rmfirenze, 14/03/2008 7.34:
Buongiorno a tutti!!! nessuno mi risponde sul quesito del ponte al pignone???
Da "Metropoli" del 12 marzo 2008
Il ponte della tramvia ha un pilone da rifare: è stato installato male (Federico Da Rin)
Il nuovo ponte sull'Arno, destinato a ospitare il tram della linea 1 Firenze-Scandicci, ha un problema. Uno dei due piloni in cemento armato, quello verso la sponda sinistra (lato Piazza Paolo Uccello) potrebbe essersi lesionato durante i lavori di posa. Prima che la struttura entri in funzione serve quindi un intervento riparatore, ma Comune e Ataf (che è stazione appaltante per la linea 1) non sono ancora riusciti a convincere la ditta, la Cmb, a provvedere, e non è detto che ci riusciranno mai. Tanto che, dopo una lunga serie di riunioni senza conclusioni positive, l'amministrazione avrebbe deciso - nel caso Cmb continui nel suo "niet" - di farsi da sé il lavoro, e poi rimettere il conto alle cooperative vincitrici dell'appalto per il cantiere. «Sia chiaro: avremmo anche potuto far finta di nulla, perché il ponte non ha alcun problema di stabilità - chiarisce Andrea Bacci, ingegnere responsabile per Ataf della linea - Il nostro è uno scrupolo, doveroso certo, ma che riguarda esclusivamente la durabilità dell'opera».
Ma ricostruiamo l'accaduto per capire meglio le parole dell'ingegnere. Al momento della posa, viene commesso un errore. «Si agì in modo improvvido» come dice Bacci: il pilone infatti fu piantato sulla sponda sinistra del fiume non come avrebbe dovuto. Forse la terra, dopo lo scavo, fu rimessa in modo non omogeneo sui due lati; risultato: il pilone si piegò verso l'acqua. Accortisi della cosa, ingegneri e squadre di operai riscavarono e rimisero "in asse" il pilone.
La faccenda sembrava chiusa lì, finché - finita nell'agosto 2006 l'opera - non entrò in scena il collaudatore, il quale, come da programma, eseguì due diverse prove. La prima, di resistenza, per controllare che il ponte reggesse il peso del tram: prova superata, e certificato rilasciato dal collaudatore. La seconda, che deve assicurare la durabilità nel tempo. E qui, invece, il tecnico disse "no". Il perché? I calcoli matematici rivelarono che, nel rimettere dritto il pilone, si sarebbero potute creare delle "microfessurazioni": minuscole fessure in altri termini, che potrebbero far passare acqua all'interno della struttura in ferro,
causandone l'arrugginimento e compromettendone, di conseguenza, la tenuta. «Ma non abbiamo prove che sia davvero successo - dice l'ingegnere di Ataf -: la verifica è stata solo teorica, in base ai calcoli. Ma certo, se questi si rivelassero esatti, il rischio di una minore durata nel tempo a causa dell'attacco della ruggine esiste, e potrebbe causare problemi in un arco di tempo compreso tra i 30 e i 50 anni da oggi». «Le soluzioni, per risolvere il problema, sono due - spiega ancora Bacci -: la prima, la più drastica, togliere daccapo la terra intorno al pilone, verificare l'effettiva presenza delle fessurazioni, e procedere al rivestimento con una sostanza apposita, che crea una sorta di "cappotto" in grado di garantire la totale impermeabilità della copertura in ferro. La seconda, senza procedere al controllo, effettuare comunque, a scopo cautelativo, delle infiltrazioni dall'alto nella struttura del pilone, arrivando allo stesso risultato di consolidamento inserendo le sostanze a pressione dall'alto».
In entrambi i casi, un intervento costoso, anche se l'ingegnere non ne sa quantificare l'entità, «non spettando a noi il lavoro, il calcolo non l'abbiamo fatto» dice. 3 milioni e 59.500 euro: tanto è costato il ponte, completo delle piste ciclopedonali. L'onere dell'intervento "impermeabilizzante" dovrebbe in ogni caso ricadere
sull'impresa costruttrice, secondo l'amministrazione. Ma non è difficile intuire che sulla vicenda sorgerà un contenzioso. Da mesi, intanto, si traccheggia sul da farsi, ma pare che questo non sia - almeno tecnicamente - un problema, anzi. «Più il ponte sta dove deve stare tranquillo e meglio è» nota ancora Bacci. D'altra parte, di fronte all'indisponibilità dell'impresa a rimettere le mani su quanto fatto, non c'erano molte alternative. E poi, nel corso delle riunioni "al vertice" per analizzare e trovare soluzioni ai ritardi accumulati in questi anni di cantieri, il problema del ponte è passato quasi in secondo piano rispetto a tutta un'altra serie di questioni più urgenti e brucianti.
La posa della prima pietra del ponte avvenne il 15 dicembre 2004, quattordici giorni dopo l'avvio dei cantieri per la linea 1. Il ponte, che inizialmente doveva essere "a campata unica" fu cambiato "in corsa" dopo la pubblicazione del decreto legge "Sarno" sulla messa in sicurezza dei fiumi, e si optò per il progetto attuale, che ha permesso di innalzare fino alla quota di legge la struttura grazie ai due piloni in cemento armato piazzati vicino alle due sponde. Il ponte, che collegherà piazza Paolo Uccello al parco delle Cascine, è lungo 124 metri, la larghezza varia dai 14,70 metri della parte centrale ai circa 22,80 metri in corrispondenza delle spallette laterali. Oltre a una piattaforma centrale di 8 metri dedicata al tram, su entrambi i lati il ponte presenta un marciapiede e una pista ciclabile.
Ci saranno certo nuove polemiche su quest'ultima tegola che cade in testa al Comune per la realizzazione di un'opera tra le più controverse nella storia della città. In particolare, la linea 1 si è rivelata un bagno di sangue, tra modifiche in corso d'opera, stop inattesi (prima alla stazione, poi in piazza Paolo Uccello) a seguito
di ritrovamenti archeologici, guai con i sottoservizi, il tutto condito dal mancato rispetto dei tempi del cronoprogramma da parte delle imprese costruttrici. Tanto che il ritardo accumulato potrebbe arrivare a due anni complessivi: inaugurazione nell'estate 2009 invece che nell'estate dell'anno scorso. Il vicesindaco Beppe Matulli ha reso noto proprio nei giorni scorsi che l'obiettivo del 31 dicembre 2008 per mettere la parola "fine" sarà mancato. E un po' di colpa potrebbe avercela anche il ponte "zoppo".
liguretoscana