Restauri e ...compromessi!
Mi inserisco nella discussione sui restauri portando la mia opinione che nasce dalla mia umile esperienza di restauratore di mezzi d'epoca.
Spesso ci si trova a dover scendere a compromessi con l'originalità del veicolo per diversi fattori.
Il primo su tutti è legato all'uso del mezzo che si intende fare. Porto ad esempio determinate auto storiche che hanno la ventola di raffreddamento del radiatore collegata al motore: spesso davanti al rediatore tra mascherina e radiatore fa capolino un elettroventola aggiuntiva che garantisce un ottimale raffreddamento anche con motore al minimo ed in colonna. Certo l'elettroventola non sarebbe coerente con il periodo storico del veicolo ma è un compromesso al quale scendono il proprietario ed il restauratore per preservare il mezzo e renderlo più adatto alle condizioni di uso e traffico moderno.
Lo stesso discorso è valido per alcuni mezzi ATTS che logicamente per poter essere utilizzati quotidianamente (almeno così dovrebbe essere sulla linea 7) vengono predisposti per essere sicuri ed affidabili nel 2012 (non nella data di fabbricazione!). Proprio qui sta la differenza: certi mezzi sono nati più di 50 anni fa, epoca in cui il tram "pascolava" per le strade libero da ogni impedimento. Oggi il tram è un "ingombro" a tutto quanto gli si muove intorno, sulla sede stradale. Il tram deve essere sicuro e avere un accelerazione e spazi di frenata di ottimo livello. Conoscendo molto da vicino lo spirito che anima gli "ATTS BOYS" so per certo che se si fossero potute evitare determinate modifiche ai mezzi ci si sarebbe risparmiati la fatica, i soldi ed i grattcapi ad esse connesse.... e pure le crictiche che spesso vanno oltre la logica sfociando forse in commenti che io definirei "invidiosi"....
Il secondo fattore, è definito dalla condizione economica in cui versa il proprietario del mezzo da restaurare. Nel caso di ATTS, si fanno dei restauri che devono essere più L0NGEVI possibile in relazione all'uso dei mezzi. Ecco che allora si resinano i tetti dei mezzi e si fanno scelte legate alla salvaguardia del mezzo. Sostanzialmente perchè non ci si può permettere di rimaneggiare i mezzi ogni qualvolta ci sia da sistemare qualcosa.
Il terzo e più rilevante fattore è legato all'ente che detta le regole per far circolare i mezzi. Sono regole che se non si rispettano non si torna sulle rotaie. Punto e basta. Quindi se per far tornare su un binario un tram storico sarà necessario montare un inverter, violentare il truck con un freno a pattino elettromagnetico (vedi 116), ben venga. E' sempre meglio subire un compromesso che vedere un tram statico ed inanimato, o peggio ancora non vederlo proprio e lasciarlo demolire perdendo un pezzo di storia.
In fondo, analizzando un mezzo storico nella sua completezza, non è semplice spiegare che è stato fabbricato nell'anno tot, usato nella città tot, demolito in data tot, recuperato e restaurato da tot, ed in data tot, e modificato con motori, avviatore, pantografo, inverter, ecc.. per poter essere riutilizzato? E' proprio così difficile avere un minimo di elasticità mentale, e imparare a gioire della rinasicita di un ulteriore tram, senza tutte le volte scadere in "questo non va bene, quello non è originale, ecc..."?
In risposta allo scritto riportato edito da tal Sig. Formigari io credo che fra cent'anni (ammesso che la vettura esista ancora dopo la terza guerra mondiale scatenata dall'Iran con le sue bombe nucelari, la Cina, la fine del mondo dell'Ape Maia o il collasso dell'Euro voluto dalla Merkel..) si potrà dire che se non fosse stato per "quelli dei quattro motori anzichè due, del controller e delle modfiche elettriche" la motrice non ci sarebbe proprio, scomparsa nel piazzale di un demolitore. E ben vengano le modifiche per poterla ammirare anche solo i giorni di festa da padri con ragazzini per mano.
Noi siamo Torinesi, ci accontentiamo di "POCO"!!!!
Ma nel nostro accontentarci stiamo realmente facendo qualcosa per lasciare un bel patrimonio storico ai nostri posteri, che non saranno necessariamente solo Torinesi!
Ciao. JO