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Rischia veramente la distruzione il Trasporto Pubblico Locale in Italia!

Ultimo Aggiornamento: 06/12/2014 15:30
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28/06/2010 13:05
 
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tranviere veterano
dal ILMATTINO del 26/06/2010
Cascetta: aprire subito i cantieri per ridare fiato all’occupazione

Un «Progetto Mezzogiorno» per colmare il divario dal resto del Paese, salvare le risorse, aprire i cantieri, rilanciare l’economia: è la road map di Ennio Cascetta, l’ingegnere tornato all’Università dopo dieci anni da assessore. «Sono d’accordo con Napolitano. Il modo migliore per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia è porsi seriamente la questione del Sud». Dentro la crisi del Mezzogiorno c’è il caso della Campania. I dati di Bankitalia dicono che nel Sud la nostra regione sta peggio di tutte. «I dati sono drammatici. Nel 2009 il Pil in Italia è calato del 5 per cento, nel Sud del 4,5. Ma in Campania il calo è del 5,5, ovvero decine di migliaia di posti di lavoro in meno». Da cosa dipende? «Le rispondo con due dati: nel 2009 l’esportazione è calata del 17 per cento e la spesa turistica del 14. Penso che buona parte di questi crolli siano effetto dello scadimento di immagine dovuto ai rifiuti e alla criminalità». Vuol dire che c’è stata troppa cattiva pubblicità? «Sicuramente c’è stata troppa enfasi e anche un certo compiacimento. Talvolta non si tiene conto che gli altri ci guardano attraverso i nostri occhi e se ci guardiamo in negativo gli altri fanno lo stesso». Come si recupera il gap? «Il futuro è incerto. Vorrei citare un altro dato: il settore che ho seguito da assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture ha dato una mano seria all’economia. Dal 2000 al 2010 abbiamo creato il 2,8 per cento del Pil e nel 2009 mentre il mercato privato (cito dati Acen) ha registrato un decremento del 15 per cento, per le opere pubbliche c’è stato un aumento del 30 per cento. Insomma, nonostante una forte crisi dell’automovie, come dimostra la vicenda di Pomigliano, il ferrotranviario, il navale, l’aerospaziale hanno retto, hanno creato posti di lavoro e servizi. Ma ora, ed ecco perchè dico che il futuro è incerto, la festa è finita». Mancano i soldi o i progetti? «Nell’ultimo anno non è stato aperto un nuovo cantiere. Tutti i progetti che dovevano partire con i fondi Fas sono fermi: l’alta capacità Napoli-Bari; il raddoppio della Circumvesuviana a Pompei; la Lioni-Grottaminarda; l’aeroporto di Grazzanise; l’ammodernamento della statale Telesina; la metropolitana di Napoli. Sono progetti già pronti, per la gran parte finanziati ma bloccati perchè i fondi Fas non sono stati trasferiti alle Regioni. Anzi, si continua a tagliare e le risorse che restano sono solo virtuali». La colpa è della Lega che tira il governo verso il Nord o del Sud che non sa far valere le proprie ragioni? «Il vero problema è che non c’è un luogo dove si ragiona seriamente di Mezzogiorno. Per il Sud serve una politica mirata, serve una scaletta di priorità, serve ”più sistema” tra le regioni ma anche tra regioni, governo e parti sociali. Come si fa a dire che il Sud è importante se poi non c’è una sede dove discuterne? Anzi il Mezzogiorno è considerato una palla al piede, anche da chi non è leghista. All’assemblea di Confindustria la Marcegaglia ha citato per la prima volta il Sud a pagina 17 per definirlo una palla al piede. È triste dirlo, ma la sensazione è che la classe dirigente non abbia la volontà di affrontare il problema. Ecco perchè serve un tavolo, io dico un ”Progetto Mezzogiorno”, che metta assieme tutti i soggetti, a partire dal governo». Bassolino fece un tentativo. Perchè fallì? «Naufragò per una situazione di contingenza politica. Fu firmato un protocollo con governo e parti sociali per quattro priorità da finanziare con 67 miliardi. Poi cadde il governo Prodi e tutto saltò. In Italia purtroppo c’è la pessima abitudine che quando cambia un governo, sia esso nazionale o locale, chi arriva cambia tutto». Le Regioni battono i pugni. Anche per il suo successore Sergio Vetrella sono inaccettabili i tagli ai trasporti. «Sinora la protesta più forte l’ha fatta Formigoni, che è di centrodestra. È quanto dire. Ora leggo che le Regioni vogliono restituire le deleghe. Lo capisco. Non è possibile trasferire le funzioni e poi chiudere i rubinetti»
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