Napoli | Trasporto Pubblico di superficie

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luca.pagano
00sabato 25 aprile 2020 11:58
Re: Re:
faberax94, 25/04/2020 00:18:



Questo forum ormai è fuori controllo, ed è un peccato, visto che stabilmente in ogni discussione si finisce a dare dell'imbecille al sindaco con toni offensivi e con interventi che in alcun modo contribuiscono ad una discussione interessante. Boh, contenti voi e la moderazione. Potevi almeno postare il video in questione, inveco no, hai scritto proprio con l'intenzione di dare dell'imbecille al sindaco. Boh, contento tu :lol:



www.youtube.com/watch?v=5Zg0VuGB4IU
granpacco
00domenica 26 aprile 2020 08:57
Re: Re:
Nuvola.CdN, 25/04/2020 09:01:



Si tratta di una realtà nuova tutta da valutare e cui dare risposta.
Fino a che non sarà introdotto il vaccino (sperando che arrivi presto) dovremo convivere con tutta una serie di limitazioni.
Bus, tram, filobus, funicolari, treni dovranno viaggiare con un numero ridotto di persone a bordo.
Si porrà il problema del controllo delle persone.
Enorme tema è quello legato alle risorse per le aziende di trasporto. Si ridurrà la quota derivante dai titoli di viaggio e questa dovrà essere coperta giocoforza dallo Stato pena il fallimento.
Non sarà più ammessa l'evasione presente oggi. Anche il personale interno dovrà farsi carico del problema.
La mobilità alternativa potrà dare un contributo . Alcuni progetti saranno avviati con urgenza (vedi nuove piste ciclabili).
Il traffico privato in ogni caso aumenterà.
Napoli sconterà gli spazi limitati in città e la carenza di parcheggi (motivo per cui è stata sviluppata la cura del ferro). I più vecchi ricorderanno gli ingorghi infernali pre-metro.




Esattamente quello che proprio va evitato è tornare alla Napoli di 20 anni fa, studi recenti ci dicono che le polveri sottili alimentano il contagio, non vorrei che si sviluppasse un doppio problema nella ripresa, minor numero di utenti nel trasporto pubblico? ok allora aumentiamo le corse(magari anche i controlli), a Parigi funziona benissimo ad esempio il sistema dei monopattini elettrici stile bike sharing, poi riprendiamo anche quello, aumentiamo le piste ciclabili, ci saranno piú auto in giro? Risolviamo anche questo problema atavico, l'assenza di parcheggi, magari nella zona che circonda il centro storico UNESCO dove vanno incrementate le pedonalizzazioni. Car sharing con macchine elettriche. Iniziamo a prepararci per il futuro, questa deve essere una occasione, abbiamo visto tutti le immagine splendide del mare napoletano di questi periodi, che la tutela ambientale diventi prioritaria, controllo rigoroso di tutte le aziende che non sono in regola con il rispetto dell'ambiente, pene severissime per chi inquina. Iniziamo a pensare che dobbiamo produrre solo materiale biodegradabile, che le aziende si riconvertano se vogliono continuare a stare sul mercato. Dobbiamo finalmente dotarci di strutture per il trattamento dei rifiuti, educazione civica ed ambientale obbligatoria nelle scuole, aumento della raccolta differenziata. Quando avremo il vaccino si dovrá partire proiettati nel futuro senza emulare i modelli sbagliati del passato, impariamo dai nostri errori.
paolo.pfdl1984
00domenica 26 aprile 2020 10:22
Comunque tranquilli ragazzi questa è una situazione passeggera.
Prima o poi tutto tornerà come prima.

Non capisco come mai le persone comincino a dire che dobbiamo cambiare le nostre vite ma de che? Cioè non è che per difenderci da una prossima Pandemia (ammesso poi fosse possibile e abbiamo visto che non lo è) che potrà arrivare tra 5, 10 o 100 anni, dobbiamo rivoluzionare tutto.

Basterebbe una maggiore cura dell'igene, tutto qui.
Poi se questa pandemia servirà per sviluppare la mobilità alternativa ben venga ma torneremo nelle metropolitane come sardine.
Nuvola.CdN
10domenica 26 aprile 2020 10:43
Sicuramente è una fase transitoria in attesa del vaccino.
L'utilizzo del mezzo pubblico, specie le veloci metropolitane, tornerà ad essere spina dorsale della mobilità cittadina.
La pandemia deve renderci anche migliori.
Con il blocco quasi totale delle auto è tornato l'ossigeno in città.
Non possiamo non accelerare nella direzione del progresso , di una mobilità più sostenibile.
Servono incentivi per veicoli più puliti, incremento delle colonnine per l'elettrico (nel nord è partita anche la sperimentazione per l'idrogeno), controllo delle corsie preferenziali con telecamere (la Clemente ne ha parlato a proposito dell'asse costiero), Sistema di Centralizzazione Semaforica e Rilevazione del Traffico (progetti questi ultimi solo da implementare sul campo in quanto presenti nei piani comunali), portali elettronici per il controllo dei veicoli circolanti (revisioni, assicurazioni etc...)
luca.pagano
00domenica 26 aprile 2020 11:37
Re:
paolo.pfdl1984, 26/04/2020 10:22:

Comunque tranquilli ragazzi questa è una situazione passeggera.
Prima o poi tutto tornerà come prima.

Non capisco come mai le persone comincino a dire che dobbiamo cambiare le nostre vite ma de che? Cioè non è che per difenderci da una prossima Pandemia (ammesso poi fosse possibile e abbiamo visto che non lo è) che potrà arrivare tra 5, 10 o 100 anni, dobbiamo rivoluzionare tutto.

Basterebbe una maggiore cura dell'igene, tutto qui.
Poi se questa pandemia servirà per sviluppare la mobilità alternativa ben venga ma torneremo nelle metropolitane come sardine.



non è proprio cosi', fino al vaccino penso che come prima resterà molto poco
Vincenzo201
00domenica 26 aprile 2020 15:27
Nel dire "Finché non ci sarà un vaccino" c'è, nemmeno tanto inconsciamente, la fiducia in una rapida scoperta che porti la popolazione a essere vaccinata in poco tempo. Al di là di ogni legittimo ottimismo, non è detto che sia così. Bisogna considerare l'ipotesi che i tempi si rivelino più lunghi del previsto, se non, addirittura, indefiniti. Se, malauguratamente, fosse così, che cosa pensiamo di fare? Saremmo in grado di reggere economicamente vivendo distanziati e iper limitati? O, a un certo punto, la politica sarà portata a ignorare il problema, soprattutto se i contagi dovessero diventare pochi e non fare più notizia?
luca.pagano
00domenica 26 aprile 2020 19:38
Re:
Vincenzo201, 26/04/2020 15:27:

Nel dire "Finché non ci sarà un vaccino" c'è, nemmeno tanto inconsciamente, la fiducia in una rapida scoperta che porti la popolazione a essere vaccinata in poco tempo. Al di là di ogni legittimo ottimismo, non è detto che sia così. Bisogna considerare l'ipotesi che i tempi si rivelino più lunghi del previsto, se non, addirittura, indefiniti. Se, malauguratamente, fosse così, che cosa pensiamo di fare? Saremmo in grado di reggere economicamente vivendo distanziati e iper limitati? O, a un certo punto, la politica sarà portata a ignorare il problema, soprattutto se i contagi dovessero diventare pochi e non fare più notizia?




la seconda, che è il modo in cui tutti gli stati del mondo stanno affrontando la problematica dopo una prima fase di chiusura. non sarebbe gestibile altrimenti. infatti tutti stanno riaprendo contro il parere dei "tecnici". ma arebbe impossibile non riaprire
Caravaggio_88
00lunedì 27 aprile 2020 10:43
Re:
Nuvola.CdN, 4/26/2020 10:43 AM:

Sicuramente è una fase transitoria in attesa del vaccino.
L'utilizzo del mezzo pubblico, specie le veloci metropolitane, tornerà ad essere spina dorsale della mobilità cittadina.
La pandemia deve renderci anche migliori.
Con il blocco quasi totale delle auto è tornato l'ossigeno in città.
Non possiamo non accelerare nella direzione del progresso , di una mobilità più sostenibile.
Servono incentivi per veicoli più puliti, incremento delle colonnine per l'elettrico (nel nord è partita anche la sperimentazione per l'idrogeno), controllo delle corsie preferenziali con telecamere (la Clemente ne ha parlato a proposito dell'asse costiero), Sistema di Centralizzazione Semaforica e Rilevazione del Traffico (progetti questi ultimi solo da implementare sul campo in quanto presenti nei piani comunali), portali elettronici per il controllo dei veicoli circolanti (revisioni, assicurazioni etc...)



Scusa Nuvola, ma la faccenda delle colonnine e dell'idrogeno non sono una soluzione al problema. Le auto elettriche (quelle che hanno una autonomia che si può definire decente) allo stato dell'arte sono dei macchinoni pesantissimi (e quindi antiecologici) per gente facoltosa.
Al nord possono pure mettere le colonnine ma sono sempicemnete un "Nice to have" per pochi. Non può essere un fenomeno di massa al momento, c'è bisogno di un salto tecnologico.
L'idrogeno di per se è un Non-sense energetico. Ha tuttavia senso se lo si considera come un migliioramento delle auto elettiche. Cioè anziche avere le batterie, si usa l'idrogeno, che ha sicuramente una densità di energia maggiore delle attuali batterie. Tuttavia stoccare l'idrogeno non è una pazziella e i costi per l'impianto sono ancora troppo elevati. Inoltre 1 litro di benzina è più facile da reperire e portarsi dietro rispetto a un litro di idrogeno.

Per cui io punterei sulle altre cose che hai detto
Nuvola.CdN
00lunedì 27 aprile 2020 17:39
L'idrogeno è solo una sperimentazione per ora in Italia (soli due distributori a Bolzano e San Donato Milanese).
Solo l'elettrico potrebbe nel breve periodo con gli incentivi costituire una possibilità concreta di allontanare l'inquinamento dalle città affiancandosi alle ibride. Al nord gli incentivi rendono maggiormente competitive queste vetture.
Resta il problema dello sviluppo di batterie più efficienti e del loro smaltimento (problema non da poco).
La loro diffusione consentirà vantaggi di scala e potenzierà la ricerca.
Le altre cose :controllo delle corsie preferenziali con telecamere,
Sistema di Centralizzazione Semaforica e Rilevazione del Traffico, portali elettronici per il controllo dei veicoli circolanti (revisioni, assicurazioni etc...) dovrebbero esse una priorità.

luca.pagano
00lunedì 27 aprile 2020 19:44
si deve trovare una soluzione alla mobilità limitata di questo periodo. quale pensate sia la soluzione migliore per far muovere i ciddatini in questi mesi in cui il tpl funzionerà a regime ridotto?
Nuvola.CdN
00lunedì 27 aprile 2020 21:07
Re:
luca.pagano, 27/04/2020 19:44:

si deve trovare una soluzione alla mobilità limitata di questo periodo. quale pensate sia la soluzione migliore per far muovere i ciddatini in questi mesi in cui il tpl funzionerà a regime ridotto?



Temo che la risposta sul breve sarà un travaso di utenti dal servizio pubblico verso la mobilità privata.


luca.pagano
00lunedì 27 aprile 2020 22:14
l'alternativa all'auto quale potrebbe essere? un'alternativa credibile, essendo andati perduti x posti nel tpl, credo abbondantemente sopra i 100 mila al giorno. come si stanno muovendo il comune e la regione?
Vincenzo201
00martedì 28 aprile 2020 00:33
Il travaso andrebbe evitato, perché già ora non c'è spazio in strada. Però ci sarà. L'EAV invita chi ha alternative a non usare i loro mezzi. Può essere scoraggiato chi usa il TPL per brevi tratte, distanziando le fermate, spingendoli ad andare a piedi, ma sarebbe poca cosa. La bici, il monopattino sono roba adatta per chi ama andarci e non si può invogliare la gente ad andarci con piste sporadiche. Se si vuole fare viaggiare in bici o monopattino o seg-way le persone occorre un piano almeno regionale di reti ciclabili, più che di piste.
luca.pagano
00martedì 28 aprile 2020 09:43
Re:
Vincenzo201, 28/04/2020 00:33:

Il travaso andrebbe evitato, perché già ora non c'è spazio in strada. Però ci sarà. L'EAV invita chi ha alternative a non usare i loro mezzi. Può essere scoraggiato chi usa il TPL per brevi tratte, distanziando le fermate, spingendoli ad andare a piedi, ma sarebbe poca cosa. La bici, il monopattino sono roba adatta per chi ama andarci e non si può invogliare la gente ad andarci con piste sporadiche. Se si vuole fare viaggiare in bici o monopattino o seg-way le persone occorre un piano almeno regionale di reti ciclabili, più che di piste.



tutto giusto, il 19 maggio quando quasi tutto sarà riaperto, come si dovranno muovere le persone per andare a lavoro al centro di napoli?
faberax94
00martedì 28 aprile 2020 15:09
Alla luce delle novità introdotte dall’ultimo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la commissione Qualità della Vita, presieduta da Francesco Vernetti, ha discusso con l’amministratore unico di Anm, Nicola Pascale, delle misure che verranno adottate sui mezzi pubblici all’avvio della Fase 2 il 4 maggio.

Il DPCM di ieri 26 aprile, e in particolare il decreto del Ministero dei Trasporti pubblicato questa notte, dettano le linee sulle categorie che ripartiranno dal 4 maggio e su come il sistema dei trasporti pubblici si dovrà adeguare alle esigenze di sicurezza imposte dalla Fase 2. Lo ha spiegato Nicola Pascale ai commissari intervenuti, evidenziando le significative limitazioni che verranno imposte alla circolazione su ferro e su gomma, che non potranno non avere conseguenze sulla qualità del servizio offerto se non si fa appello al senso di responsabilità di ogni cittadino.

Resta infatti il principio che occorrerà muoversi solo in caso di necessità, indossando mascherine e rispettando le distanze di sicurezza. Ma è inutile negare che i numeri consentiti sono esigui, ha precisato l’amministratore unico di Anm: nel caso napoletano, ad esempio, un treno della metropolitana non potrà contenere più di 100 passeggeri a corsa a fronte degli 800 abituali; gli autobus potranno accogliere al massimo 20 persone e le funicolari 40. È evidente che con questi numeri la situazione del trasporto pubblico sarebbe molto impegnativa da gestire se la città ricominciasse a muoversi a pieno regime. È certamente prevedibile e comprensibile, tuttavia, che in una prima fase i cittadini che rientreranno al lavoro useranno mezzi privati, ha chiarito Pascale, per questo sarebbe opportuno anche ridiscutere il sistema delle tariffe sugli stalli a pagamento (strisce blu). Altro tema centrale in questa fase, ha concluso, è il dato delle risorse economiche: l’azienda ha perso 5 milioni di introiti al mese dall’inizio del lockdown, ed è inevitabile che questo problema dovrà essere affrontato su scala nazionale.

Nel dibattito Aniello Esposito (Partito Democratico) ha evidenziato che i numeri consentiti sono certamente problematici; c’è poi la necessità di disciplinare gli accessi lungo le varie fermate delle linee metropolitane, pensando anche a tutelare gli operatori, sia con adeguati DPI sia predisponendo un’organizzazione che non li esponga alle possibili difficoltà che avranno a gestire l’utenza che non potrà avere accesso ai mezzi. Una soluzione, ha concluso, potrebbe essere quella di potenziare i mezzi disponibili e cadenzare meglio gli intervalli tra le corse. Su questo aspetto Pascale ha chiarito che la fornitura di treni dalla Spagna e le necessarie operazioni di collaudo riprenderanno non appena possibile, così come è stato già contrattualizzato l’acquisto di 63 autobus, ma naturalmente i tempi sono più lunghi e non si riesce certamente a far fronte all’emergenza attuale.

Per Ciro Langella (Misto) le limitazioni imposte dal DPCM per il trasporto pubblico di linea erano prevedibili in questa fase di rodaggio che anticipa il 18 maggio; vanno intanto approfonditi altri aspetti, come ad esempio il ruolo del trasporto pubblico non di linea, che potrebbe essere di supporto ai mezzi pubblici, con tariffe predeterminate e – necessariamente – un coraggioso piano traffico cittadino che agevoli la viabilità in questa Fase 2. È impensabile, ha precisato, l’ipotesi di utilizzare bus turistici per il trasporto di linea, come pure proposto in questi giorni.

Per Sergio Colella (DemA) valutare misure di circolazione alternative, come le targhe alterne, potrebbe alleggerire il traffico veicolare privato in città. Anche su questo aspetto Pascale ha precisato che la valutazione di una limitazione del traffico veicolare privato da fuori Comune va valutata attentamente e con prudenza, perché il rischio è quello di una paralisi totale in mancanza di un servizio pubblico di linea che garantisca la piena efficienza.

Di questi aspetti, ha concluso il presidente Vernetti, la Commissione tornerà a discutere la prossima settimana con l’assessora alla Mobilità Alessandra Clemente e l’assessore ai Trasporti Enrico Panini.
faberax94
00martedì 28 aprile 2020 16:08
Re: Re:
luca.pagano, 28/04/2020 09:43:



tutto giusto, il 19 maggio quando quasi tutto sarà riaperto, come si dovranno muovere le persone per andare a lavoro al centro di napoli?



Il traffico sarà inevitabile. Probabilmente anche il caos su bus e metro, se non si faranno seri controlli, che saranno pure difficili visto le ordinanze caotiche del governo. C'è comunque da tenere presente che la ripartenza sarà scaglionata, quindi se si rispettano le ordinanze si dovrebbero evitare spostamenti non necessari. Già solo senza turismo e con università e scuole chiuse si tolgono migliaia di utenti dalle strade. Con i locali chiusi idem, quindi dubito che il 19 maggio quasi tutto sarà riaperto. Per intenderci, il tpl e l'auto dovrebbero essere utilizzati solo dai lavoratori che devono recarsi a Napoli e vanno prese tutte le misure per agevolarli. E' per gli spostamenti brevi che si dovrà trovare una soluzione, anche per una fase successiva (in estate) in cui si riaprirà allo svago e speriamo al turismo, visto che ci sarà un periodo - non sappiamo quanto lungo - in cui dovremo convivere con questo virus.

E' per questi spostamenti che si dovrà trovare un'alternativa credibile al tpl e ovviamente all'auto. E in tal senso diventa prioritario pensare a piste ciclabili anche provvisorie e fare di tutto per inondare la città con bike sharing e monopattini sharing. Es: tutta l'utenza che si muove per centro storico / via Toledo / corso Umberto / via Foria / via Marina, così come in periferia. Ho anche io molti dubbi che il Comune ci possa riuscire da solo per l'estate, ma visto che la domanda sarà alta spero che gli imprenditori intervengano e che Stato e Regione possano dare aiuti concreti anche in tal senso. Immagino che nessuno ha in mente di far andare la gente a lavorare al centro direzionale in bicicletta, come vorrebbero far passare i Nino Simeone. A Napoli per moltissimi parlare di bici significa parlare di giocattoli, quindi magari potrà essere anche l'occasione finalmente per un cambio di mentalità.
luca.pagano
00martedì 28 aprile 2020 17:31
Re: Re: Re:
faberax94, 28/04/2020 16:08:



Il traffico sarà inevitabile. Probabilmente anche il caos su bus e metro, se non si faranno seri controlli, che saranno pure difficili visto le ordinanze caotiche del governo. C'è comunque da tenere presente che la ripartenza sarà scaglionata, quindi se si rispettano le ordinanze si dovrebbero evitare spostamenti non necessari. Già solo senza turismo e con università e scuole chiuse si tolgono migliaia di utenti dalle strade. Con i locali chiusi idem, quindi dubito che il 19 maggio quasi tutto sarà riaperto. Per intenderci, il tpl e l'auto dovrebbero essere utilizzati solo dai lavoratori che devono recarsi a Napoli e vanno prese tutte le misure per agevolarli. E' per gli spostamenti brevi che si dovrà trovare una soluzione, anche per una fase successiva (in estate) in cui si riaprirà allo svago e speriamo al turismo, visto che ci sarà un periodo - non sappiamo quanto lungo - in cui dovremo convivere con questo virus.

E' per questi spostamenti che si dovrà trovare un'alternativa credibile al tpl e ovviamente all'auto. E in tal senso diventa prioritario pensare a piste ciclabili anche provvisorie e fare di tutto per inondare la città con bike sharing e monopattini sharing. Es: tutta l'utenza che si muove per centro storico / via Toledo / corso Umberto / via Foria / via Marina, così come in periferia. Ho anche io molti dubbi che il Comune ci possa riuscire da solo per l'estate, ma visto che la domanda sarà alta spero che gli imprenditori intervengano e che Stato e Regione possano dare aiuti concreti anche in tal senso. Immagino che nessuno ha in mente di far andare la gente a lavorare al centro direzionale in bicicletta, come vorrebbero far passare i Nino Simeone. A Napoli per moltissimi parlare di bici significa parlare di giocattoli, quindi magari potrà essere anche l'occasione finalmente per un cambio di mentalità.




leggo di una capienza pari al 15% rispetto al normale sul tpl. secondo me non resterà a casa l'85% dell'utenza media precrisi. se per assurdo avessi ragione io, cosa faresti per agevolare quelli che non riusciranno a prendere la metro o il bus?
faberax94
00martedì 28 aprile 2020 18:35
Ripeto: siamo in una situazione mai sperimentata prima, secondo me una certa dose di caos sarà abbastanza fisiologica in tutte le città, non solo a Napoli. Ovviamente bisogna fare l'impossibile per ridurla. Sono state fatte tante proposte e si dovrà vedere quanto il Governo aiuterà il tpl e i comuni, visto che ogni provvedimento sarà un problema di fondi e di mancati introiti. Le misure sopra citate (strisce blu, se possibile più mezzi e quindi una rimodulazione delle linee, tornelli contapersone) sono una prima cosa. Qualcuno ipotizzava l'intervento di privati o l'uso di autobus a due piani, non so ipotesi quanto praticabili. Quale percentuale di utenza resterà a casa non lo so, ma di certo da soli scuola, università, turismo, svago ed eventi vari sono una bella fetta e si scoraggerà il più possibile l'uscita anche nella fase 2, incoraggiando il telelavoro. Secondo me a maggior ragione nemmeno il 18 torniamo alla totale normalità.
luca.pagano
00martedì 28 aprile 2020 20:11
per la totale normalità secondo me servirà un anno e gli italiani vaccinati. per questo il problema non è proprio momentaneo
luca.pagano
00mercoledì 29 aprile 2020 11:36
milano.corriere.it/notizie/cronaca/20_aprile_29/coronavirus-lombardia-trasporti-distanze-impossibili-rischio-caos-divieti-ingestibili-treno-e84f260e-89e1-11ea-94d3-9879860c12b6.shtml?fbclid=IwAR3QyKxpLBk2-NL2R51OH7YUz7wDNPlCJJtpnLEJOr8KuztqIjz...

VERSO LA FASE 2
Coronavirus Lombardia, trasporti: distanze impossibili. Rischio caos: «Divieti ingestibili in treno»
Lettera delle aziende pubbliche al ministro: misure ingestibili, allarme per le code. «Si punti sulle mascherine, no al distanziamento in carrozza»
di Maurizio Giannattasio e Stefano Landi
Coronavirus Lombardia, trasporti: distanze impossibili. Rischio caos: «Divieti ingestibili in treno»shadow

Sintesi brutale: no al distanziamento di un metro, è sufficiente la mascherina, altrimenti diventa impossibile soddisfare l’esigenza di trasporto pubblico che sarà comunque superiore al 25-30 per cento imposto dal metro di distanza. Sintesi ragionata: con il distanziamento di un metro la capacità del trasporto pubblico si attesta al 25-30 per cento, ma la domanda di mobilità - non il 4 maggio, magari neanche il 18, ma quasi sicuramente quando riprenderanno tutte le attività a settembre - sarà di molto superiore, magari arriverà al 50 per cento e il distanziamento di un metro non solo non garantirà la richiesta di trasporto ma rischia di creare assembramenti nelle stazioni e nelle fermate di bus e tram pericolosi per la salute.



Si alza la voce delle aziende del trasporto pubblico. Agens con il presidente Arrigo Giana - che tra l’altro è il dg di Atm - e Asstra con Andrea Gibelli - presidente di Ferrovie Nord Milano - hanno scritto una lettera al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli chiedendo di rivedere le regole di accesso al trasporto pubblico. «Riteniamo -scrivono Giana e Gibelli - che l’introduzione di un criterio di funzionamento del trasporto pubblico fondato sul distanziamento di un metro debba lasciare il passo a un criterio incardinato sull’obbligo di utilizzo delle mascherine da parte degli utenti, rigorosamente applicato». Quella dei presidenti, che raccolgono le più grandi aziende di trasporto del Paese, non è una vox clamans nel deserto. Analogo appello è arrivato dal segretario mondiale delle associazioni di trasporto (Uitp) Mohamed Mezghani: «La distanza fisica nel trasporto pubblico può significare la fine della mobilità sostenibile». «Da parte nostra nessuna polemica - dice Giana - Il tema è la domanda di trasporto. O viene veramente rimodulata al ribasso con tutti gli strumenti a disposizione come lo smart working o la didattica a distanza o c’è un problema che bisogna affrontare. Anche perché non è che si può trasferire il problema fuori dai tornelli del metrò. Non è pensabile che le città, penso a Milano, siano in grado di “recuperare” le 300 mila auto delle persone che non potranno utilizzare il trasporto pubblico. C’è un limite fisico invalicabile. Il ragionamento vale per tutti, Roma, Genova, Napoli, Bologna, Firenze».



La soluzione potrebbe essere quella di «eliminare» la regola del distanziamento di un metro. Con tutte le precauzione del caso. «Stiamo semplicemente chiedendo, visto che a oggi si è parlato in termini di o-o, o mascherina o distanziamento di un metro, se sia possibile valutare la possibilità di tutelare la salute dei passeggeri con la sola mascherina - continua Giana - togliendo il distanziamento. Questo renderebbe possibile una capienza fino al 50 per cento del trasporto garantendo un’offerta più in linea alla richiesta futura. Se non sarà possibile, bisognerà lavorare per ridurre la domanda in maniera forte». Pena «il sovraffollamento delle aree di attesa delle stazioni e alle fermate, ottenendo un effetto contrario a quello desiderato - si legge nella lettera - Assembramenti non controllabili e pericolosi per la salute delle persone e addirittura potenziali problemi di ordine pubblico». Non c ‘è solo l’appello delle aziende del Tpl. C’è anche il piano della Regione per la Fase 2 che ruota intorno alle fasce orarie. «Non si può pensare che la gente si blocchi agli accessi - dice il governatore Fontana - dobbiamo diminuire il flusso, allungando la giornata, spalmando il turnover non più su 5 giorni, ma su 7 lavorativi». Il concetto da eliminare è quello dell’ora di punta, un grande classico delle metropoli.

Il tema dei trasporti è probabilmente il più pesante nel dossier che lunedì sera Fontana ha messo nelle mani del premier Conte nell’ora e mezzo di incontro in Prefettura con la testa immersa nei grafici. In Lombardia vivono 10 milioni di persone, il 17 per cento dell’intero Paese. Ci sono 420 abitanti per chilometro quadrato, il doppio della media italiana. E il cuore di tutto resta Milano, dove si convive con l’onda lunga del virus. Il 50 per cento degli addetti è impiegato nella sola provincia di Milano, che ha anche il 38 per cento di imprese. Ma c’è un grafico che Fontana tiene in punta di mani: ci sono quattro colonne colorate che partono dal rosso e scendono con arancione e giallo fino verde. Quella tabella mostra come il 49 per cento delle imprese lombarde ha un basso fattore intrinseco di rischio. Una percentuale distribuita in modo omogeneo nelle diverse province: con un picco che arriva fino al 54 per cento a Lecco. Conte ha promesso che su quel fronte farà i suoi calcoli. La Fase 2 sarà quella della convivenza col virus. «Non possiamo aspettare che scompaia, il reciproco rispetto sarà la chiave di tutto», aggiunge Fontana. A rendere ottimisti i vertici dl Pirellone è il fatto che a Milano sono già tante le imprese attive. A oggi nell’intera Lombardia lavora già il 57 per cento. Il 4 maggio ripartirà un altro 23, lasciando sospeso solo il 19 per cento. A Milano ripartiranno 103 imprese. C’è un altro dato che spiega come verrà spalmata e quindi gestita la Fase 2: dei 940 mila addetti che torneranno in servizio, il 22 per cento potrebbe restare in smart working e per un altro 10, la quota di over 60, si potrebbero trovare altre misure ad hoc.
vincepi@88
10giovedì 25 giugno 2020 10:12
TRAM linea 2 e 4
I sette operai sono al lavoro in officina, chini sui carrelli e sulle parti meccaniche da riparare. L'attività ferve nel deposito Anm di San Giovanni. A settembre tornano i tram. Dopo la linea 1 (ripartita lo scorso gennaio), saranno riattivate le linee 2 (San Giovanni- piazza Nazionale) e 4 (San Giovanni- porto, via Cristoforo Colombo). ...

napoli.repubblica.it/cronaca/2020/06/25/foto/napoli_a_settembre_sui_binari_tornano_i_vecchi_tram-260103...
granpacco
00giovedì 25 giugno 2020 12:58
bene bene!!

ma da piazza vittoria la linea tranviaria dove arrivava seguendo la riviera? non ricordo
Inoltre qualcuno sa se c'è un progetto per recuperarla oppure in vista della linea 6 non verrà presa in considerazione?
peppos1085
10giovedì 25 giugno 2020 13:15
Re:
granpacco, 25/06/2020 12:58:

bene bene!!

ma da piazza vittoria la linea tranviaria dove arrivava seguendo la riviera? non ricordo
Inoltre qualcuno sa se c'è un progetto per recuperarla oppure in vista della linea 6 non verrà presa in considerazione?




Dopo la Riviera il tram arrivava a piazza Sannazzaro passando per via Giordano Bruno, per poi proseguire verso Fuorigrotta.

La rete tranviaria sulla Riviera è stata rifatta qualche anno fa e, ad oggi, i binari risultano mancanti soltanto nei tratti in corrispondenza delle stazioni San Pasquale ed Arco Mirelli della linea 6.

Che io sappia, è certamente previsto il ritorno del Tram a Piazza Sannazzaro, anche perchè in caso contrario vi sarebbero problemi con l'Unione Europea, avendo quest'ultima finanziato i lavori di rifacimento della rete sulla Riviera senza che sia mai stato esercitato alcun tipo di servizio.

Il grande errore, a mio avviso, è stato quello di non prevedere soluzioni temporanee che avrebbero permesso la circolazione dei tram durante i lavori per la linea 6 (anche con riferimento a Piazza Municipio) e, soprattutto, non aver provveduto alla posa dei binari quando è stata risistemata la preferenziale nell'ambito del completamento dei lavori della stazione San Pasquale.
Caravaggio_88
00venerdì 26 giugno 2020 08:10
Re: Re:
peppos1085, 6/25/2020 1:15 PM:




Dopo la Riviera il tram arrivava a piazza Sannazzaro passando per via Giordano Bruno, per poi proseguire verso Fuorigrotta.

La rete tranviaria sulla Riviera è stata rifatta qualche anno fa e, ad oggi, i binari risultano mancanti soltanto nei tratti in corrispondenza delle stazioni San Pasquale ed Arco Mirelli della linea 6.

Che io sappia, è certamente previsto il ritorno del Tram a Piazza Sannazzaro, anche perchè in caso contrario vi sarebbero problemi con l'Unione Europea, avendo quest'ultima finanziato i lavori di rifacimento della rete sulla Riviera senza che sia mai stato esercitato alcun tipo di servizio.

Il grande errore, a mio avviso, è stato quello di non prevedere soluzioni temporanee che avrebbero permesso la circolazione dei tram durante i lavori per la linea 6 (anche con riferimento a Piazza Municipio) e, soprattutto, non aver provveduto alla posa dei binari quando è stata risistemata la preferenziale nell'ambito del completamento dei lavori della stazione San Pasquale.



Non credo che i binari in corrispondenza delle stazioni manchino. Credo siano semplicemente sepolti nell'asfalto
granpacco
00venerdì 26 giugno 2020 15:17
vabbè l'ennesimo progetto che resterà nel cassetto per molti e molti anni
Bruss92
10giovedì 10 settembre 2020 22:25
www.facebook.com/watch/?v=258761041880429
Creata una linea che unisce Capodimonte-MANN-Catacombe San Gennaro. Direi che in particolare per Capodimonte era ora.
pabbamo
00giovedì 24 settembre 2020 10:56
Re:
Bruss92, 10/09/2020 22:25:

https://www.facebook.com/watch/?v=258761041880429
Creata una linea che unisce Capodimonte-MANN-Catacombe San Gennaro. Direi che in particolare per Capodimonte era ora.



Mah, questa 3M altro non è che un doppione della 168... ne ricalca quasi l'intero percorso...



granpacco
00lunedì 28 settembre 2020 19:33
Ma penso e spero che questa linea faccia solo le fermate dei musei, quindi ben venga
Uranus45
00domenica 8 novembre 2020 08:38
Ma il famoso progetto del filobus dei colli aminei è stato abbandonato? Non se ne parla più da mesi e non c’è traccia di una apertura della linea... se ne sa qualcosa?
pabbamo
10mercoledì 11 novembre 2020 09:49
Anche se a rilento, sono ripresi i lavori di completamento della rete aerea: hanno posizionato le mensole dal Tondo fino a subito dopo il tornante davanti alla chiesa del Buon Consiglio; devono ancora montare quelle dall'imbocco della Tangenziale fino quasi al regresso. Inoltre, ho visto che hanno montato dei sezionatori alla fine di via Cardarelli ed all'inizio di via Pietravalle (nei pressi della rotonda), ed hanno ricostruito la parte di bifilare che fu abbattuta dal vento davanti al Pronto Soccorso.... mi pare che sia buon segno, no?
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