ATTS - Associazione Torinese Tram Storici

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Censin49
00domenica 1 gennaio 2012 16:55
dal tram a cavalli al 18
Si è accennato prima al tram 18 che faceva capolinea in piazza Carducci, tram che era il discendente diretto della primitiva linea a cavalli di piazza Castello.
La linea infatti, passata alla STT nel 1881, venne poi raddoppiata interamente come binario; dopo la fusione tra STT e "Belga" venne elettrificata nel 1900, e nel 1913 contrassegnata con la lettera N; dopo l'incorporazione nella rete Atm, nel 1923 venne contrassegnata col numero 18; il 20/9/1923, dopo l'apertura della parte inferiore dei Giardini Reali e del viale da piazza Castello sotto la Prefettura e per i Giardini sino a corso Regina, prolungata per corso Regio Parco e corso Palermo fino a corso Novara (realizzato, dopo l'abbattimento, sulla vecchia cinta daziaria); successivamente, nel 1925, venne prolungata lungo corso Palermo fino al corso Ponte Mosca (negli anni 30 ribattezzato Giulio Cesare), e nel 1931 per via Martorelli fino a via Sempione, con capolinea a triangolo d'inversione di fianco al trincerone del raccordo ferroviario di Vanchiglia. Con piccole variazioni, rimase in esercizio fino alla riforma del 1966, quando (dal 23/8) venne accorpata alla linea 15, da piazza Bengasi a via Lauro Rossi, con percorso però che escludeva il passaggio per via Lagrange e piazza Castello e solo in parte interessava via Nizza.
I binari in via Lagrange, via Carlo Alberto (nell'altro senso)e Giardini Reali rimasero in opera, utilizzati in caso d'emergenza per interruzione degli altri percorsi di attraversamento del centro; nel 1993 vi venne istradata l'attuale linea 18, deviandola dal percorso per via Accademia e via Rossini, per un percorso più centrale. Il binario su via Lagrange aveva però il difetto di passare davanti a una delle mete turistiche più importanti della città, il Museo Egizio, davanti al quale si formavano a volte lunghe code in attesa dell'ingresso al museo, per cui il tram risultava di disturbo. Nel 2004 venne pertanto ripristinato l'istradamento precedente, e via Lagrange privata del binario e pedonalizzata, come pure via Carlo Alberto.
Censin49
00domenica 1 gennaio 2012 17:31
Tracciato della vecchia cinta daziaria
Chi volesse ricostruire il tracciato della vecchia cinta daziaria del 1854, lo può fare facilmente su una carta topografica: i corsi Bramante, Lepanto, Pascoli, Ferrucci, Tassoni, Svizzera (già Altacomba), Mortara, Vigevano, Novara, Tortona, furono realizzati dopo l'abbattimento, negli anni 20, sul suo tracciato. Oltre il Po, come già detto, tracce della cinta rimangono in corso Quintino Sella e corso Giovanni Lanza.
Censin49
00domenica 1 gennaio 2012 17:40
Video della corsa commemorativa del 29/12/2011
Finalmente, sono riuscito a caricare su Youtube il video realizzato giovedi scorso in occasione della corsa commemorativa

davto
00domenica 1 gennaio 2012 22:10
tramlinea5
00lunedì 2 gennaio 2012 12:53
Cari vecchi tram
[SM=g9998] Innanzitutto buon 2012 a tutti voi!!volevo complimentarmi con l'associazione per la splendida iniziativa del 29 dicembre [SM=g1914996] dove purtroppo per motivi di servizio non ho potuto farne parte [SM=x346233] e spero che iniziative di questo tipo che rievocano il passato e la storia dei nostri tram ce ne siano ancora!i tram fanno parte del patrimonio della città e mi rendo conto,sentendo in giro e discutendo,che il tram rimane ancora oggi il mezzo di trasporto pubblico in superficie preferito [SM=x346250] appunto per la sua semplicità e caratteristiche.
Non so come si possa definire tram per esempio quello di Padova (se non sbaglio)con una rotaia nel centro e le ruote di gomma oppure quello senza fili...a me la "ragnatela"come amano definirla non dà nessun fastidio la considero un arredo urbano,le cose che abbruttiscono la città sono altre non bisogna attaccarsi a queste misere cose per sollevarne una questione! Sono d'accordo a rendere i tram accessibili ai disabili e capisco che i gradini possono essere un ostacolo sia per chi ha difficoltà motorie o per chi sta sopra una carrozzina(anche per i passeggini)ma teniamolo sempre con le sue caratteristiche!!!altrimenti non si possono più definire tram!!
Censin49
00lunedì 2 gennaio 2012 20:05
@ tramlinea5 - Anche riguardo ai tram, l'Europa è a due velocità: il Nord Europa, che questi mezzi ha sempre tenuto in gran considerazione, sempre aggiornandoli tecnologicamente e potenziandoli; e il Sud Europa (mi verrebbe da dire con gli economisti: i soliti PIGS), che, nella migliore delle ipotesi, ha conservato i tram più come un mezzo del passato, piuttosto che come un veicolo moderno e adatto al trasporto pubblico di oggi. Ultimamente, anche il SE sta cercando di rivalutare il tram, però in maniera controversa (vedi proprio il caso di Torino, con le sue linee previste nel 1982 e mai attivate; ultimamente la linea 18,passata a gestione con autobus per i lavori del metro e ora stabilmente su gomma, con nuovi autobus appena entrati in servizio).
Per quanto riguarda i tram monorotaia (Translohr), in Italia la loro diffusione sembra limitarsi al Veneto (Mestre, Padova, forse Verona), unica regione ad aver seriamente puntato su questi mezzi, mentre quello de L'Aquila è stato archiviato causa terremoto. (A me, il tram monorotaia ricorda le automobiline dei "tunnel fantasma" dei luna park, infatti funzionano secondo lo stesso principio!)
Giovanni Kaiblinger
00martedì 3 gennaio 2012 08:03
Bè, se vedi attualmente la situazione in Spagna (soprattutto) ed in Portogallo, direi che stanno arrivando ai livelli del Nord Europa.
Ormai penso che siamo noi la pecora nera nella UE per quanto riguarda la gestione del TPL.
naricemirko
00martedì 3 gennaio 2012 14:11
Solo tram e basta, vergogna Italia.
tramlinea5
00martedì 3 gennaio 2012 17:08
Suppongo che nell'ATTS ci sia qualcuno che fa parte o possa arrivare a chi sta in alto che potrebbe far muovere qualche meccanismo per far si che questa tendenza possa svilupparsi nella nostra città.Non dico di far miracoli ma almeno sapere realmente e concretamente come la pensano dall'altra parte.Sarebbe bello una volta fare un'assemblea(grezzamente la butto lì) e discutere un po' sul futuro tranviario a Torino credo che parteciperemmo in tanti.Se si realizza qualcosa fatemi sapere che ci sarò!! [SM=x346220]
Censin49
00mercoledì 4 gennaio 2012 20:13
@GiovanniKaiblinger - Direi che quello che manca in Italia è proprio una "cultura del trasporto pubblico locale"! Basta vedere i tagli nei bilanci che hanno colpito le Regioni in materia; dal canto loro, le aziende di trasporto scaricano semplicemente i tagli sui cittadini, aumentando i prezzi o riducendo le corse (addirittura in Piemonte anche le corse operaie dei bus intercomunali); forse, si vuole continuare a rendere indispensabili le 4ruote: salvo poi lanciare allarmi sull'inquinamento ormai oltre tutti i limiti, e via con le limitazioni, le targhe alterne, ecc. Insomma, pura schizofrenia!
Gliz
00giovedì 5 gennaio 2012 00:51
@tramlinea5: No. Questo non è lo scopo dell'Atts, né deve esserlo. E' chiaro che l'Atts è favorevole al tram (e deve ribadire questa posizione se interpellata istituzionalmente), ma la politica dei trasporti non fa parte dei suoi scopi istituzionali. Farlo sarebbe velleitario e avrebbe come unico risultato di farla risultare invisa al Gtt. E' già successo in altri casi: ricrdoamoci il Museo Nazionale Trasporti che per parola di un suo consigliere "doveva diventare il sindacato degli utenti del Tpl"? Pensiamo a che fine ha fatto (e a quale sorte è toccata ai suoi mezzi)...
tramlinea5
00giovedì 5 gennaio 2012 13:37
@Gliz- La mia proposta era una cosa amicale fatta tra noi anche ad un tavolo in birreria, giusto per rendere l'idea,con la speranza di saperne di più ma non che l'Atts imponga o si debba mettere in conflitto con Comune o Gtt: mi riferivo soltanto se qualcuno molto più vicino a me conoscesse o faccia solamente capire l'importanza del trasporto pubblico tranviario forse anche noi ne sapremmo qualcosa ma tutto fatto in maniera confidenziale ma non volevo dire che l'Atts debba essere la promotrice,ma una cosa fatta da noi da amici del tram,non so se ora sono stato più chiaro,giusto per parlarne e saperne di più!
BUBU56
00mercoledì 11 gennaio 2012 12:35
Ma io non mi farei problemi :e' chiaro che una associazione che si richiama ai trawais come oggetto di culto non fa' certo scandalo se poi cerca di promuoverlo anche istituzionalmente.Altra cosa e' poi il seguito o il valore che questa presa di posizione ufficiale e se sia ascoltata da chi ha potere decisionale.

Ricordo solo che tutti gli investimenti degli ultimi 20-30 anni su mezzi (tanti-tanti bus in piu' e meno tram) e viabilita'(tanti km di rotaie in meno) hanno avuto il bel risultato di diminuire la velocita' media dei servizi pubblici di Torino da 18 km/h degli anni 80/90 ai 17 km/h degli anni dopo il 2000,alla luce di questo si potrebbe addirittura promuovere il tram a cavalli per la zona centrale visto che la sua velocita'sarebbe identica ai cng o anche ai tramsuppostoni di oggi nel traffico del centro ...ma e' meglio non esagerare... andiamo per gradi vah!
[IMG]http://i38.tinypic.com/2j5kkkw.jpg%20...[/IMG] :da questo 3D
Quello che comunque manca e' un po' di fantasia da parte dei manager e consulenti ai trasporti "profumatamente pagati" che piu' che a tagli a servizio e personale non sanno pensare da 40 anni ......almeno io ho parlato di cavalli (gratis NB) mentre questi non riusciranno a migliorare-ottimizzare di certo il servizio riducendolo.....insieme al numero di km e di..... viaggiatori.
BB
Censin49
00venerdì 13 gennaio 2012 20:54
Con Photoshop, mi son permesso qualche "ritocchino" alla foto del tram a cavalli in piazza Statuto, evidentemente un po' "datata"; che ve ne pare, è ringiovanita?



Uploaded with ImageShack.us

Splendida comunque la pariglia di cavalli (tra l'altro, nel viaggio commemorativo del 29/12 scorso, ci è stato spiegato che, all'epoca dei tram a cavalli, le società esercenti erano molto attente a selezionare le coppie di animali destinate al traino, per evitare stonature di colore nel mantello, ecc.; un "tocco" estetico che non poteva esservi che sotto la Mole!)
Possiamo sperare di rivedere, in piazza Statuto o altri siti, idonei, questo bellissimo spettacolo? Un conto è vedere la vettura esposta coi cavalli di legno in forma statica, ben altro è vederla in funzione con equini in carne e ossa!
Censin49
00venerdì 13 gennaio 2012 21:07
Un museo "viaggiante" dei tram; perchè no?
A questo proposito: vedo, da Youtube e altri siti, che in altri paesi (Gran Bretagna, USA, ecc.) sono stati allestiti veri e propri musei "dinamici" di tram d'epoca, a cavalli ed elettrici, con circuiti di binari dedicati. Non si potrebbe realizzare anche in Italia, magari in Piemonte, in qualche zona rurale con spazio a disposizione, qualcosa di simile?
Qui vediamo ad esempio un museo britannico del genere





e qui altri in Australia





DiegoInCassa
00venerdì 13 gennaio 2012 22:33
Formigari vs. ATTS
Leggete qui:
"...A Torino si è fatto di peggio: una motrice a quattro assi e due motori della STEFER di Roma è stata ricostruita, alterandone profondamente la meccanica e la parte elettrica: dotata di quattro motori in luogo dei due originari e di circuito di comando con controller del tipo usato nel parco di Torino, la motrice STEFER è diventata un ibrido di nessun interesse (ci sarebbe poi da chiedere ai torinesi a cosa servano quattro motori su una motrice la funzione della quale sarà al più quella di farsi ammirare i giorni di festa da padri con ragazzini per mano). E fra cent'anni, quando qualcuno vedrà la vettura (ammesso che la stessa non sarà stata nel frattempo mandata a ferro vecchio), si chiederà: era un tram di Roma? no; era un tram di Torino? no; e che cosa era? niente, un tram inventato."

Che ne pensate? Mi sembra una bocciatura senza appello di tutto il lavoro di ATTS in questi anni...
XJ6
00sabato 14 gennaio 2012 15:33
Pessimisco cosmico e negatività ad alzo zero. Mi sembrano commenti alla tanto peggio, tanto meglio. E lasciano il tempo che trovano.

E' vero, nei restauri di Torino ci si prende qualche licenza per motivi di convenienza, ma sarebbe peggio (molto, ma molto peggio) se, in nome del benaltrismo e della fedeltà a tutti i costi all'originale (quale, poi? Tuttii tram hanno subito profonde trasformazioni nel tempo) non si facesse niente (come del resto avviene da moltissime parti, anche senza la "giustificazione" morale del perfezionismo esasperato).
Giampi5
00sabato 14 gennaio 2012 15:47
Avevo già letto l'articolo di Formigari rimanendo a bocca amara.
Oggi come oggi il Tpl è già in crisi, le amministrazioni in genere non hanno tutta questa grande voglia di puntare sul tram, ben vengano allora gli sforzi di alcuni appassionati e... non ci basta nemmeno questo, dobbiamo criticare pure chi fa del bene! E siamo ancora agli inizi, la sfida (se così la vogliamo definire) italiana sul rotabile storico è iniziata si e no da appena un decennio e qualcuno appunto vorrebbe buttare all'aria tutti gli sforzi compiuti?
Era il 2006, quindi sono passati appena 6 anni, quando fu presentata a Roma la 907 restaurata (la 2 assi del 1929 di cui parla l'articolo, che fu costruita in realtà un anno prima, nel 1928), che fu forse l'esperimento pilota di vettura in condizioni pietose a subire un travagliato lavoro di restauro dinamico. Oggi, parlando di tram, ne abbiamo almeno 10-15 funzionanti (oltre al filobus 8021 di Napoli, senza parlare di quelli della Spezia anche se attualmente non circolanti...). E proprio questa settimana si è aggiunta un'altra ciliegina sulla torta, la 1029 napoletana. E tutto questo in uno dei periodi più bui per il Tpl italiano.
Io lo devo confessare, come appassionato sono piuttosto "sportivo", a me (e non solo, anche altri condividono) non importa più di tanto se al rotabile sono state fatte alterazioni atte alla circolabilità sulla rete attuale, l'importante è che sia stato salvato e tornato a nuova vita. Certo, gli indicatori quadrati tipo sulla bolognese potranno dare fastidio a qualche purista, ma gran parte dei ferroamatori è altamente appagata dallo sforzo di venire a Torino anche da città lontane per ammirare la Mrs o la 502 o la 201 fresche di vernice e in ordine di marcia come appena uscite dalla fabbrica. Critiche addirittura a un restauro più vicino all'originale come quello della 907. Hanno montato un inverter? Ma da fuori un comune osservatore nemmeno lo nota. Marcia solo in serie? Prendiamocela con l'Ustif, non con il novero degli appassionati.
Una linea storica come il 7 sembrava impensabile in un contesto come quello italiano, eppure eccola lì, certo un esperimento che richiede aggiustamenti, variazioni, come tutte le cose nuove non è "perfetta" ma intanto è una sfida e da cosa può nascere cosa.
L'unica cosa sulla quale mi trovo d'accordo è sulla conservazione dei rotabili: statici o dinamici che siano, l'importante è che abbiano un tetto sotto il quale proteggersi dalle intemperie, e né a Porta S.Paolo né a Colonna questo è ancora possibile!
[SM=x346228]
Augusto1
00sabato 14 gennaio 2012 19:35
Formigari non ha tutti i torti...
Io mi chiedo per quale motivo si debbano montare su una vettura restaurata banchi di manovra differenti da quelli originari.
Dorafly
00sabato 14 gennaio 2012 20:58
L'unica differenza di quel banco di manovra è la placca superiore di copertura. Ma ho visto che quella originale c'è ancora e nessuno vieta di riposizionarla.

L'immagine del tram a cavalli non è così antica... è datata 1977 come si può notare dal Lancia Esagamma visibile dietro al monumento.
Giovanni Kaiblinger
00sabato 14 gennaio 2012 21:20
Vabbè ragazzi abbiamo scherzato, mandiamo tutto al rottamatore e facciamo finta che tutto questo non sia mai avvenuto.
Giampi5
00sabato 14 gennaio 2012 21:22
[SM=g1885122]
[SM=x346220]

[SM=x346228]
Augusto1
00sabato 14 gennaio 2012 22:59
Dorafly, 14/01/2012 20.58:

L'unica differenza di quel banco di manovra è la placca superiore di copertura. Ma ho visto che quella originale c'è ancora e nessuno vieta di riposizionarla.



Se è per questo nessuno vieta di lasciare quella che è stata messa...
Ma la domanda era un'altra: perchè è stata messa...? Perchè non lasciare ad ogni tram il proprio banco di manovra (o almeno uno identico)?
ZioJO73
00sabato 14 gennaio 2012 23:33
Restauri e ...compromessi!
Mi inserisco nella discussione sui restauri portando la mia opinione che nasce dalla mia umile esperienza di restauratore di mezzi d'epoca.
Spesso ci si trova a dover scendere a compromessi con l'originalità del veicolo per diversi fattori.
Il primo su tutti è legato all'uso del mezzo che si intende fare. Porto ad esempio determinate auto storiche che hanno la ventola di raffreddamento del radiatore collegata al motore: spesso davanti al rediatore tra mascherina e radiatore fa capolino un elettroventola aggiuntiva che garantisce un ottimale raffreddamento anche con motore al minimo ed in colonna. Certo l'elettroventola non sarebbe coerente con il periodo storico del veicolo ma è un compromesso al quale scendono il proprietario ed il restauratore per preservare il mezzo e renderlo più adatto alle condizioni di uso e traffico moderno.
Lo stesso discorso è valido per alcuni mezzi ATTS che logicamente per poter essere utilizzati quotidianamente (almeno così dovrebbe essere sulla linea 7) vengono predisposti per essere sicuri ed affidabili nel 2012 (non nella data di fabbricazione!). Proprio qui sta la differenza: certi mezzi sono nati più di 50 anni fa, epoca in cui il tram "pascolava" per le strade libero da ogni impedimento. Oggi il tram è un "ingombro" a tutto quanto gli si muove intorno, sulla sede stradale. Il tram deve essere sicuro e avere un accelerazione e spazi di frenata di ottimo livello. Conoscendo molto da vicino lo spirito che anima gli "ATTS BOYS" so per certo che se si fossero potute evitare determinate modifiche ai mezzi ci si sarebbe risparmiati la fatica, i soldi ed i grattcapi ad esse connesse.... e pure le crictiche che spesso vanno oltre la logica sfociando forse in commenti che io definirei "invidiosi"....
Il secondo fattore, è definito dalla condizione economica in cui versa il proprietario del mezzo da restaurare. Nel caso di ATTS, si fanno dei restauri che devono essere più L0NGEVI possibile in relazione all'uso dei mezzi. Ecco che allora si resinano i tetti dei mezzi e si fanno scelte legate alla salvaguardia del mezzo. Sostanzialmente perchè non ci si può permettere di rimaneggiare i mezzi ogni qualvolta ci sia da sistemare qualcosa.
Il terzo e più rilevante fattore è legato all'ente che detta le regole per far circolare i mezzi. Sono regole che se non si rispettano non si torna sulle rotaie. Punto e basta. Quindi se per far tornare su un binario un tram storico sarà necessario montare un inverter, violentare il truck con un freno a pattino elettromagnetico (vedi 116), ben venga. E' sempre meglio subire un compromesso che vedere un tram statico ed inanimato, o peggio ancora non vederlo proprio e lasciarlo demolire perdendo un pezzo di storia.
In fondo, analizzando un mezzo storico nella sua completezza, non è semplice spiegare che è stato fabbricato nell'anno tot, usato nella città tot, demolito in data tot, recuperato e restaurato da tot, ed in data tot, e modificato con motori, avviatore, pantografo, inverter, ecc.. per poter essere riutilizzato? E' proprio così difficile avere un minimo di elasticità mentale, e imparare a gioire della rinasicita di un ulteriore tram, senza tutte le volte scadere in "questo non va bene, quello non è originale, ecc..."?
In risposta allo scritto riportato edito da tal Sig. Formigari io credo che fra cent'anni (ammesso che la vettura esista ancora dopo la terza guerra mondiale scatenata dall'Iran con le sue bombe nucelari, la Cina, la fine del mondo dell'Ape Maia o il collasso dell'Euro voluto dalla Merkel..) si potrà dire che se non fosse stato per "quelli dei quattro motori anzichè due, del controller e delle modfiche elettriche" la motrice non ci sarebbe proprio, scomparsa nel piazzale di un demolitore. E ben vengano le modifiche per poterla ammirare anche solo i giorni di festa da padri con ragazzini per mano.
Noi siamo Torinesi, ci accontentiamo di "POCO"!!!!
Ma nel nostro accontentarci stiamo realmente facendo qualcosa per lasciare un bel patrimonio storico ai nostri posteri, che non saranno necessariamente solo Torinesi!

Ciao. JO [SM=x346232]
Augusto1
00sabato 14 gennaio 2012 23:39
Tutto giusto, tranne il "tal Sig. Formigari". Si può condividere o meno il suo pensiero, ma se frequenti l'ambiente tranviario potresti almeno informarti sulla persona e sulle conoscenze che può vantare.

Potresti togliermi tu la curiosità che avevo già manifestato? Come mai non si mettono i banchi di manovra propri?
ZioJO73
00domenica 15 gennaio 2012 00:04
Augusto, indipendentemente da chi si è o da quali conoscenze si hanno, esperienza o doti dalla nascita, lo scritto oggetto di questa ultima discussione espone un concetto che sul finale denota un certo tono polemico. Logicamente i toni polemici attirano reazioni altrettanto polemiche. Come appunto tu stesso affermi è discutibile il pensiero, ma non il tono.
E nessuno ci autorizza, (me in primis) a sentenziare sul lavoro altrui, nè le conoscenze, nè l'esperienza, nè il ceto sociale, o quant'altro. Nulla ci vieta di esporre la propria convinzione senza però avere un tono denigratorio nei confronti di chi è oggetto della critica. Anche se lo si fa con garbo ed educazione.

Per quanto riguarda la placca del banco da manovra non ti posso aiutare: io non frequento ATTS, difficilmente vado agli incontri serali (è parecchio distante da casa mia), e non ne conosco i meccanismi interni propri dell'associazione. Conosco bene alcuni componenti del direttivo e proprio per questo mi sento di garantire perchè ho ben chiaro che persone sono e come la pensano.
Mi vien da dire la cosa più semplice: può essere che la placca originale sia in lavorazione e momentaneamente sia stata sostituita dalla placca "muletto" durante un passaggio ai box ATTS????
Poi che diamine! In fondo è mica una modifica strutturale!!!!
Elasticità.... [SM=x346239]

Ciao. JO [SM=x346232]
Augusto1
00domenica 15 gennaio 2012 00:18
Ah, figurati, io sono elasticissimo. [SM=x346230]
Ma credo che i tram in restauro a Torino usciranno tutti con lo stesso banco di manovra. Mi sbaglierò? Può darsi.
Francesco E.
00domenica 15 gennaio 2012 00:59
Problema di conducenti?
Giovanni Kaiblinger
00domenica 15 gennaio 2012 12:45
Ah, può essere benissimo questa la questione; uniformare i banchi per rendere più agevole il lavoro del conducente.
XJ6
00domenica 15 gennaio 2012 13:19

Non sempre sono d'accordo con Augusto (spessissimo sì, però) a proposito della critica dell'Ing Formigari (pazienza se ZioJo non lo conosce. Ciò non gli impedisce di essere bravissimo in tante altre cose legate al mondo dei trasporti e non solo, di fare dei lavori mirabili e di stare per assumersi l'onere di restaurare tutto da solo una due assi torinese salvandola dalla fiamma ossidrica. A differenza di quelli che sono bravi a criticare e basta, Ing. compreso, a prescindere dai notevolissimi e innegabili crediti acquisiti da questi negli anni grazie alla sua profondissima cultura trasportistica).

Non condivido, nello specifico, quando Augusto dice che Formigari non ha tutti i torti, in quanto sulla vicenda specifica Formigari HA tutti i torti.

Quattro motori invece di due, infatti, una placca di controller diversa e modifiche elettriche non giustificano il buttare a mare tutto un complesso e apprezzabile lavoro di salvaguardia della memoria - come ha ben spiegato ZioJo - con critiche del tutto ingenerose.

Sul perché sia stato usato un controller diverso, non lo so. Bisognerebbe chiederlo agli amici dell'ATTS. Si tratta di una scelta discutibile (infatti la stiamo discutendo) e frutto evidentemente di compromessi (l'ipotesi che sia stato fatto per rendere la vita più semplice ai conducenti mi sembra verosimile). Mi pare, comunque, che non sia un peccato capitale. Ho memoria di altre città che anche ai propri tram regolarmente in servizio ha apportato via via modifiche a controller, motori e impianto elettrico, oltre a mille altre cose.
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