Ancora una cosa: nell'articolo de "La Stampa" viene detto che la non elettrificazione con impianti fissi fu dovuta a scarso volume di traffico; se può essere vero per i tronchi secondari, per la Saluzzo - Torino il traffico fu sempre piuttosto sostenuto. Piuttosto, l'elettrificazione con filo aereo poneva molti problemi: la linea era molto lunga rispetto alle altre linee tranviarie attorno a Torino, quasi 60 km (la media delle altre linee era 15 - 25 km), si sarebbero dovute usare tensioni di alimentazione "ferroviarie", dai 1500 V in su, per non dover installare un numero esorbitante di stazioni di alimentazione, e simili tensioni non si potevano usare in una tranvia stradale che attraversava moltissimi centri abitati nei loro centri storici, con strade molto strette, senza possibilità di protezioni; anche cittadine come Carignano venivano attraversate in pieno centro storico, con strette strade in parte in curva, che già ponevano problemi di passaggio. Questi motivi devono essere stati alla base della decisione di ricorrere agli accumulatori.
A proposito di Carignano e della "strettoia" in centro, mio padre raccontava un fatto cui aveva assistito: in un giorno di fiera o mercato, in molti erano affluiti nella cittadina, lasciando le biciclette appoggiate contro un muro, vicino al binario della tranvia; quando passò il "trenino", fece strage delle bici incautamente lasciate, in un tratto in curva in cui il tranviere alla guida non aveva visibilità e non aveva potuto scorgerle.
[Modificato da Censin49 21/12/2012 20:35]