da ilmattino.it
Napoli, l’ultimatum dei sindaci: «Pronti
a chiudere la Statale del Vesuvio»
NAPOLI - Poco più di 27 chilometri costellati di lapidi, da Cercola ad Angri. La statale del Vesuvio è nella top ten delle strade più pericolose d’Italia. Nata come strada di collegamento, con le intenzioni di aggiungere un altro tassello nel mai concretizzato sviluppo economico del vesuviano , inserita paradossalmente tra le principali vie di fuga in caso di eruzione del vulcano, della SS 268 si è parlato negli anni solo per fattori negativi, due principalmente: gli incredibili ritardi nella sua messa in sicurezza, nei lavori di raddoppio delle carreggiate, negli adeguamenti, e per il numero elevatissimo di incidenti mortali.
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L’ultimo solo domenica scorsa, al km 10, quando hanno perso la vita due ragazzi giovanissimi di Somma Vesuviana, Gianni Cautiero e Aldo Busiello, e un 69enne di Poggiomarino, Salvatore Di Palma. La Fillea Cgil, sindacato degli edili, ha ora annunciato che si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale che dovrà individuare i responsabili di una strage che va avanti da troppo tempo. Giovanni Passaro, segretario provinciale del sindacato, fa leva sulla totale «inaffidabilità» della strada statale gestita dall’Anas.
«Sono ormai anni che chiediamo all’Anas e alla Romana Impresa Spa, esecutrice dell’opera, i motivi dell’incredibile rallentamento nei lavori. Dal 2007 siamo a poco più del 12% nella realizzazione, nonostante i finanziamenti e smentendo ciò che il presidente della Regione, Stefano Caldoro, assicurò nel 2012 circa il rispetto dei tempi».
Responsabilità, ritardi, preoccupazione per fondi che si sprecano e per i posti di lavoro, ma soprattutto per i rischi che ogni giorno gli automobilisti corrono percorrendo quel nastro di asfalto che tutti ormai hanno ribattezzato «la strada della morte»: sono tutti argomenti che saranno affrontati questa sera alle 17, nell’aula consiliare del Comune di Sant’Anastasia, in un’assemblea pubblica organizzata da Cgil e Fillea, cui interverrà anche il sindaco Carmine Esposito. «La statale 268 è un inferno – dice Esposito – non siamo più disposti a piangere altre vittime e se non si prenderanno provvedimenti immediati chiuderò gli accessi di imbocco e di uscita nel nostro territorio».
Il sindaco ha scritto al prefetto e domani mattina ci sarà un incontro durante il quale saranno messe sul tavolo tutte le richieste. Dal potenziamento della sicurezza con l’installazione dei tutor, al costante controllo attraverso la sorveglianza delle forze dell’ordine. «Senza certezze chiuderò gli accessi e, sia chiaro, non sarà un gesto populistico ma l’unica maniera per protestare contro un immobilismo colpevole e disumano, il territorio chiede il raddoppio subito, l’immediata esecuzione dei lavori su tutto il percorso della statale».
«Quella strada è ad altissimo rischio, siamo stanchi di piangere i nostri morti senza poter far nulla» - aggiunge il sindaco di Somma Vesuviana, cittadina ancora in lutto per l’ultimo fatale impatto. Oggi dunque la Fillea Cgil, insieme ai sindaci, annuncerà la costituzione parte civile del sindacato, domattina ci sarà il summit in Prefettura e in caso di esito negativo, da Sant’Anastasia partirà la protesta. La chiusura degli accessi per l’arteria i cui lavori di raddoppio cominciarono nel 2009 e finora solo un primo lotto, tra Ottaviano e Poggiomarino, è terminato. Poi c’è il manto stradale dissestato, l’illuminazione inesistente, lo sversamento abusivo dei rifiuti. E c’è dell’altro, dato che nel 2011 la Dia, dopo un’ispezione al cantiere del raddoppio, considerò la statale, nella successiva relazione, «un pericoloso polo di attrazione per gli interessi della camorra».