Viaggio sui bus: va come prima
Tre percorsi, prima e dopo la rivoluzione dell’Ataf: stessi tempi, stessi ritardi. «La gente si lamentava e lo continua a fare: per noi autisti è cambiato poco» In strada: «Tutto sommato è andata meglio del previsto»
Lamentoso, arrabbiato, stufo, stressato. Il «passeggero tipo» dell’Ataf è così. Importa poco che lo stravolgimento della sua routine quotidiana, tra linee spezzate e nuovi percorsi, sia una conseguenza inevitabile di una nobile rivoluzione. Il Duomo pedonale va bene, ma da qui a dover rinunciare, anche solo per un primo periodo di rodaggio, alle proprie certezze fatte di fermate identiche da sempre e tempi di percorrenza imparati a memoria, ce ne corre. «La gente si lamentava prima e lo continua a fare», sorride Walter, alla guida del bus numero 33 direzione La Fonte-San Marco. E per la verità a lamentarsi preoccupati, all’indomani dell’annuncio choc di Renzi, erano anche molti suoi colleghi. Ma oggi, a dieci giorni dal quel fatidico 25 ottobre che ha liberato il Duomo dalle catene, qual è la situazione?
IL CONFRONTO TRA IL PRIMA E IL DOPO - Abbiamo passato due intere giornate in giro per Firenze, a bordo dei mezzi Ataf: la prima il 13 ottobre, quando la rivoluzione renziana era ancora di là da venire. La seconda, martedì 3 novembre. Tre i percorsi testati, andata e ritorno: Santa Maria Novella-La Fonte (Bagno a Ripoli); Careggi- Fiesole e Campo di Marte-Due Strade. Il risultato? Che oggi per fare gli stessi tragitti di ieri, in due casi su tre, a metà strada bisogna cambiare autobus mentre prima si rimaneva comodamente seduti. Alcuni aggiustamenti sono già stati fatti e «sicuramente ne dovranno arrivare degli altri», sottolinea Giorgio, anche lui alla guida del 33. Alla fine, però, i tempi di percorrenza sono più o meno gli stessi. I passeggeri, chi più chi meno, continuano a lamentarsi lo stesso. Gli autisti, al contrario, in generale ammettono «che tutto sommato è andata bene. Quantomeno meglio del previsto». Oggi in largo Alinari, di fronte alla Stazione di Santa Maria Novella, c’è una pensilina fantasma. Fino al 24 ottobre vi si aspettava l’1, il 67, il 33... Tutto cancellato.
IL 33 - Da lì partimmo anche noi (proprio con il 33) il 13 ottobre scorso diretti a Bagno a Ripoli. Erano le 8.05 di una mattina limpida e freddissima. A bordo le solite scene da bus: sguardi immobili nel vuoto e il rumore del giornale mentre viene sfogliato. Per arrivare dall’altra parte di Firenze, passando per piazza San Marco, Savonarola, Beccaria e Gavinana, impiegammo 53 minuti (e 42 per tornare indietro). Il 4 novembre (ancora sole, ancora freddissimo), invece, partiamo alle 8 in punto e ce ne mettiamo 59: sei in più. Dalla stazione, dato che il 33 non passa più da Santa Maria Novella, dobbiamo raggiungere San Marco con il 14 e lì aspettare dalle 8.06 alle 8.18 la partenza, con due minuti di ritardo, del 33.
IL 14 - Alle 11.06, dopo essere tornati da Bagno a Ripoli alla stazione in 58 minuti (16 in più rispetto al 13 ottobre) siamo in piazza di Careggi. Direzione: Fiesole. Linee: 14 e 7 con cambio a San Marco. Sul bus carico di gente e guidato da Francesco, che risponde di continuo alle domande dei passeggeri ancora disorientati, non si parla d’altro: «Ma che giro allucinante bisogna fare con il 23; la pedonalizzazione del Duomo andava fatta ma si doveva trovare una soluzione migliore; da San Marco alla stazione si fa prima ad andare a piedi...». Alle 11.16 sfiliamo in piazza Dalmazia, fermiamo in stazione alle 11.35 e alle 11.43 arriviamo in San Marco (via La Pira) dove prendiamo il numero 7. Alla fine per arrivare fino a Fiesole, attraversando piazza della Libertà (ore 11.52), le Cure (11.57) e San Domenico (12.06) ci vogliono 64 minuti. Il 13 ottobre, partendo da Careggi alle 11.12, ma cambiando il 14 con il 7 alla stazione anziché a San Marco, ce n’erano voluti 63. Poca la differenza anche dei tempi di ritorno: 62 minuti allora e 69 oggi che il 7 fa capolinea in via della Dogana e quindi bisogna fare qualche metro a piedi (i più anziani se ne lamentano) per raggiungere San Marco e prendere un bus per la stazione.
L'11 - L’ultimo dei tragitti testati prima e dopo la rivoluzione del 25 ottobre è quello Due Strade- Campo di Marte. Fino a un po’ di giorni fa si poteva fare rimanendo seduti sull’11. Oggi il percorso è più lungo: bisogna prendere il 37 (o il 36) fino a Santa Maria Novella e lì salire sul 17, direzione Verga. Partiamo che è già buio da un pezzo: sono le 19.31. Alle 19.47 arriviamo alla stazione. Il 17 passa solo 9 minuti più tardi. Fermiamo finalmente a Campo di Marte, in via delle Cento Stelle, alle 20.14, dopo 43 minuti complessivi di viaggio (9 in più rispetto al tempo impiegato con il vecchio numero 11). Per il percorso inverso, invece, ce ne vogliono 44, stavolta tre in meno rispetto ad allora. «Vedremo quando non ci saranno più i vigili a presidiare il centro, ma per ora le cose stanno andando meglio del previsto — è il commento di Massimo, uno dei tanti autisti incontrati — in questi giorni ha anche piovuto ma il collasso non c’è stato. L’unica cosa — sorride — sono i turisti che ancora vorrebbero scendere al Duomo ». Intanto nei prossimi giorni dovrebbero arrivare anche i dati ufficiali dell’Ataf, che — fanno sapere dall’azienda — sono ancora in fase di elaborazione.
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