come idea. La limitazione delle linee bus incrocianti (tipo 12) mi sembra voglia ottenere lo stesso risultato in senso nord-sud: l'attraversamento si faccia su ferro, col 4 (che non ha bisogno di sbarrati perché non viaggia saturo come il 13).

Una volta avevo pensato, quando sembrava vicina la morte del 7 storico perché poco usato: perché non fanno un 13 sbarrato storico da Bernini (dove può girarsi) a C Tortona (altro posto per girarsi non lo trovo)? Vedrete che non viaggerà vuoto!

Io non sono per l'accanimento terapeutico sul 7, se questo nuovo 13/ si facesse sabato e domenica con le storiche al posto del 7 sarebbe credo comunque ben frequentato.
teo-87
00giovedì 10 maggio 2012 11:52
Non voglio far la parte del cattivo, ma non è che lo scopo futuro di questo capolinea sia di abbandonare il capolinea della Gran Madre?
EmilTorino
00giovedì 10 maggio 2012 12:27
Beh, se volessero far fuori il capolinea della Gran Madre sarebbe facile trovare un'alternativa.
La più facile è un tronchino su corso San Maurizio dal lungo po Cadorna a Via Bava (dove è stato rimosso qualche anno fa il tronchino in direzione opposta) e poi uno scambio di svolta da via Bava a piazza Vittorio direzione piazza Castello.

In ogni caso se voglio chiudere il ponte sul po lo fanno e basta, al di la di come è strutturata la rete. Speriamo non accada mai.

Emil
tramlinea5
00giovedì 10 maggio 2012 13:08
@tronchino--L'idea non sarebbe male quella del 13/stile storico sul tracciato da te illustrato,servirebbe molto dal 13/attuale quando lo fanno circolare in occasione di qualche evento da Statuto alla Gran Madre. Allora sì che merita,e non solo al sabato e la domenica come sul 7 ora.
Per quanto riguarda la posa del binario in c.Farini non è che sia contrario,anzi più si posano binari e più il sottoscritto è contento,volevo soltanto dire di progettare linee tranviarie dove servono non queste piccole "sbavature" essendoci già il 15,altrimenti si corre il rischio di istituire linee che non caricano e poi vengono tolte o modificate.Sono d'accordo che l'asse Porta Susa-Cernaia-Micca-Castello-Po sia importante e frequentato ma siccome vogliono puntare ad una politica di interscambi(es prendi il 55 scendi in via Po e prosegui col 15),questa soluzione, in base appunto al loro pensiero,la vedo "in più"rispetto a dei punti dove veramente necessitano di un collegamento tranviario.
Censin49
00giovedì 10 maggio 2012 20:42
@Emil Torino - di "alleggerire" il ponte della Gran Madre costruendone uno sull'asse di corso San Maurizio si parla ricorrentemente da almeno mezzo secolo! Tutto però poi rimane come prima. Certo che un ponte di ben 202 anni di età avrebbe bisogno di un "alleggerimento"; magari lasciare solo il tram 13, e per il resto pedonalizzarlo, costruendo finalmente il secondo ponte suddetto. Il collegamento tra le due sponde del Po in questo tratto è sempre stato un problema: pensa che fino al 1972, al posto dell'attuale largo ponte di corso Regina, vi era uno stretto "ponticello" (largo più o meno come il ponte Isabella, di cui era coetaneo), con code infernali di tram (il vecchio 2), filobus (quello per Chieri) e auto, che per il suo attraversamento richiedevano non meno di un quarto d'ora; "La Stampa" lo aveva ribattezzato "il ponte della bestemmia e del turpiloquio" (per i "moccoli" lanciati dai guidatori che vi transitavano).
Questa è una foto d'epoca del vecchio ponte di corso Regina



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La foto risale, come da data scritta, al 1905, e, all'epoca, la larghezza sembra essere più che sufficiente al traffico di allora (addirittura, come si vede, i binari tranviari erano quattro, due della "Belga" e due della Saeai poi Atm); sessant'anni dopo, il ponte era ormai diventato insufficiente al traffico, sia pubblico sia soprattutto privato; a inizio anni 70 , dopo molte discussioni, se ne deliberò l'abbattimento con ricostruzione di un'opera più moderna, anche con lo scopo di alleggerire il traffico sul ponte della Gran Madre.
Nell'estate del 1972, un'esplosione controllata demolì il vecchio ponte, dopo che a fianco era stata costruita una carreggiata del nuovo; rimosse le macerie, al loro posto si costruì l'altra carreggiata.
tronchino
00venerdì 11 maggio 2012 00:52
La vedo dura con i problemi di bilancio attuali, ma certo la soluzione migliore sarebbe un nuovo ponte per corso S. Maurizio e solo pedoni e tram sul vecchio ponte di P Vittorio, come dice Censin.
Hai ragione tramlinea5 quando dici che nuove linee su ferro si potrebbero progettare su assi frequentati e attualmente serviti da bus, se i bilanci lo permettessero. Io credo che in GTT abbiano i dati di frequentazione delle linee urbane e non, e in AMM abbiano studi dove sono indicati gli assi dove maggiore è la domanda di trasporto. Ci sono sicuramente flussi importanti ancora serviti su gomma che si presterebbero a essere tramviarizzati.
Credo sia una questione di risorse, se si preferisce accontentarsi di obiettivi più piccoli, come sostituire in centro il 56 con un 13/.
tronchino
00venerdì 11 maggio 2012 00:58
A parte tutto, basterebbe un pezzo di binario in via Abegg (pochi metri!) per togliere i bus da un asse frequentatissimo come quello del 18. Gli abitanti protestano? E quanto impiegheranno gli abitanti di corso Farini a organizzarsi per opporsi al binario in progetto?
Censin49
00venerdì 11 maggio 2012 20:05
Sempre colpa dei commercianti
L'errore maggiore, nella costruzione del metro, è stata proprio quella di aver spostato la linea dall'asse baricentrico di via Madama, come nel progetto originale che ripropongo



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le stazioni erano previste all'inizio di via Madama, all'incrocio, piuttosto ampio, con corso Marconi, a quello con corso Raffaello e a quello con corso Dante (dove esiste un ampio slargo in corrispondenza delle vie Belfiore e Giotto).

via Nizza è troppo periferica per troppi utenti di borgo San Salvario; basta dire che alla fermata Molinette del 1 bus e del 35 in via Genova scende la maggioranza dei passeggeri, che prosegue proprio col 18 verso via Madama; solo una minoranza prosegue per il capolinea di piazza Carducci di fianco alla stazione del metro.
Il 18 poteva benissimo essere istradato su via Nizza, svoltando poi a destra in corso Vittorio e poi in via Accademia.
Ribadisco che, a far spostare la metropolitana su via Nizza (nel 2004 - 2005), fu il fronte compatto dei commercianti di via Madama, che minacciarono il blocco fisico dei lavori stile NO TAV; a quel punto, GTT decise lo spostamento su via Nizza, profittando delle piazze su di essa esistenti (Marconi, Nizza, De Amicis, Carducci) per la costruzione delle stazioni; tra l'altro, alcuni commercianti di via Nizza, visto che era circolata la voce di un abbandono della stazione Porta Nuova da parte delle FS, proponevano...la dismissione della sede ferroviaria, per costruirvi il metrò (sic), come se la chiusura di Porta Nuova fosse cosa imminente!
tramlinea5
00martedì 22 maggio 2012 16:55
@censin49--Mi ricordo benissimo di quel tracciato e le proteste di tutti su via Madama Cristina ma si supponeva già a priori che era meglio su questa via che via Nizza,ma la boiata è quella che non passa dal centro,a questo punto sarebbe bello fare un ramo divisore che vada su piazza Castello direzione Giardini Reali per dare un senso vero a questa linea di metro:dirò di più anche se so che pura utopia,collegarla fino al Monumentale (farla arrivare all'altezza del cap del vecchio 1)anche perchè ormai vedere ripristinata una linea tranviaria da quelle parti(che collega il centro col Monumentale o con altri quartieri) è veramente utopico.
liquidatore
00martedì 22 maggio 2012 19:55
@ tramlinea5

Quindi certe cose (boicottaggio di infrastrutture di interesse pubblico) non accadono solo a Roma! Evidentemente certe "minoranze" dispongono di una notevole capacità di influenzare scelte amministrative. In Lombardia si dice " chi vusa pussè, la vacca l'è sua"; evidentemente è così.
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