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I VECCHI TRAM DI TORINO - Binari e Ricordi

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2022 16:26
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26/08/2010 20:33
 
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tranviere veterano
Il problema del riutilizzo delle 3000 è un problema di costi: non necessariamente, il recupero di materiale rotabile usato è economicamente conveniente rispetto alla costruzione di nuove vetture, specie se queste ultime vengono prodotte in serie, a prezzi competitivi.
Il riutilizzo del materiale tranviario usato si rendeva necessario nel periodo dagli anni 50 ai 70, poichè nessun costruttore di materiale rotabile proponeva nuovi prodotti, non volendo investire su un mezzo, il tram, il quale, repetita iuvat, in quegli anni non godeva di buona immagine, essendo visto dalla maggior parte dell'opinione pubblica come ormai sorpassato dai mezzi su gomma, auto privata in testa, preferendo piuttosto puntare sul più redditizio materiale ferroviario. In casa Fiat - Materferro, dopo il progetto, nel 1940, del PCC, che, come detto, diede vita ai tram madrileni e ai nostri 3000, non si progettarono più vetture tranviarie fino alla seconda metà degli anni 70, coi maxitram della serie 7000 per la metropolitana leggera torinese; le altre aziende si comportarono circa allo stesso modo. Volendo mantenere il servizio tranviario, era giocoforza lavorare sul materiale già a disposizione, cosa che fecero più o meno tutte le aziende tranviarie. Proprio questa fu una delle concause che portarono alla soppressione dei tram in città anche di dimensioni medie, come Palermo, Firenze, Bologna e Genova (dove neanche la "casalinga" Ansaldo si attivò nella costruzione di nuovo materiale per salvare la rete), che, a differenza ad es. di Torino, non disponevano di officine aziendali o aziende locali in grado di procedere ai rifacimenti ed alle ristrutturazioni.
Attualmente, come constatato all'ultima Expoferroviaria tenutasi al Lingotto in giugno, pressochè tutti i costruttori mondiali di materiale rotabile propongono almeno una "piattaforma" tranviaria; l'offerta ora esiste, e sembra anche abbondante e attraente! Oltretutto, i nuovi prodotti hanno come caratteristica il "pianale ribassato", senza gradini d'ingresso o uscita per i passeggeri.
Per quanto riguarda la rete torinese, va detto che non tutti i recuperi e rifacimenti hanno avuto esito brillante e soddisfacente; se ciò si può dire per le 2800, non altrettanto lo è stato per le 2700 "bisarche" (già il beffardo soprannome è indicativo: si rifà ad una popolare trasmissione radiofonica del 1951, l'anno in cui entrarono in circolazione i primi esemplari), sempre per tutta la loro vita malviste dal personale (per i problemi che presentavano nelle curve) e dai passeggeri (per l'effetto "mal di mare" dovuto ai serpeggiamenti, al rollio e beccheggio: sembrava di stare su una nave sul mare in burrasca!).
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