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| tranviere senior | |
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Con l’acronimo inglese NIMBY, che letteralmente sta a significare "Not In My Back Yard", "Non nel mio cortile”, si indica un atteggiamento tipico delle proteste dei frontisti contro opere di interesse pubblico o non, che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite, come ad esempio grandi vie di comunicazione, ferrovie ad alta velocità, tranvie, termovalorizzatori, discariche, elettrodotti, e così di seguito. L'atteggiamento consiste nel riconoscere come necessari, o comunque possibili, gli oggetti del contendere ma, contemporaneamente, nel non volerli nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale o sulle proprie inveterate abitudini. Un tipico esempio di Nimby alla romana sono gli aderenti ad un’associazione del quartiere Celio che si sono tenacemente opposti alla realizzazione della prevista fermata Celimontana della metro C, utilissima a decongestionare il quartiere in quanto ubicata proprio di fronte al grande nosocomio militare e comunque prossima ad altri importanti uffici pubblici ubicati sempre in quel quartiere. Le motivazioni ufficiali accampate da tali soggetti erano apparentemente di ordine archeologico e statico per il timore di veder compromessa la stabilità degli edifici destinati ad essere sottopassati dalle gallerie. Di fatto quello che rendeva loro intollerabile la realizzazione dell’opera era invece la cantierizzazione per un lungo periodo di tempo di Piazza Celimontana, con la definitiva scomparsa di un consistente numero di posti auto (l’area sarebbe stata poi interessata da consistenti interventi di pedonalizzazione), oltre al possibile stravolgimento di consolidate attività commerciali e artigianali del quartiere per effetto dei maggiori flussi pedonali indotti dall’opera (leggasi più turisti e più movida notturna). Risultato: grazie agli immancabili ammanicamenti politico mafiosi degni di Roma Capitale le competenti funzioni apicali hanno deciso che la stazione non verrà più realizzata; al suo posto però, per improcrastinabili esigenze tecnico infrastrutturali e di rispetto delle vigenti normative in materia di sicurezza, è in corso di realizzazione un pozzo di rilevanti dimensioni destinato a ospitare le prese d’aria delle gallerie della metro oltre alle indispensabili uscite di emergenza, in quanto la tratta compresa fra le fermate Ipponio e Colosseo è di notevole estensione ed è inoltre caratterizzata da un flesso di curve abbastanza pronunciato. Altra conseguenza nefasta dell’opera dei Nimby, guarda caso legata sempre alla costruenda linea C della metro, è la messa in discussione della fermata Chiesa Nuova originariamente prevista lungo Corso Vittorio Emanuele II; con la solita scusa delle possibili presenze archeologiche e dei timori per la statica degli storici edifici circostanti questi soggetto, certamente molto altolocati e bene ammanicati, vogliono imporre la realizzazione di una estesa tratta di metropolitana, quella compresa fra le fermate Venezia e San Pietro, priva di fermate intermedie. Peccato che gli stessi frontisti non abbiano mai paventato analoghi timori per un’altra opera da tempo in corso di realizzazione nelle immediate vicinanze di Corso Vittorio Emanuele II: sto parlando del fantomatico parcheggio sotterraneo che dovrebbe vedere la luce di fronte a Ponte Mazzini nelle immediate vicinanze del liceo Virgilio; un’opera certamente più invasiva della metro quanto a flussi di traffico veicolare privato indotti.
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