TRAM DI TRIESTE

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liquidatore
00mercoledì 21 settembre 2011 12:27
@ iltriestino

Mia madre, che ha vissuto per qualche tempo a Trieste, parlava di Tram di Opcina ... amarcord.

Forse il nome "osmizza" ha a che fare con la vicinanza della (ex) Jugoslavia ?

Scusate l'OT.
iltriestino
00sabato 1 ottobre 2011 22:38
Certo che si, difatti è un vocabolo del dialetto triestino che traslittera lo sloveno "osmica" (la c si legge z).
è uno spaccio temporaneo e stagionale per la vendita al dettaglio e consumazione sul posto di vini e prodotti tipici (quali uova, prosciutti, salami e formaggi) vendita che avviene direttamente nei locali e nelle cantine dei contadini che li producono. Le osmizze sono tipiche di tutto l'altipiano carsico (tanto nel Friuli-Venezia Giulia quanto nel Litorale sloveno) e buona parte della Valle del Vipacco in Slovenia. Per tradizione, chi tiene un'osmizza la deve segnalare con una grande frasca per insegna.
Vedi meglio in:
it.wikipedia.org/wiki/Osmizza
Il termine sloveno "osmica", si traduce come un periodo che dura per otto giorni, che è poi il limite di tempo tradizionalmente concesso alle aziende agricole per tener aperto lo spaccio, ma può essere prorogato.
L'associazione d'idee fra "tram de Opicina" e "osmizza" per il triestino comune è immediata e naturale.
Difatti taluni ci vanno in tram proprio perché se andassero in auto al ritorno l'etilometro potrebbe giocar loro brutti scherzi, specie nella stagione del vino nuovo [SM=g11373]
liquidatore
00lunedì 3 ottobre 2011 14:05
@ iltriestino

Grazie. A questo punto mi scuso con tutti per il nuovo OT.

Dai ricordi che hai mi sembri abbastanza "grande"; mi sai togliere una curiosità: esiste o è esistita in slovenia o croazia (comunque ex Jugoslavia) una località chiamata Pochilovatz (non sono sicuro della grafia)? Grazie.
liquidatore
00lunedì 3 ottobre 2011 14:15
@ Cori

mi sai spiegare perchè i rotabili della "ferrovia del Monte Generoso" hanno le luci di posizione verdi da un lato e rosse dall'altro, come gli aereomobili e le imbarcazioni?

Grazie
trammue
00lunedì 3 ottobre 2011 15:37
in italia anche alcuni treni portavano i fanali di coda rosso-verde: era un segnale per il personale della linea che quel treno era seguito da uno straordinario, o qualcosa di simile
iltriestino
00martedì 18 ottobre 2011 23:02
Per liquidatore: si, sono abbastanza grandicello (62 anni), e sarebbe ora che decida di mettere giudizio. Ma purtroppo il nome di città che tu citi non mi dice niente, e non so neppure se esista. C'è una città in Croazia che si chiama Pakrac, ed è in Slavonia, ma altro non mi viene in mente.
iltriestino
00domenica 6 novembre 2011 09:52
Domenica scorsa, bel tempo, stagione del vino nuovo e della raccolta delle foglie rosse: tram di Opicina strapieno in tutte le corse del pomeriggio, quando sono sceso io dall'altipiano, ottanta persone in vettura. Famiglie con bambini, coppie, giovani e vecchi, ancora tanti turisti (e non per caso). Il prolungarsi del caldo fino alla prima decade di ottobre, e poi la Barcolana naturalmente, è stata una manna per l'economia turistica della città. Aiutata dalla presenza del tram, il che dovrebbe far riflettere quegli amministratori regionali che ogni tanto si sognano di far discorsi sulla sua presunta antieconomicità. Credo invece che l'impatto del tram sul turismo e sul suo indotto sia notevole, e lo si sente, tanto che se ad Opicina c'è una realtà commerciale e di accoglienza di tutto rispetto, lo si deve anche al tram e all'agevole (e divertente) comunicazione che esso crea con la città.
Cori x
00martedì 15 novembre 2011 12:56
@Liquidatore:

Le luci in quella posizione curiosa sono state regolamentate nel 1957.

- Quando sono tutte accese (verde e rosse) significa "precedenza"
- Quando è solo la verde accesa significa che il mezzo ha un rimorchio.

[SM=x346220]

Ho trovato queste interessantissime foto in questo sito:







Davvero davvero notevoli! Altre foto qui:
http://vlakovi-ri-hr.4rumer.com/t159-tram-de-opcina-tram-di-opicina

Cori x
00mercoledì 18 gennaio 2012 07:54
Indice materiale esistente triestino:
Leggendo la discussione tram e restauri m'è venuto in mente di fare una sorta di censimento delle vetture ex ACEGAT dislocate in città e altrove sperando un giorno tornino a casa per una "linea 7" tutta alabardata:

Tram 427:


Tram 442:


Tram 446:


Tram 447:

http://www.atts.to.it/public_tram_restauro_447.php

Tram 448:

Motrice della Stefer della vecchia linea dei Castelli Romani consegnata al comune di Lanuvio, che l’ha monumentalizzata davanti alla vecchia stazione nel Parco della Rimembranza. (Purtroppo in pessime condizioni di conservazione con porte semidistrutte e scritte sul fianco - passatemi il restauro digitale ma proprio non mi andava giù!).

http://www.flickr.com/photos/36875745@N03/3616158120

Tram 194:


Carrello 20:



Link:

http://digilander.libero.it/stefercastelli/steferstoria/album_cosarimane.htm

http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=747116

http://www.museoferroviariotrieste.it/vetturetranviarie.html

http://www.tpltrieste.it/it/museo/museo_1.htm


Se qualcuno ne sa di più si faccia avanti! [SM=x346220]

Cori x
00mercoledì 18 gennaio 2012 10:01
Conferma natura della ACEGAT 194:
Ebbene si la nostra è la perfetta identica copia della K 2283:

http://www.wienerlinien.at/eportal/ep/contentView.do/contentTypeId/1001/channelId/-22351/programId/11055/pageTypeId/9424/contentId/15503

Con il finale che:



Per ristrutturarla bisognerebbe togliere la mezza anta degli ingressi,ripristinare i colori crema,rosso e nero come per i tram viennesi,mettere i doppi indicatori di linea al posto delle velette e gli accumulatori sull'imperiale con questo risultato appunto:


http://www.fpdwl.at/4images/data/media/894/PICT7610a.jpg

La 194 così com'è è stata postata stamattina!

Cori x
00mercoledì 11 aprile 2012 13:16

La motrice 425 nel deposito di San Giovanni porta il numero di linea 31: era una delle quattro del servizio notturno.


La vettura 405 al capolinea di San Giovanni della linea 9. Si nota sulla destra un autobus in servizio sulla linea 6. La foto testimonia quindi una delle ultime corse della 9 tra il gennaio ed il marzo del 1970.


Traffico tranviario alla rotonda del Boschetto. Un 9 (410) va a San Giovanni mentre un'altra prende la via dei Campi Elisi (423) ed un terzo tram in fondo, forse un 6, si intravede appena percorrere il viale Sanzio in discesa.


La vettura 428 esce dal deposito Margherita per prendere servizio sulla linea 3.


Il rimorchio numero 62 gira intorno alla chiesa di San Giovanni trainato verso Barcola da una motrice sulla linea 6.

Altre splendide foto qui:
Tram Trieste
trammue
00mercoledì 11 aprile 2012 15:56
ieri sera su rai 1 una scena girata sul tram di opicina
Cori x
00giovedì 12 aprile 2012 00:02
Trammue che film era?!
Continuo con la carrellata:











Tutte queste meraviglie si trovano QUI
trammue
00giovedì 12 aprile 2012 08:35
era un film per la TV della serie "mai per amore"
tutti i film della serie finora trasmessi sono ambientati a trieste
Giampi5
00giovedì 12 aprile 2012 14:27
La quarta dell'ultima serie tra l'altro è inedita [SM=x346227] , le altre bene o male sono già note al sottoscritto. Anche perché il web è zeppo di immagini del capoluogo giuliano, forse anche più di tante città maggiori.

Grazie comunque per l'ultimo link, che ancora non conoscevo.

Altre fonti notevoli, immagini tra l'altro anche di grande risoluzione:

http://trieste.forumer.it/trieste-forum-41.html
http://www.atrieste.eu/Forum3/index.php (quest'ultimo richiede più tempo per la ricerca, le immagini sono sparse per le varie discussioni, anche non inerenti ai trasporti)


[SM=x346228]
filobustiere
00venerdì 13 aprile 2012 00:38
Vedete se questa vi piace!


CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE


Bar che si intravede sulla tabella, sta per BARCOLA

liquidatore
00venerdì 13 aprile 2012 13:33
@ Cori

Le prime due delle tue belle foto sono identiche ma una è BN e l’altra a colori. Sei tu che hai colorato la prima? O hai “annerito” la seconda? Cosa che ritengo poco probabile vista la vetustà della stessa.

Ciao
Giampi5
00venerdì 13 aprile 2012 15:04
Grazie Gennaro (filobustiere per chi non lo sapesse), la foto è davvero una chicca [SM=x346220] .
Per Cori: le tue stesse foto su SSC sono con risoluzione maggiore. Già scaricata ieri, aggiornata oggi la 422 inedita, bye!
[SM=x346228]
Cori x
00venerdì 13 aprile 2012 18:13
Le foto sono state modificate nel sito parallelo triestino da un loro utente "Starlite" (quello col Vitruvio che si tocca gli zebedei) e visto l'effetto non ho potuto dire di no,non ho resistito a postarla.

Giampi i due forum triestini li conoscevo come sai anche tu tanto da postare proprio loro foto da li. E' chiaro l'amore profondo che ho per la città Giuliana,l'Istria e per i tram nati progettati e costruiti qui a Padova. Su Skyscrapercity le posto ad 800 mentre qui a 640. Generalmente su tutti i forum tendo a postarle a 640 per non sovraccaricare.

La foto di filibustiere è unica. Il tram Grazer Waggon con pubblicità bilingue slovena ed italiana di uno spettacolo su JANOS HUNYADI palesemente di carattere storico che glorifica gli austriaci. Notare il bambino nella veranda con la divisa teresiana ovvero col grembiule bianco e cappello di paglia e nastro a doppia coda blu,per le bambine rosso. Sullo sfondo le corriere verso Fiume e Sezana/Capodistria.

Siamo agli inizi del '900.

Ora vi faccio prendere un colpo:



Museo Trieste Campo Marzio Treno Rive
Museo Trieste Campo Marzio
Censin49
00martedì 17 aprile 2012 20:11
Bella la prima delle foto, con la locomotiva dal fumaiolo tronco-conico che fa tanto Far West!
iltriestino
00venerdì 20 aprile 2012 22:12
Si trattava naturalmente di un accorgimento antiscintille applicato al fumaiolo della locomotiva, abbastanza diffuso nelle ferrovie austriache (quasi tutte con percorsi fra i boschi, come si può immaginare) e atto a prevenire l'appiccarsi di incendi. Difatti nella prima foto la locomotiva è di una serie ex K.u.K., e probabilmente la foto è proprio d'epoca: si distinguono il giardinetto di Piazza Unità, lastricata completamente solo negli Anni Venti, e il "monturato" (= uomo in divisa) in primo piano, con il tipico berretto "con l'ongia" delle divise austriache.
Invece la seconda foto è degli anni '70 probabilmente, date le sagome delle auto in secondo piano e la locomotiva, che è di una diffusissima serie per treni merci di costruzione italiana, la quale si congiunge nella trazione con una locomotiva diesel da manovra.
Gli appassionati di ferrovia mi scuseranno se non metto le numerazioni di serie esatte dei rotabili, ma non sono così addentro nel tema e potrei sbagliare.
La ferrovia delle Rive, che congiungeva la stazione di Trieste Campo Marzio (Statbahnhof)con la stazione di Trieste Porto Franco Vecchio, adiacente all'odierna stazione di Trieste Centrale (allora delle Sudbahn), è rimasta in vita fino agli anni '80, quando entrò in funzione la Galleria di Circonvallazione ferroviaria, la cui costruzione durò vent'anni o poco meno. I treni merci, per lo smistamento fra i due Porti Franchi (Vecchio e Nuovo) venivano fatti circolare a passo d'uomo ed erano preceduti da un ferroviere a piedi con bandierina.
Censin49
00venerdì 27 aprile 2012 20:13
@iltriestino - In effetti, le locomotive americane avevano il fumaiolo troncoconico per lo stesso motivo, oltre che per il fatto di venire alimentate anche a legna oltre che a carbone.
Cori x
00sabato 28 aprile 2012 18:49
Beh effettivamente sulla linea delle rive c'erano diversi locomotori e quasi tutti ancora presenti al museo Campo Marzio ed in stato tutto sommato dignitoso:



Aggiungo che davanti all'attuale modo Audace c'era pure un piccolo avioporto dove stazionavano gli idrovolanti costruiti nel Cantiere di Monfalcone. Questo ha costruito 972 navi (fino al 2007)ma anche idrovolanti nel 1923, sia militari che civili creando la prima linea civile: Zara - Trieste - Torino e Milano (che si è dotata dell'idroscalo perché l'idrovolante ammarrava sul Po a Pavia.Sparì tutto con l'inizio della guerra.E lo schifo titino in accordo con gli italiani al tempo al potere trucidarono gli italiani istriani e dalmati determinò la parola fine a questi servizi.



Foto I
Foto II

Qulacosa si trova in questi siti:

Link I
Link II
Link III
lor366
00lunedì 30 aprile 2012 09:22
"E lo schifo titino in accordo con gli italiani al tempo al potere trucidarono gli italiani istriani e dalmati determinò la parola fine a questi servizi".

Io direi che su questo forum non si dovrebbe fare politica, ma se si vuole farla almeno ci si informi!

Se ti riferisci alle foibe non ci fu alcun accordo fra titini ed italiani, se ti riferisci al successivo esodo dall'Istria, Fiume e Dalmazia nessuno trucidò alcuno, aldilà ovviamente della tragedia personale di chi dovette abbandonare le proprie case.
iltriestino
00lunedì 30 aprile 2012 11:05
Circa l'esodo dall'Istria, che fu una pagina storica di estrema complessità e che non va liquidato con mezza riga di commento, consiglio a Cori un bel libro molto documentato ed esauriente (da comprare, non si scarica da internet:)

istrianet.org/istria/literature/critiques/colummi-et-al_storia-e...

Circa l'attività dell'Idroscalo triestino, questa durò per tutto il periodo bellico 1940-1943, con le linee per Zara, Ancona e - sporadicamente - Roma, poi cessò nel 1944, durante l'occupazione tedesca, per manifesta insicurezza di esercizio. Le linee in ultimo erano esercite mediante l'impiego dei Macchi M.C. 94, aerei bimotori passeggeri di assai modeste caratteristiche di volo e di capacità, in tre esemplari, ed erano state prese in carico dalla Luftwaffe che le ereditò dall'Ala Littoria.
it.wikipedia.org/wiki/Macchi_M.C.94
Dopo la guerra, nessun tentativo fu fatto di riutilizzare la struttura, anche perché gli idrovolanti a breve raggio erano stati completamente surclassati dall'abbondante disponibilità di ottimi bimotori terrestri DC3 (Dakota), e in generale la formula idrovolante non era più conveniente rispetto all'enorme sviluppo degli aerei terrestri, specie americani (Douglas DC4, Lockeed Constellation, ecc). Già nel 1948, al riprendere dell'attività arerea di linea italiana, la compagnia SISA istituì una prima linea Trieste - Roma con esercizio dallo scalo di Merna (Gorizia), mediante bimotori DC3. Poi gradualmente le linee furono ereditate dall'Alitalia e trasferite a Ronchi dei Legionari (oggi Aeroporto del Friuli-Venezia Giulia).
Per inciso, diremo che l'Idroscalo è stato restaurato e parzialmente ristrutturato nella parte ex hangar, e nell'insieme costituisce un bell'esempio di "architettura futurista".
Ma questo è tutto quanto OT, e per rientrare parzialmente in argomento diremo che l'Idroscalo triestino, oggi sede della Guardia Costiera, si raggiungeva comodamente con i tram delle linea 8, fermata di largo Duca d'Aosta, e linee 3 e 9 (fermata di piazza della Borsa).


Cori x
00lunedì 30 aprile 2012 20:25
Essere di Trieste significa anche questo. Non occorre informarsi sui libri per capire come i fiumani vissero,vivono e vivranno ancora oggi. E credo di saperne abbastanza. Posso portarvi in tutti i posti dove Tito trucidò mezza popolazione italiana dalmata istriana e pure triestina. Così come ci sono prove assolute di come gli italiani tacciarono di fascisti gli esuli istriani. A Ravenna e la Patria Venezia l'accoglienza dei nostri conterranei oltre Dragogna dopo l'arrivo al porto di Ancona fu vergognosissimo. I militari e la popolazione oltre gli sputi ai genitori buttarono per terra il latte ai bambini esuli.

Se volete la storia edulcorata basta andare in libreria: E' una Questione questione annosa. Ecco com'era Fiume nell'anno dell'annessione di Trieste all'Italia:



Svuotata di italiani si dovette aspettare il 1958 per vederla ripopolata di slavi per lo più provenienti dalla Vojvodina e Serbia. I cari titini distrussero la linea per Abbazia e quella di Fiume come qualsiasi testimonianza italiana in quelle terre secolarmente venete. Questo per dire che non è politica ma vera storia di questo Paese.
liquidatore
00lunedì 30 aprile 2012 20:58
@ Cori x

Mi trascini per forza nell'OT!
I miei genitori vissero a Trieste nei primi mesi del '43, fino all'8 settembre. Furono loro che mi raccontarono quel poco che so di Trieste e di cui ho già parlato. Mio padre aveva appaltato per l'allora Genio Militare dei lavori in Croazia e quasi tutte le mattine trovava un operaio morto impiccato in cartiere con un cartello bilingue appeso al collo, pieno di insulti. Alla notizia dell'armistizio si trovavano a pranzo in un ristorante sul porto e i tedeschi presenti si allontanarono precipitosamente. Loro lasciarono a malincuore Trieste qualche giorno dopo.

Scusatemi tutti, ma le parole di Cori hanno fatto salire in me un'ondata di ricordi diretti ed indiretti. Hai ragione Cori: questa non è politica; questa è Storia d'Italia e della Gente che l'ha fatta grande.
Censin49
00sabato 5 maggio 2012 20:19
Ecco l'idroscalo di Torino
Aggiungo che davanti all'attuale modo Audace c'era pure un piccolo avioporto dove stazionavano gli idrovolanti costruiti nel Cantiere di Monfalcone. Questo ha costruito 972 navi (fino al 2007)ma anche idrovolanti nel 1923, sia militari che civili creando la prima linea civile: Zara - Trieste - Torino e Milano (che si è dotata dell'idroscalo perché l'idrovolante ammarrava sul Po a Pavia.Sparì tutto con l'inizio della guerra.E lo schifo titino in accordo con gli italiani al tempo al potere trucidarono gli italiani istriani e dalmati determinò la

Ecco in questa foto il capolinea opposto di Torino della linea di idrovolanti



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La foto risale al periodo (anni 20 e 30) in cui la linea funzionava, infatti si vedono due idrovolanti sulla riva del Po. L'idroscalo era sul fiume, all'altezza del Valentino. La costruzione su palafitte che si vede nel fiume era l'hangar - rimessa che serviva per ricoverare i velivoli, con apposito scivolo (dalla parte opposta da quella che si vede in foto) per mettere e togliere dall'acqua gli idrovolanti.
La costruzione rimase per un po' anche dopo che, con la guerra, la linea era stata soppressa; nel dopoguerra (fine anni 40) venne usata anche come balera; fu fatta demolire dal Comune nel 1950, perchè ritenuta di ostacolo alla navigazione fluviale dei motoscafi e barche.
Nella foto seguente, vediamo la cartolina ricordo del viaggio inaugurale Torino - Trieste del 1/4/1926, con volo ai comandi del gen. Balzani



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in quella seguente vediamo un velivolo sullo scivolo, in attesa di essere rimessato nell'hangar.



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I velivoli, di costruzione Cant, avevano solo 5 - 6 posti; non esisteva pressurizzazione, dal freddo in quota ci si difendeva con coperte; al posto dei sedili attuali, semplici poltroncini in vimini.
Uno dei passeggeri del volo inaugurale era un giocatore di professione, che si recava al casinò di Portorose; si spera che il biglietto fosse di andata e ritorno, altrimenti, in caso di perdita totale, non sarebbe più rientrato sotto la Mole!
Nella foto seguente, l'ammaraggio di un idrovolante in arrivo da Trieste sul Po



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E' da rimarcare che sia l'ammaraggio che il decollo sul Po a Torino richiedevano tutta l'abilità e la perizia del pilota, per la presenza dei ponti sul fiume; ad esempio, per l'ammaraggio bisognava toccare l'acqua subito dopo il ponte che si vede a sinistra nella foto, per avere spazio per fermarsi prima del ponte successivo (ponte Isabella); inversamente, per il decollo, questo doveva avvenire prima che il velivolo arrivasse a ridosso del ponte nella foto (ponte Umberto); fortunatamente, non si verificarono mai incidenti con conseguenze tragiche!
Anche da fermo sull'acqua, l'uscita degli occupanti dal velivolo doveva avvenire con cautela, per evitare sbandamenti del mezzo con pericolo di capottamento; quanto successe, ad esempio, negli anni 30, all'idroscalo di Genova, all'idroplano che aveva a bordo Edoardo Agnelli, il figlio del fondatore della Fiat, che, appunto, si capovolse durante l'uscita dello stesso, che perse la vita.

lor366
00sabato 5 maggio 2012 21:12
Io sono di Trieste e vorrei fare delle puntualizzazioni su quanto affermato da Cori.
Trieste fu storicamente minacciata dall'espansionismo veneziano e preferì (a mio avviso giustamente) darsi all'Austria nel 1382 e vi rimase fino al 1918. Per cui la nostra mentalità è aperta a tutte le culture e tollerante. Massacri vennero perpetrati anche dai fascisti nei campi di concentramento di Gonars e di Arbe contro le popolazioni slovene per es. e croate. Tutte queste tristi vicende oggi sono state superate e la città in qualche modo rivive grazie all'operosità dei migranti serbi sempre più numerosi da noi soprattutto in certi rioni della città...si pensa che tra non molti anni la città di Trieste sarà popolata in buona misura da popolazioni non italiane, provenienti da vari paesi dell'area ex Jugoslava con le quali oggi siamo in rapporti di fruttuosa collaborazione ed amicizia.
Su Tito infine aldilà delle opinioni personali del tutto legittime, per l'allora Jugoslavia fu un notevole statista, naturalmente non privo di giuste critiche per i fatti descritti da Cori, ma ricordo che i rapporti fra noi e la Jugoslavia furono buoni ed il nostro confine era fra i più aperti e collaborativi esistenti soprattutto dagli anni settanta in poi.
E' chiaro che andrebbero risolti con gli amici sloveni,serbi e croati i conti con la storia evidenziando però che i torti furono distribuiti in egual misura fra gli italiani alleati di Hitler (prima) e gli jugoslavi di Tito(poi).
Censin49
00domenica 6 maggio 2012 20:56
@lor366
"Trieste fu storicamente minacciata dall'espansionismo veneziano e preferì (a mio avviso giustamente) darsi all'Austria nel 1382 e vi rimase fino al 1918."
Motivi simili, l'espansionismo dell'altra grande repubblica marinara, Genova, portarono negli stessi anni, dall'altra parte delle Alpi, la città di Nizza a darsi ai Savoia; vi rimase, come sappiamo, fino al 1860, quando, con plebiscito abbondamente "brogliato", passò alla Francia. Ruggini che anche in questo caso (complici i ricordi dell'ultima guerra) son tutt'altro che dimenticate; anni fa, sulla Promenade des Anglais a Nizza, rivolsi la parola a un passante in italiano; ne ricevetti in risposta, in perfetto italiano: "Sono francese, parlo solo francese e non voglio parlare italiano!"
Come dire: evviva l'Europa unita!
(Infatti, per restare in argomento tranviario, avrei voluto fare una gita in giornata da Torino a Nizza, per vedere il nuovo tram da qualche anno inauguratovi; preferisco rinunciarvi, per evitare altre umiliazioni del genere).
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