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AUTOBUS DI FIRENZE

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2019 21:20
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02/11/2009 17:56
 
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tranviere veterano
Rivoluzione Duomo, Chi piange, chi ride
Viaggio in città a una settimana dal nuovo piano traffico. Le proteste per il troppo caos. E quelle perché non ce n’è più. «Otto anni fa ho convinto il Comune a diminuire il numero di mezzi pubblici, ora ne passano il doppio»

Chi si lamenta e chi tira un sospiro di sollievo. Chi è preoccupato per il troppo traffico e chi rimpiange i tempi in cui il traffico c’era. Effetti della pedonalizzazio­ne, a una settimana dallo stop di bus e auto in piazza Duomo. Una cosa è certa: ci vorrà ancora del tempo perché i fiorentini si abituino ai cambiamenti. Lo dimo­strano le voci raccolte in vari punti della città, tutti toccati — in un modo o nell’altro — dalla rivolu­zione nel trasporto pubbli­co e privato.

Via della Scala La signora Laura a me­tà mattina decide di chiudere la porta della sua lavanderia. «L’aria è diventata ir­respirabile, ci faranno morire. Mi sen­te come sono rauca? — dice — la col­pa è tutta dello smog degli autobus che per poco non ci salgono pure sui marciapiedi. Prima hanno spostato qui i bus a causa del­la tramvia. E ora a causa della pedonaliz­zazione. Mi costringo­no a chiudere il negozio e aprilo da un’al­tra parte». Qui i pas­saggi dei bus, fra linee urbane ed extra, sono aumentati da 2.156 a 2.613. Pratica­mente i mezzi scorro­no uno dietro all’al­tro durante tutto il giorno: «È come il ter­remoto », dice la si­gnora Adriana, 80 an­ni. «Passan tutti da qui. Abito all’ulti­mo piano e a volte mi svegliano pure. Mi danno proprio noia, ma che si fa?». Qualcosa i cittadini di via della Scala l’hanno già fatto, hanno raccol­to 150 firme contro l’aumento dei bus, e le hanno mandate direttamen­te al sindaco Renzi. I commercianti che, con i bus in più, si aspettavano un aumento degli affari rimangono delusi: «È tutto co­me prima — dice la barista Laura — e in compenso diventerò sorda a forza di alzare la musica per non sentire il traffico». Ad essere soddisfatti sono invece gli studenti che abitano nella zona: «Ci abbiamo guadagnato due autobus in più per andare al Polo di Novoli», racconta Alberto.

Via Sant’Antonino Alla fermata di piazza dell’Unità c’era­no due cartelli e una decina di autobus che si fermavano. Con la pedonalizzazio­ne ne sono rimasti due, e un cartello. «È tutto più difficile e tante persone sono avvelenate — si sfoga una commessa — prima la gente entrava nel negozio quan­do aspettava il bus, ora non c'è più nes­suno: si lavora meno. Spero non sia sem­pre così». E la sua vita è diventata com­plicata anche per tornare a casa dal lavo­ro: «Per arrivare da piazza dell’Unità a Ca­reggi il viaggio si è allungato almeno di 10 minuti. Ma è un terno al lotto: dipen­de dal traffico». In via Sant’Antonino le vendite sono calate ugualmente: «Non viene più nessuno — dice la signora An­na — il centro storico è diventato tutto un mortorio: da lunedì al venerdì non si vede un’anima. Meglio che ritorni il casi­no di prima, noi commercianti così non vendiamo più».

Piazza Santa Maria Novella Il tempo è quasi primaverile e in piazza Santa Maria Novella turisti e fio­rentini si sdraiano sulla piazza messa a nuovo. C’è pure il bagno pubblico da qualche giorno (anche se pochi lo san­no, ad indicarlo soltanto una scritta a pennarello nero su un cartone). Il gela­taio all’angolo con via della Scala fa il suo bilancio: «Va tutto bene. Piazza Duomo è bellissima. E anche Santa Maria Novella è rinata. Siccome le macchi­ne non possono più arrivare nel centro storico, sono scomparsi i gruppi di al­banesi che si riunivano qui con le birre e la radio a tutto volume. E non impor­ta se abbiamo perso circa 40 posti auto nelle vicinanze».

Piazza San Marco In piazza San Marco, dove passano più autobus di prima, c’è un campio­ne rappresentativo di tutta la gente che vive, lavora e si sposta in città. Al­le fermate degli autobus, le persone in attesa sono ancora un po’ confuse. «Ci vorrà ancora del tempo perché tutti si abituino», dice chi lavora al chioschetto Ataf. Al parcheggio dei ta­xi si aspettano i clienti e intanto si chiacchiera, anche di pedonalizzazio­ne: «Pensavamo peggio, ma per giudi­care c’è da aspettare la prima piog­gia ». Di fronte a loro, Luca ha un’edi­cola ed è contento, perché «al pome­riggio si fermano più persone a com­prare il giornale. E rumore e smog c’erano pure prima». Già, chi ha un negozio spera di fare più affari, come Veronica della copisteria, che quasi si giustifica: «Sa, noi siamo commer­cianti ». Non sono invece molto con­tenti quelli che in piazza ci abitano, come Cristina Marchesi, che qui ha un appartamento e uno studio dove lavora come com­mercialista: «La piaz­za è più ordinata, con meno auto in doppia fila — am­mette — ma passa­no troppi autobus, che con le loro vibrazioni stanno lesio­nando gli edifici. È un peccato, perché questa è una piazza storica, non come il Duomo, ma quasi. Abbiamo chiesto di essere ricevuti dal sindaco, che per ora non l’ha fatto. Forse nei prossimi gior­ni costituiremo un comitato di resi­denti ».

Via XXVII Aprile Gli autobus che da piazza San Mar­co vanno in piazza Indipendenza pas­sano da via degli Arazzieri e via XXVII Aprile. Qui abita Anette Dittmann, che è molto arrabbiata: «Nel 2001, a seguito di un esposto firmato anche dai più piccoli, che i giornali chiamarono «bambini anti smog», i mezzi Ataf che passavano ogni giorno da via XXVII Aprile furono ridotti da 930 a 400 circa. Oggi, dopo la pedonalizza­zione, sono diventati 1.600: uno ogni 30 secondi nelle ore diurne. Rumore e inquinamento sono insopportabili. Il manto stradale è rovinato e, per le vibrazioni, ai piani più alti si sobbalza: nei pavimenti e sulle pareti si for­mano crepe. Mio figlio, di quasi 13 anni, ha scritto una e-mail a diverse au­torità cittadine e anche al presidente della Repubblica per lamentarsi». La signora Dittmann sta raccogliendo delle firme, che verranno allegate a un esposto a Comune e Arpat: per ora ne ha raccolte 92 di adulti e 18 di bam­bini e minorenni. Hanno firmato an­che alcuni commercianti, come Patri­zia, che in via XXVII Aprile ha una far­macia: «La situazione, per un nego­zio, non è così tragica. Magari lavore­remo pure di più, ma è presto per va­lutare. Però io ho firmato, perché ca­pisco i problemi dei residenti». Ma c’è qualcuno che vede i lati positivi dell’aumento di viavai, anche sul pia­no della sicurezza: «In giro c’è gente più raccomandabile di prima, mi sen­to più sicura quando esco da lavoro», dice Silvia nel suo negozio di abbiglia­mento. Davanti al bar all’angolo con piazza Indipendenza «c’è più passag­gio e quindi a noi va bene — dice Sa­muele — io credo che molti residenti che ora fanno polemica, fra un po’ di tempo si abitueranno al cambiamen­to e ne apprezzeranno i lati positivi». Qualche passo più in là, in via Nazionale, Angela del negozio di intimo si lamenta: «Prima per tornare a casa prendevo solo un autobus. Ora o va­do a piedi fino a piazza San Marco, o devo prendere due autobus, uno in piazza Indipendenza e poi il 33 in San Marco».

Viale Strozzi I commercianti di Viale Strozzi, tra via Ridolfi e via Dolfi, non sono con­tenti, perché la strada davanti a loro «è stata divisa in due corsie, così chi esce dal tunnel davanti alla Fortezza non può parcheggiare e fermarsi da noi — si lamenta Pierina, che gesti­sce una trattoria — se va avanti così chiudiamo. Ora incassiamo il 30% in meno». Ed Enzo, il barbiere di fianco, dice: «Da me viene gente di passag­gio che arriva da Sesto, Campi, Rifre­di. Se non possono parcheggiare van­no da un altro a farsi tagliare i capel­li ». Nella notte tra lunedì e martedì qualche commerciante ha appeso tra un lampione e un muro uno striscio­ne che i vigili del fuoco hanno rimos­so al mattino: «Grazie sindaco per co­me ci hai ridotto» era la scritta.

Piazza San Iacopino Qualche lamentela arriva anche dai negozianti di piazza San Iacopino: è sta­to invertito il senso di marcia di via del Ponte all’Asse e così, dice chi abita e la­vora da queste parti, passano molte me­no auto. «Delle sette strade che convergono sulla piazza, da cinque si può usci­re e solo con due si entra: una è pure stretta e crea qualche difficoltà che pri­ma non c’era», dice Marco che ha un bar proprio in questa zona. Meno persone che entrano significa­no, per Giulia dell’edicola a fianco, «mil­le euro in meno di incasso nell’ultima settimana. Tolte le spese, sono 800 euro di guadagno persi ogni mese, così però non si può andare avanti: speriamo ora che le cose migliorino».

corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2009/1-novembre-2009/rivoluzione-duomo-chi-piange-chi-ride--16019430107...
[Modificato da trambusfi 03/11/2009 14:31]
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