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Rischia veramente la distruzione il Trasporto Pubblico Locale in Italia!

Ultimo Aggiornamento: 06/12/2014 15:30
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17/06/2010 18:40
 
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da IL MATTINO del 17/06/2010

È il sistema del trasporto pubblico su gomma l’emergenza tra le più complesse che dovrà essere affrontata nei prossimi giorni dagli organismi istituzionali e di governo. Il 30 giugno scatta l’ultimatum della Regione Campania per le province che non hanno affidato tramite gara d’appalto il servizio di trasporto pubblico locale, così come disposto dall’ultima delibera regionale del 28 dicembre (prorogata a marzo). Il rischio incombente è che la Regione ritiri a fine mese le deleghe alle province inadempienti, pur se titolari di un apposito piano di bacino come nel caso di Caserta. Con conseguenze quanto meno «imprevedibili» per le 22 ditte private e le due società pubbliche che esercitano l’attività all’interno di una rete provinciale che si estende su 12 milioni di chilometri di percorrenza, di cui 1,9 milioni soltanto nel comprensorio del capoluogo. Tempo di novità, quindi, e di svolte fondamentali per un comparto già tormentato a fronte dei tagli che sono stati stabiliti dal governo nell’ultima Finanziaria, a fronte delle difficoltà gravissime in cui si ritrova il Consorzio Unico Campania cui aderiscono le due società pubbliche casertane Ctp e Acms, quest’ultima in liquidazione con 540 addetti. Eppure in un quadro così complicato non sembrano mancare indicazioni strategiche a lungo termine e che non comportebbero particolari aggravi sotto il profilo economico e gestionale. Basterebbe cominciare ad attuare integralmente tutti gli articoli (52) della legge regionale numero 3 del 2002, varata dall’assessore al ramo Cascetta, pietra miliare per il riassetto del Tpl. Ne è convinto il direttore generale dell’Acms, Eliseo Cuccaro. «Ci sono passaggi indispensabili della normativa che non sono mai stati osservati - ha spiegato - penso per esempio al regolamento per il subaffidamento dei servizi che doveva essere predisposto entro 120 giorni dall’emanazione della legge e che non è stato mai attivato. L’adozione di questo strumento consentirebbe una riduzione dei costi e una migliore opportunità di impresa. Penso anche all’esigenza di affiancare al sistema di gara unica per l’acquisto degli autobus altrettante gare uniche per la manutenzione e i ricambi, annullando la duplicazione dei costi». Altro nodo da sciogliere l’affidamento di servizi i cui relativi contratti sono scaduti alla fine del 2003. «Sarebbe utile a questo proposito - conclude Cuccaro - ripartire attraverso procedure concorsuali tese a razionalizzare la frammentazione di operatori, ben cento in Campania».
[Modificato da (ferpas) 17/06/2010 18:42]
17/06/2010 18:42
 
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Sempre che il servizio cittadino sia adeguato, molte linee CTP potrebbero fare interscambio a Scampia con i bus ANM e metro, io la CTP non la farei arrivare nemmeno al Cardarelli, un'altro capolinea di interscambio se si trova lo spazio nelle vicinanze di Capodichino, poi piazzale tecchio e infine al brin o nelle vicinanze.
17/06/2010 18:46
 
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io questo intendevo bisogna cercare di razionalizzare le linee con grande risparmio di tempo per l'utenza e di gasolio per le aziende, senza contare poi che facendo meno strada si risparmiano anche sull'usura dei mezzi che si troveranno a percorrere meno km l'anno

insomma so che non è facile lo ripeto però in tempo di crisi bisogna pensare a tutto
[Modificato da (ferpas) 17/06/2010 18:46]
17/06/2010 19:47
 
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Vincenzo201, 17/06/2010 16.46:


Significherebbe l'addio all'integrazione tariffaria.



Perchè? Cosa c'entra?

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17/06/2010 19:52
 
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vomerocentrale48, 17/06/2010 18.42:

Sempre che il servizio cittadino sia adeguato, molte linee CTP potrebbero fare interscambio a Scampia con i bus ANM e metro, io la CTP non la farei arrivare nemmeno al Cardarelli, un'altro capolinea di interscambio se si trova lo spazio nelle vicinanze di Capodichino, poi piazzale tecchio e infine al brin o nelle vicinanze.



L'obiettivo di CTP è quello di tendere ad interscambiare col ferro. In quest'ottica perchè mai considerare Scampia il principale nodo della zona nord? Chiaiano appare ottimo sia per M5 che per M4 (anche perchè arrivando lì fanno prima) e arrivare al Cardarelli risponde anche alla logica di portare la gente alla zona ospedaliera, assurdo chiedere un interscambio quando viene collegato anche l'ingresso inferiore del secondo Policlinico, lontano dalla metro. Piazzale Tecchio è già stato individuato, così come altri nodi saranno Giugliano MCNE (già attivo) e Giugliano-Qualiano FS (non appena le condizioni ambientali lo permetteranno. Il capolinea del Ponte della Maddalena è cosa fatta, e lì si rimarrà.

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17/06/2010 20:09
 
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Chiaiano è chiaro ma la le linee sono circolari.
17/06/2010 21:08
 
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Vincenzo201, 17/06/2010 16.46:

Significherebbe l'addio all'integrazione tariffaria.


Augusto1
Perchè? Cosa c'entra?



Ne ho la vaga sensazione. Si verranno a creare delle aree in cui ogni operatore agisce senza il disturbo di altri. In pratica le aziende, soprattutto una Anm limitata a Napoli, o anche andando in là con le ipotesi un'azienda comunale che unisca Anm e Metronapoli, non avrebbero interesse al biglietto unico. Al limite potrebbero nascere accordi "spontanei" di tariffa cumulativa (treno + Anm per esempio).
Ora pensiamo al Comune che gestisce solo le linee urbane: sarà d'accordo ad aumentare le proprie tariffe a danno degli elettori, pur di favorire l'integrazione tariffaria?
Una cosa simile si è verificata in Lombardia, con l'ATM che si è ritirata all'interno dell'area suburbana (che esiste, almeno per ora, anche a Napoli) e che è tra i maggiori avversari del biglietto unico: infatti da quelle parti il biglietto urbano è ancora fermo a 1 Euro, a scapito dei titoli extraurbani.
[Modificato da Vincenzo201 17/06/2010 21:13]
17/06/2010 22:55
 
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Ma che dice Vetrella... forse non sa che nessun azienda di trasposti in Italia ma anche in Europa è in pareggio con il bilancio, è ovvio che il trasporto pubblico deve essere pagato dai cittadini, parte con i biglietti e parte con le tasse. Altrimenti a cosa servono le accise sulla benzina?


Nemmeno io condivido una politica che privilegi il bilancio rispetto alle esigenze sociali, ma bisogna superare la mentalità che ci debba essere per forza la perdita, altrimenti si rischia di vivere il TPL con la spada di Damocle di tagli e soppressioni per ragioni di bilancio. Chiediamoci, semmai, perché ci siano le passività: forse per offerte che partono in perdita per propria scarsezza (corse poco frequenti, che saltano) o perché non si è pianificato per far sì che il servizio fosse allettante (corsie preferenziali, per esempio)? Dagli anni '60 a questa parte si è badato più a spendere soldi per far andare gli autobus in strada ma non a far sì che potessero circolare liberati dal traffico e dalle auto in doppia fila.
Le accise sulla benzina sono in contraddizione con l'obiettivo di portare i cittadini dall'auto al mezzo pubblico: nel momento in cui gli utenti del TPL aumentano e le auto in strada diminiscono, le aziende di trasporto pubblico si trovano paradossalmente con meno soldi.
[Modificato da Vincenzo201 18/06/2010 02:01]
17/06/2010 23:02
 
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bisogna cercare di razionalizzare le linee con grande risparmio di tempo per l'utenza e di gasolio per le aziende, senza contare poi che facendo meno strada si risparmiano anche sull'usura dei mezzi che si troveranno a percorrere meno km l'anno


Ammettiamo che l'utente scenda a un capolinea periferico. Dopo dovrà prendere la metro o un bus urbano: attualmente questi mezzi sarebbero in grado di supportare, o anche sopportare, una migrazione di passeggeri?
17/06/2010 23:06
 
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Questa del biglietto Unico a mio avviso è la mazzata definitiva! Il colpo del KO!!!
Pur se fino ad ora ho sempre acquistato il biglietto, con l'eliminazione del biglietto Unico sarò il primo a non acquistarlo più!
Una sola parola: VERGOGNA!!!


Se fanno tutti così torneremo al biglietto Unico vecchia maniera: un Unico biglietto trovato sul bus durante i controlli. [SM=x346225]
17/06/2010 23:34
 
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L'ho già detto giorni fa: mi sembra che si stia mettendo troppo presto il carro davanti ai buoi...

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18/06/2010 02:00
 
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Ho effettuato una breve ricerca sul Sitam, l'integrazione in provincia di Milano. A capo della gestione non c'è una società super partes, ma l'ATM, accusata dalle altre aziende di non rispettare i pagamenti e tenere da sola i cordoni della borsa. Ebbene, da settembre il Sitam rischia di fare la fine che sta rischiando Unicocampania, con l'uscita dell'AGI. Non è che anche a Napoli si penserà di dare lo stesso potere all'ANM?
18/06/2010 07:33
 
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Caro Vincenzo di carne a cuocere ne hai messa, le aziende di Napoli tipo ANM sono ancora all'età della pietra ATM gestisce tante altre cose oltre il tpl milanese e non solo in Italia ma anche in europa vedi in Danimarca, per il biglietto Unico sono sicuro che alla fine non salta ma ci saranno dei cambiamenti e il primo sarà quello di piazzare propri uomini nel consorzio al posto di quelli piazzati da Bassolino, una vera riorganizzazione del tpl non si potrà fare finché non terminano alcuni progetti vedi Linea 1, linea arcobaleno, linea 6 e quelli della Cumana e della Circumfleghea. Gli interscambi si possono fare se ANM fa il suo dovere, mettere delle vere linee di forza che partono dal capolinea di interscambio e vanno al centro, ma non come oggi io parlo di frequenza di 3 e 5 minuti, poi se il ferro fa la sua parte tante linee possono anche essere razzionalizzate,
18/06/2010 13:07
 
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Sai proprio ieri anche io pensavo che tutto questo casino è stato creato per rinnovare le poltrone null'altro [SM=x346236]
18/06/2010 13:12
 
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Vincenzo201, 17/06/2010 22.55:


Ma che dice Vetrella... forse non sa che nessun azienda di trasposti in Italia ma anche in Europa è in pareggio con il bilancio, è ovvio che il trasporto pubblico deve essere pagato dai cittadini, parte con i biglietti e parte con le tasse. Altrimenti a cosa servono le accise sulla benzina?


Nemmeno io condivido una politica che privilegi il bilancio rispetto alle esigenze sociali, ma bisogna superare la mentalità che ci debba essere per forza la perdita, altrimenti si rischia di vivere il TPL con la spada di Damocle di tagli e soppressioni per ragioni di bilancio. Chiediamoci, semmai, perché ci siano le passività: forse per offerte che partono in perdita per propria scarsezza (corse poco frequenti, che saltano) o perché non si è pianificato per far sì che il servizio fosse allettante (corsie preferenziali, per esempio)? Dagli anni '60 a questa parte si è badato più a spendere soldi per far andare gli autobus in strada ma non a far sì che potessero circolare liberati dal traffico e dalle auto in doppia fila.
Le accise sulla benzina sono in contraddizione con l'obiettivo di portare i cittadini dall'auto al mezzo pubblico: nel momento in cui gli utenti del TPL aumentano e le auto in strada diminiscono, le aziende di trasporto pubblico si trovano paradossalmente con meno soldi.



Infatti forse Vetrella ha chiesto proprio la verifica delle pasività. Purtroppo è risaputo che il TPL è per definizione un azienda a perdere, ma non per questo bisogna sperperare il danaro pubblico. Le aziende comunque devono cercare di risparmiare e far quadrare quanto più è possibile i conti. [SM=x346228]

Le linee in perdita devono essere coperte da quelle in attivo semplice no. Se non ci si riesce allora è giusto come dici di cercare di rendere le linee in perdita più allettanti.

La promozione del TPL non deve mai terminare.
[Modificato da (ferpas) 18/06/2010 13:23]
18/06/2010 19:17
 
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(ferpas), 18/06/2010 13.12:

Vincenzo201, 17/06/2010 22.55:


Ma che dice Vetrella... forse non sa che nessun azienda di trasposti in Italia ma anche in Europa è in pareggio con il bilancio, è ovvio che il trasporto pubblico deve essere pagato dai cittadini, parte con i biglietti e parte con le tasse. Altrimenti a cosa servono le accise sulla benzina?


Nemmeno io condivido una politica che privilegi il bilancio rispetto alle esigenze sociali, ma bisogna superare la mentalità che ci debba essere per forza la perdita, altrimenti si rischia di vivere il TPL con la spada di Damocle di tagli e soppressioni per ragioni di bilancio. Chiediamoci, semmai, perché ci siano le passività: forse per offerte che partono in perdita per propria scarsezza (corse poco frequenti, che saltano) o perché non si è pianificato per far sì che il servizio fosse allettante (corsie preferenziali, per esempio)? Dagli anni '60 a questa parte si è badato più a spendere soldi per far andare gli autobus in strada ma non a far sì che potessero circolare liberati dal traffico e dalle auto in doppia fila.
Le accise sulla benzina sono in contraddizione con l'obiettivo di portare i cittadini dall'auto al mezzo pubblico: nel momento in cui gli utenti del TPL aumentano e le auto in strada diminiscono, le aziende di trasporto pubblico si trovano paradossalmente con meno soldi.



Infatti forse Vetrella ha chiesto proprio la verifica delle pasività. Purtroppo è risaputo che il TPL è per definizione un azienda a perdere, ma non per questo bisogna sperperare il danaro pubblico. Le aziende comunque devono cercare di risparmiare e far quadrare quanto più è possibile i conti. [SM=x346228]

Le linee in perdita devono essere coperte da quelle in attivo semplice no. Se non ci si riesce allora è giusto come dici di cercare di rendere le linee in perdita più allettanti.

La promozione del TPL non deve mai terminare.



Io credo che le passività siano dovute a molti fattori e tra quelli più gravosi secondo me ci sono gli ammortamenti dovuti all'acquisto di nuovi mezzi, però sinceramente sto parlando senza alcun dato alla mano quindi è pura aria fritta.
Riguardo il principio di rendere più allettante il tpl vi consiglio (anche se sono sicuro che molti di voi lo avete già fatto) di vedere su internet la puntata di Report di quest'anno in cui si discuteva del trasporto pubblico in Europa al fine di capire cosa significa realmente interscambiare con una fermata/stazione in un qualsiasi altro stato che non sia l'Italia

https://projecteuler.net/profile/Gjemon.png
18/06/2010 19:31
 
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(ferpas), 18/06/2010 13.07:

Sai proprio ieri anche io pensavo che tutto questo casino è stato creato per rinnovare le poltrone null'altro [SM=x346236]



E perchè mai? Mica sarebbe stato necessario...

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18/06/2010 21:00
 
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Augusto scusa se vado OT ma questi ogni giorno ne tirano una nuova fuori, quando pensano di fare i fatti Bassolino ormai non c'è più dal mattino
NAPOLI (18 giugno) - «Quando la giunta regionale precedente (guidata da Antonio Basslino, ndr) ha firmato lo sforamento del patto di stabilità ha licenziato, dalla sera alla mattina, 3.500 forestali a cui si aggiungono 1.200 stagionali».

È quanto afferma il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, in relazione alla questione del mancato pagamento degli stipendi ai forestali che oggi hanno protestato a Napoli. «Si tratta di 5mila persone in tutto - ha detto a margine del convegno Europa-Cina, in corso a Castel dell'Ovo - e stiamo lavorando per garantire loro il pagamento degli stipendi dopo un atto di licenziamento».

Il punto è che i fondi per gli stipendi, come ha precisato Caldoro, «sono stati inseriti nella parte di indebitamento del bilancio regionale». Ma lo sforamento del patto, come ha ribadito Caldoro, «non consente il ricorso all'indebitamento. Chi ha sforato sapeva che non avrebbe potuto pagare».

«È un obbligo nostro risolvere il problema - ha aggiunto - e dobbiamo farlo con una manovra di bilancio e trovare all'interno del bilancio i tetti entro i quali per una soluzione». «Quella dei forestali - ha concluso - rispecchia la situazione economica della Campania».
[Modificato da vomerocentrale48 18/06/2010 21:01]
19/06/2010 01:57
 
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ANM solo a Napoli (come alcuni temono o pensano)
Mi pare anacronistico: sono decenni che l'area urbanizzata si estende ben oltre San Giovanni e Bagnoli: sarebbe utile una pianificazione unitaria. Anzi, sarebbe meglio allargare l'area di influenza dell'azienda urbana.
19/06/2010 10:10
 
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X Vincenzo ad esempio queste linee potrebbero passare ad EAVBUS
3-5-158-176-177 e inoltre la 171 toglierla e potenziare la A37 CTP in questo modo si può potenziare qualche linea cittadina
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