BOLOGNA

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Roberto Amori
00sabato 5 marzo 2005 01:58
Borgo Panigale 50 anni fa

Stamane mi trovavo per lavoro a Borgo Panigale e avendo con me la digitale ho voluto creare questo fotoconfronto che da un po' di tempo avevo in mente.
Nella prima foto vediamo il ponte sulla ferrovia Bologna - Pistoia nel 1955. I binari tramviari sono in buono stato ma da pochi mesi il tram 3 è stato soppresso e si stanno ultimando i lavori per la trasformazione in filovia 41, difatti si possono notare i fili del bifilare semplicemente appoggiati agli isolatori del sistema Kummler & Matter. In questo periodo di transizione il collegamento tra Borgo Panigale e Bologna è assicurato dai nuovissimi autobus Fiat 401 che ancora recano il numero di linea 3.

Nella seconda foto lo stesso punto ripreso ai giorni nostri.
Non è cambiato granchè, solo l'edificio tutto a destra è mancante
in quanto abbattuto per creare una nuova strada più larga.La bella e storica ringhiera in ferro con framezzi in muratura di inizio secolo è sempre lì da oltre 100 anni. Il filobus articolato Man della prima serie percorre la nuova linea 13 che dal 1990, dopo una sospensione di 8 anni, ha sostituito accorpandole la 41 e la 46.

[Modificato da Roberto Amori 05/03/2005 2.01]

XJ6
00sabato 2 aprile 2005 10:59
Incursione al Museo dei Trasporti di Bologna
Lo scorso 18 marzo, data (storica, ormai!) della fondazione dell'AIAT, sono partito da Napoli in treno alla volta di Bologna dove mi attendeva Roberto assieme al quale, in macchina, ci saremmo poi recati a Torrebelvicino.

Qui, nel salone delle feste dell'Hotel Antica Torre, come narrato in altra sezione di Mondotram è stato vergato l'atto costitutivo dell'Associazione Italiana Amici della Tranvia. Ma non è di questo che voglio parlare.


I QUATTRO MOSCHETTIERI


Prima di lasciare Bologna, Roberto mi ha proposto di dare un'occhiata, sia pure - purtroppo - solo dal cancello, al Museo dei Trasporti, ubicato non lontano dalla stazione centrale. Da circa un anno, infatti, il museo è chiuso ai visitatori in quanto, a causa di un dissesto statico dovuto con tutta probabilità ai vicini lavori per l'Alta Velocità, ha perso l'agibilità.

Arrivati al cancello abbiamo notato che esso era accostato a metà e allora, quatti quatti, ci siamo infilati ...

"Siamo dell'AIAT, siamo venuti apposta, non tocchiamo niente ..." insomma, impietosendo in qualche maniera la sorveglianza, siamo riusciti a sbirciare qualcosa ...



Questa è la 218 a carrelli, in vista fronte-retro, che in realtà non è autentica al 100%. Si tratta di una delle vetture venduta a suo tempo alla Stefer di Roma e da questa trasformata in unidirezionale e equipaggiata con pantografo al posto del trolley originale. Ritornata a Bologna a scopo museale, è stata riverniciata nello storico bi-verde e fornita di un trolley un po' taroccato (pare che l'asta appartenesse ad un filobus), con una simulazione incompleta dell'originaria composizione bidirezionale.



Quest'altra vettura (la 210), invece, è stata lasciata nella livrea bianco-blu della Stefer.



La prima vettura della fila, il cui muso si intravede a sinistra, è invece una due assi, simile, ma non identica (non ho capito se è più lunga o più corta) di quella guidata da Aldo Fabrizi in Hanno Rubato Un Tram. Il carrello non è originale, però, e pare che provenga da un tram di Milano.



Questo è l'interno, con le sue belle panche longitudinali di legno ...



... e questa è una visone d'insieme, con un tram a vapore in primo piano.



All'esterno c'è un'altra vettura, ricuperata non so da dove, in attesa di un più accurato restauro. Credo sia la 228 (rivedendo un vecchio messaggio di Roberto, immagino che si tratti della vettura, sempre di provenienza Stefer, che fino a qualche tempo fa faceva bella mostra di sé nel piazzale di un ristorante vicino a S.Lazzaro, non lontano da quel capolinea extraurbano che aveva servito per tanti anni). Il verde scuro della livrea è abbastanza più chiaro di come dovrebbe essere ...



... , ma non possiamo fare troppo i pignoli, anche alla luce del futuro abbastanza incerto che la struttura museale si trova a fronteggiare. Al di là dei problemi di statica, ai quali finora non si è comunque messa mano, sembrerebbero inoltre esserci contrasti anche con la società proprietaria del manufatto dove è ospitato il museo che, si dice, sarebbe interessata a riprendere possesso della struttura.



E qui vediamo Roberto che, sorpreso ad armeggiare in maniera sospetta con il tram a carrelli ...



... si riprende prontamente e, facendo finta di niente, sfodera il sorriso delle migliori occasioni mentre, vanesio, si mette in posa [SM=x346236]


Roberto Amori
00sabato 2 aprile 2005 11:24
Confesserò tutto

Una volta di fronte al Commissario con l'accusa di intromissione indebita in cambio di clemenza spiffererò subito il nome del complice...

XJ6
00domenica 3 aprile 2005 01:50
Scoperto ...

Scritto da: Roberto Amori 02/04/2005 11.24
(...) spiffererò subito il nome del complice...

Ooops ... [SM=x346225]
Roberto Amori
00sabato 14 maggio 2005 02:22
Porta Castiglione

Antonio Verde mi ha mandato dall' Australia questa bella cartolina di Bologna anni '20.



Siamo a Porta Castiglione da circa 20 anni ormai privata, come tutte le altre porte di Bologna, delle sue belle e caratteristiche mura di cinta.
Il tram a due assi che vi sta transitando sotto proviene da Piazza Maggiore e si sta dirigendo verso S.Michele in Bosco, sulle dolci colline della città e tuttora sede di un famoso Ospedale Ortopedico, il Rizzoli. La linea è la 14 ma dopo la riforma tramviaria degli anni '30 questa linea verrà rinumerata 12 e abbandonerà tutto il percorso centrale fino, appunto, a Porta Castiglione. Il nuovo tragitto è più spostato ai margini del centro, non percorrerà più strettissime stradine antiche ma strade più ampie a doppio binario e arrivato sui viali il tram non passerà più sotto la Porta Castiglione ma la lambirà soltanto per deviare deciso verso la salita che porta a S.Michele in Bosco. La linea verrà poi soppressa nel 1957 ma famosissimo rimane un grave incidente che un autunno vide coinvolto un tram: la gola delle rotaie si erano riempite di foglie umide che cadevano copiose dai tantissimi alberi che costeggiavano il percorso. Il tram perse completamente aderenza senza possibilità di frenare arrivando così velocissimo fino in fondo alla discesa e deragliando una volta raggiunta la Porta.




Ed ecco il medesimo punto ripreso appena 5 mesi fa, sostanzialmente a parte gli arredi urbani e cartelli vari in circa 90 anni non è cambiato nulla.



Purtroppo a Porta Castiglione oggi non c'è più il tram, però passano pur sempre i moderni filobus trimodali delle circolari 32/33

Alessandroch
00martedì 17 maggio 2005 10:28
mie considerazioni:
Avendo il libro fotografico sui tram di bologna di roberto e degl' altri 2 autori, avrei pensato, confrontando le immagini che i Sibona hanno + o - la stessa linea dei IMAM di napoli (cfr figura n° 71 del libro di roberto.
Allo stesso modo i tram tipo "Bologna" mi ricordano molto le Meridionali ATAN. Cosa ne pensate?

x roberto: nella foto 68 del tuo libro è fotografato il ponte per s. lazzaro di savena con un tram che lo attraversa, quel ponte c' è ancora? e cosa ci passa o passava sotto?

grazie

DAZIOCH
Augusto1
00martedì 17 maggio 2005 11:28
per Alessandroch
Non sono d'accordo né sulla prima, né sulla seconda affermazione.[SM=x346233] Benchè avessero i montanti del parabrezza convergenti come le meridionali di Napoli (era una moda del periodo, iniziata molto prima con gli ETR 200 delle FS), i "tipo Bologna" non avevano altro di somigliante...[SM=x346219]
Francesco E.
00martedì 17 maggio 2005 12:17
X Augusto:
Qualche volta potresti essere daccordo con qualcuno... tanto per cambiare??[SM=x346223] [SM=x346236] [SM=x346236]

[Modificato da Francesco E. 17/05/2005 12.23]

Augusto1
00martedì 17 maggio 2005 14:36
bastian contrario...
...dirlo a me suona male o no, Francè...? :Sm13: Poi in genere con Alex sono d'accordo, con te un pò meno [SM=x346232] , peggio ancora con Pabbamo [SM=x346231] , anche se ultimamente siamo in sintonia. [SM=x346219]
Francesco E.
00martedì 17 maggio 2005 15:13
Re: bastian contrario...

Scritto da: Augusto1 17/05/2005 14.36
...dirlo a me suona male o no, Francè...? :Sm13: Poi in genere con Alex sono d'accordo, con te un pò meno [SM=x346232] , peggio ancora con Pabbamo [SM=x346231] , anche se ultimamente siamo in sintonia. [SM=x346219]



Ah! Allora vorresti dire che sono io a non essere daccordo con te?
Augusto1
00martedì 17 maggio 2005 16:01
d'accordo o no?
Lungi da me...[SM=x346232] [SM=x346239]
Roberto Amori
00mercoledì 18 maggio 2005 00:50
Per Alessandro e gli altri amici

Sulle somiglianze di alcuni tram italiani di varie città più o meno anche io penso siano comuni linee stilistiche dettate dalle mode del tempo anche se ho sempre detto ci fosse una forte somiglianza, a parte lo scartamento, tra le carrelli 201/229 bolognesi e le 900 genovesi. Così come fosse pure singolare il fatto che queste venissero avviate sotto la direzione dello stesso direttore: l' Ing. Barbieri.





Questo è il ponte di cui parla Alessandro e che ringrazio anche per essere un lettore del nostro libro.
Il ponte fu costruito per esigenze belliche dagli Inglesi per valicare il fiume Savena e quindi riutilizzato nell'immediato dopoguerra per il prolungamento della tramvia extraurbana 20 fino al comune di S. Lazzaro di Savena.
La linea correva per kilometri su strada riservata collegando S.Lazzaro a Bologna con percorrenze in minuti oggi inimmaginabili. Stesso discorso identico per il 18 Casalecchio anch'esso tutto su strada riservata e che tutt'oggi esiste come pista ciclabile per la gioia dei miei figli.
La nuova linea per S.Lazzaro, dicevamo, venne inaugurata in pompa magna dai sindaci dei due comuni, la banda e una folla plaudente nel 1948. Nel 1961 era già soppressa e sostituita dai bus articolati Viberti...della sede riservata, a differenza di Casalecchio, oggi nessunissima traccia.
La foto in questione è interessante anche per un altro fatto: essendo la linea tutta su massicciata con rotaie Vignole i carri scala su pneumatici non potevano qui eseguire lavori di manutenzione alla linea aerea. Ecco allora che un tram qualunque si portava al traino un carro di servizio con allestita la torre in legno per raggiungere i cavi elettrici. Nella foto vediamo un tram assolutamente mai usato per servizio ordinario su questa linea: una due assi del tutto simile e dello stesso gruppo, le S.Michele in bosco, protagonista della fuga notturna di Aldo Fabrizi in HRUT.






Dopo la soppressione nel 1961 del tram 20 S.Lazzaro come già detto ci fu un iniziale utilizzo dei lunghi Fiat 411 Viberti di 18 m. Poi per 20 anni questa linea fu territorio esclusivo dei Fiat 412 Aerfer bipiani di cui il primo entrò in servizio nel 1962, ancora in era tramviaria, mentre l'ultimo venne radiato nel 1987.
Nella mia foto del 1984 colpisce l'assenza di allora del bifilare del filobus 13 S.Ruffillo installato alla fine del 1989, oggi in questo punto di Via Rizzoli oltre al bifilare già esistente si sta lavorando all'installazione del bifilare di ritorno della nuova linea 14 e del relativo scambio proprio sotto la Torre degli Asinelli per la separazione del 13 dal 14.
Alessandroch
00giovedì 19 maggio 2005 19:50
ricordi lontani:
io ed un mio caro amico andammo a trovare una amica comune nei primi anni 80 a bologna, ricordo molto mestamente le rotaie ancora in strada. ricordo che c' erano molti metri, forse kilometri di binari ancora da smantellare. oggi, ci sono ancora residui di rotaie x bologna?


tornando al libro:
la foto n° 51 sempre del libro sui tram di bologna mi piace molto, peccato che il tram si limita a percorrere solo un anello di ritorno.

Ragazzi... nella foto 45 del medesimo libro, è fotografato, oltre al tram, una palazzina con un cartello con la scritta "ghisello"; ebbene, quella palazzina è servita x tante cose... anche x il DAZIO. Il "dazio tranviario" è esistito anche a bologna, cari amici (napoletani soprattutto), vero roberto?
ora capisco xkè nell' ultima foto di una carrelli napoletana Roberto si preoccupava dello stato dell' asfalto adiacenti alle rotaie.
[SM=x346239]
Augusto1
00venerdì 20 maggio 2005 09:05
un Dazio anche a Bologna...
Solo Alex poteva pensarci. A quando una Fuorigrotta anche a Milano? Grande! :Sm13:
Roberto Amori
00sabato 21 maggio 2005 02:38
Binari e bifilari


ALESSANDROCH:

ricordo molto mestamente le rotaie ancora in strada. ricordo che c' erano molti metri, forse kilometri di binari ancora da smantellare. oggi, ci sono ancora residui di rotaie x bologna?




Oggi non più ma alla fine degli anni '70 inizio '80 a parte qualche strada era presente al suolo praticamente l'intera rete tramviaria del centro e di gran parte delle periferie.
In centro per oltre 20 anni sono state mantenuti binari riempendo semplicemente di catrame la gola delle rotaie. Il catrame col tempo si sbriciolava e a volte quasi tornavano allo scoperto, a me in particolare piaceva andare a vedere gli aghi degli scambi e così scoprire dove fosse andato il tram l'ultima volta che lo aveva percorso.
Oggi ne esistono solo qua e là qualche pezzetto per caso scampato agli scavi Enel, Telecom, Gas ecc....



Una veduta cara: siamo in Via S.Isaia vicini a casa di mia nonna.
Per terra i binari delle ex tramvie 11, 17 e 18 percorse l'ultima volta nel 1958, notare le gole Phoenix riempite di catrame. Com'era bella la pavimentazione coi lastroni di porfido e come si inserivano bene le rotaie, oggi una bella asfaltata di conglomerato bituminoso, che si disferà presto, e via...alla faccia delle rivalutazioni del centro.
In primo piano il filobus Fiat 2411 n.1431 del 1960 comprato usato dalla ex rete di Padova nel 1968. Nel 1982 ebbe un terzo trasferimento, a S.Remo, dove ha circolato fino al 1990.
kaonashi
00venerdì 27 maggio 2005 23:14
futuro tranviario a Bologna
Ma attualmente non è in progettazioen una metrotranvia che dovrebbe riperccorrere il tracciato dell'accontonato progetto di metropolitana dal centro storico alla Fiera ed arrivare in centro in sotterraneo proveniendo dalla via Emilia Ponente entrando in galleria nella via Saffi? Sarebbe una realizzazione sul tipo della Stadtbahn di Colonia che farebbe finalmente rientrare Bologna tra le città tranviarie[SM=x346220] e senz'altro commisurata alle esigenze della città.
XJ6
00mercoledì 1 giugno 2005 09:43
Bologna di notte
Suggestiva e inconsueta immagine notturna di tram alla stazione di Bologna ai tempi che furono.



PER INGRANDIRE L'IMMAGINE CLICCARE SULLA FOTO


Immagino che una foto notturna scattata alla stazione di una grande città, ai giorni nostri, presenterebbe uno scenario un po' meno amabile.
Roberto Amori
00domenica 19 giugno 2005 05:30
La stazione di Bologna



Ecco una veduta notturna del Piazzale Medaglie d'oro dinanzi la stazione ferroviaria. Non entro nemmeno nel merito sui paragoni da fotoconfronti...





Qui una veduta più simile alla cartolina di Antonio cui possiamo fare confronti con l'odierno: non si vede ma la torretta con l'orologio in cima al tetto della stazione è scomparsa, così come è scomparso il piccolo portico Liberty all'ingresso dell'edificio sostituito da uno più grande in muratura. E' scomparsa pure la fontana in primo piano che venne sostituita da un monumento in ricordo degli operai morti sul lavoro per la realizzazione della grande galleria dell'Appennino tra S.Benedetto Val di Sambro e Vernio. La guerra ha spazzato via tutto.





Ed ecco il portico in questione in una foto attorno al 1953: sulla sinistra un tram Pedana sul 5 Saragozza ( soppressa nel 1955 ) poi un tram Sibona sul 12 S.Michele in bosco ( splendida linea di collina soppressa nel 1957 ) quindi in primo piano un bus Lancia Esatau e dietro un Fiat 640 sulle circolari interne ed esterne.
Il vecchio e piccolissimo 640 è incredibilmente rimasto in servizio fino al 1976, lo prendevo ogni mattina sul 17 per andare a scuola...
Alessandroch
00sabato 24 settembre 2005 19:45
Roberto,
nel tuo libro "quando a Bologna c' erano i tram" scritto con G. Cacozza e G. Bondi, nelle foto 19 e 20 è ripresa la stessa piazza: p.za Galvani. Non riesco ad identificare i punti... insomma ,se non fosse stata per l' indicazione, tranquillo avrei messo la mano nel fuoco nel dire che le 2 foto rappresentano 2 punti diversi della città. non nego che la mia difficoltà nasce anche dal fatto che non conosco la piazza. Il punto che mi ha attratto in particolar modo è che nella foto 20 c' è il tram fermo sul tronchino.

Inoltre, grazie a delle foto che hai inserito nel forum, sempre nello stesso libro, è fotografata la motrice 301. Riconoscendo il palazzo a sx potrei deddurre che in quei punti ci sono ancora le rotaie a terra, giusto?

un' ultima cosa: perchè il libro finisce con la scritta (continua......)?

grazie
Alessandroch
00sabato 24 settembre 2005 19:47
Re: Roberto,

Scritto da: Alessandroch 24/09/2005 19.45
nel tuo libro "quando a Bologna c' erano i tram" scritto con G. Cacozza e G. Bondi, nelle foto 19 e 20 è ripresa la stessa piazza: p.za Galvani. Non riesco ad identificare i punti... insomma ,se non fosse stata per l' indicazione, tranquillo avrei messo la mano nel fuoco nel dire che le 2 foto rappresentano 2 punti diversi della città. non nego che la mia difficoltà nasce anche dal fatto che non conosco la piazza. Il punto che mi ha attratto in particolar modo è che nella foto 20 c' è il tram fermo sul tronchino.

Inoltre, grazie a delle foto che hai inserito nel forum, sempre nello stesso libro, è fotografata la motrice 301. Riconoscendo il palazzo a sx potrei deddurre che in quei punti ci sono ancora le rotaie a terra, giusto?

un' ultima cosa: perchè il libro finisce con la scritta (continua......)?

grazie




Pardon... mi riferivo alla foto 60
Roberto Amori
00domenica 25 settembre 2005 14:40
Per Alessandro

Le due foto cui ti riferisci sono entrambe di Piazza Galvani: una di fronte al fotografo l'altra alle spalle. E' una piazza molto bella, un lato è chiuso dal retro della basilica di S.Petronio ed in teoria questa piazza non sarebbe mai dovuta esistere in quanto tutta ancora, nel progetto, occupata dall'ulteriore sviluppo della basilica. Come sappiamo dal Vaticano arrivò nel 1514 da Pio VI l'impedimento a questa realizzazione in quanto la basilica avrebbe a Roma superato in grandezza quella di S.Pietro.
La piazza era un incredibile ragnatela di binari: sia a sinistra che a destra della centrale statua a Galvani passavano svariate linee tramviarie, sul fondo un binario di ricovero così come a destra un'altro cui si riferisce Alessandro. Quest'ultimo finiva proprio a ridosso dei tavolini del celebre Caffè Zanarini recentemente riaperto a 10 anni dalla chiusura.
Negli ultimi anni vennero eliminati i due binari morti così come il passaggio dei tram ad un solo lato della statua.




Una foto di Piazza Galvani: sullo sfondo due tram su uno dei due binari morti, in primo piano gli scambi per separare le linee, una bretella di congiunzione e uno degli unici tre scambi tripli della rete tramviaria bolognese. Una fittissime rete di binari anche tenendo conto che alle spalle del fotografo c'è un altro completo triangolo a doppio senso più gli scambi e il binario morto che sarebbero sulla destra della foto.
Alessandroch
00domenica 25 settembre 2005 19:10
Ehm... scusate...
Ma quant' è ampia piazza Galvani? Mi stupirei xkè, a giudicare dalle foto, sembrerebbe piccola come area; tenendo presente tutti quei binari e scambi che c' erano

Doveva essere uno spettacolo veder girare i tram in quella piazza.


Roberto Amori
00martedì 27 settembre 2005 00:45
Un tram chiamato Sibona
Come già altre volte accennato a Bologna hanno circolato per pochi anni un piccolo lotto di vetture denominate Sibona, dal nome dell'ingegnere che le progettò.
Si trattavano delle eleganti vetture articolate della serie 600 costruite in 8 esemplari approntate a partire dal 1949 e delle piccole due assi della serie 300 costruite in 5 esemplari a partire dal 1953, tutti 13 i tram erano bidirezionali.
Le due assi di cui ora andremo a parlare ricordavano vagamente le altrettanto belle vetture fiorentine monodirezionali chiamate Radiax, entrambe le vetture di Bologna e Firenze del resto erano moderne ricostruzioni di materiale antico già presente nel parco delle due aziende. Per la costruzione delle Sibone vennero usati anche motori e parti meccaniche presenti nei magazzini come parti di ricambio.





Una bella foto della Sibona 301 regalatami anni fa a Roma dall'amico Piero Muscolino: siamo nel 1954 a S.Michele in Bosco al capolinea della linea 12 e la ragazza in primo piano è la sorella del noto studioso di trasporti romano. La linea 12 era forse la più bella linea tramviaria bolognese, i tram dovevano salire la collina di fuori porta Castiglione ed arrampicarsi fino a S.Michele in Bosco famoso anche per essere unito dal prestigioso ospedale ortopedico Rizzoli. Le vetture tramviarie, come oggi gli autobus, erano frequentatissime dalle persone in visita agli ambulatori o ai ricoverati. Per ridiscendere la collina le Vetture dovevano appartenere ad un ristretto gruppo coi freni potenziati, gruppo appunto al quale appartenevano le Sibona della serie 300. La linea è stata soppressa nel 1957.






Una veduta della fiancata del tram 303. Esistevano in realtà pure le vetture 306 e 307 ma non avevano nulla a che fare con le Sibona di cui stiamo raccontando.






Una scena di Hanno rubato un tram: Aldo Fabrizi esce dall'ultima delle Sibona, la 305.
La foto dimostra che le Sibona, come mi dissero anni fa vecchi tramvieri, hanno anche prestato servizio, come rinforzo, sul 3 Borgo Panigale linea soppressa nel 1955 e territorio incontrastato delle grandi vetture a carrelli.
Notare sul muso gli eleganti piccoli aeratori sulla sommità del muso, i fari con la griglia e i piccoli finestrini superiori apribili a vasista con alloggiati poco sotto i tergicristalli di concezione già automobilistica.






Una veduta di una già trafficata via Ugo Bassi del 1956: una Sibona proveniente da S.Michele in Bosco sta per raggiungere Via Marconi e da qui l'altro capolinea alla stazione ferroviaria.
I tram della linea 12 infatti, come si vede pure nella prima foto all'andata avevano il cartello 12 S.Michele in Bosco mentre al ritorno montavano quello 1 Ferrovia.






Un'altra veduta della medesima strada sempre nel 1956: si scorgono tre tipi di tram, una Pedana sul 14 Ippodromo, una Sibona sul 12, una Comune probabilmente anch'essa sul 12






Una interessentissima veduta scattata dal noto appassionato genovese Paolo Gregoris al deposito Zucca. Siamo nel 1962 e la 301, come l'aspetto trasandato rivela, è già stata radiata da due anni. Il tram probabilmente per potere essere fotografato è stato trainato fino a quel punto, infatti il trolley è legato al retriver e non è stato elevato al filo per dare alla foto un po' di slancio. La vettura è impolverata, lo specchietto rimosso e così via, dopo avere scattato altre due foto che gentilmente Gregoris mi regalò la vettura è stata nuovamente sospinta sotto la tettoia per entrare nel mondo dei ricordi.





Colpo di scena: la 301 fino a non molto tempo fa esisteva ancora, seppur in queste condizioni. Fu donata a metà degli anni '60 ad una scuola privata che la collocò in giardino per il gioco dei ragazzi. Trascuratezza, vandalismi e agenti atmosferici la degradarono rapidamente ma resistette, con la mia vana speranza di un recupero per il Museo, fino al 1990. Mi beo del fatto che anch'io come Muscolino e Gregoris sono in qualche maniera riuscito a fotografare la 301.






L'interno della 301: notare la raffinatezza stilistica degli attacchi al soffitto del corrimano





L'interno della 305, più o meno dalla stessa angolatura, in una delle scene di Hanno rubato un tram.





Un'altra veduta della 301 nel giardino della scuola, notare sopra il faro destro l'attacco a baionetta per fissare il retriver: arrivati al capolinea il tranviere calava il trolley con la corda, staccava il retriver e girava col tutto in mano dall'altra parte della vettura, ricollocava retriver nella baionetta ed alzava al filo il trolley. Su certe vetture a volte si doveva pure con un secondo giro rimuovere dal banco di manovra il rubinetto del freno e la manovella del controller e ricollocarle in fondo nell'altro banco. Infine era pure necessario girare tutte le due file di seggiolini nel nuovo senso di marcia.





Ancora l'interno della 301: è sopravvissuto al 1980 un solo seggiolino e la base del sedile del manovratore. Appena arrivata alla scuola la 301 era integra, i miei genitori mi portarono là un giorno a vederla ed io la ricordo ancora in biverde con gli interni completi...





Una delle più tipiche placche in metallo all'interno dei tram: ora mi pento quel giorno di non essermi portato appresso un cacciavite, almeno ora sarebbe qua a casa mia...



Conclusioni: le Sibona della serie 300 e 600 non sono stati tram famosi come le 28 di Milano, le PW di Napoli e Torino o le Mrs di Roma ma rappresentarono comunque la genialità di chi le progettò nell'adattare materiali nuovi su basi del 1911, rappresentarono anche la grande manualità delle maestranze di allora che dal nulla nelle anguste officine di un ex deposito di tram a cavalli costruirono, con le attrezzature del tempo e la povertà delle materie prime nell'immediato dopoguerra, uno ad uno questi 13 tram.
Bene, spero che questa chiacchierata sulle piccole Sibona possa essere stata di vostro gradimento anche se alcune foto erano già state pubblicate. Se ci riuscirò in seguito completerò il discorso raccontando delle Siboma articolate della serie 600.

[Modificato da Roberto Amori 12/11/2005 17.52]

XJ6
00martedì 27 settembre 2005 02:10
Ce n'è voluta ...
... ma alla fine il servizio sulle Sibona monocassa mi sembra particolarmente ben riuscito.

Ora aspettiamo il servizio sulle articolate.

Forza Robe', datti da fare [SM=x346220]
Roberto Amori
00martedì 27 settembre 2005 18:41
Continua...


ANTONIO: Ora aspettiamo il servizio sulle articolate.




Lieto ti abbia interessato Antonio. Tra un po' racimolo qualcosa sulle articolate e ne scriverò della loro breve storia.
Alessandroch
00martedì 27 settembre 2005 21:03
Servizio bellissimo...
...ma triste.
Ciò che ci ha raccontato Roberto mi è piaciuto molto. ma mi concedete di essere triste?

vedere quel SIGNOR MEZZO ridotto in quel modo mi ha fatto rimanere in silenzio, proprio come, con Augusto, rimasi davanti al capolinea del Dazio a Napoli quando era dismesso.

Roberto... temo che tu abbia sbagliato il periodo di nascita!!!

[SM=x346220] [SM=x346220] [SM=x346220]


grazie [SM=x346239]
BLINKY73
00mercoledì 28 settembre 2005 01:02
in fondo...erano solo macchine!
Il servizio sulle "Sibona" mi ha fatto tanta tenerezza..., è l'unico aggettivo che mi viene in mente, vedendo una simile ingratitudine verso macchine che per anni hanno condiviso l'allegria, la tristezza e i sentimenti delle persone che trasportavano.
La loro colpa è stata quella di essere solo "macchine", utilitarie di massa senza un nome famoso stampato sopra.
Ed essere più piccole delle colleghe più blasonate non è servito, purtroppo, a trovare un altrettanto piccolo spazio per salvarle!

[SM=x346246]

[Modificato da BLINKY73 28/09/2005 1.03]

XJ6
00mercoledì 28 settembre 2005 01:12
Scuola e vandalismo
L'indegno trattamento riservato alla residua Sibona da parte dell'istituzione scolastica alla quale era stata regalata porta inevitabilmente a considerazioni abbastanza tristi sul degrado della scuola italiana, come pure sull'insensibilità e sull'incapacità di tanti insegnanti e dirigenti. Il vandalismo dei ragazzi, e non solo, trova terreno fertile nell'assenza delle istituzioni e nel ruolo assolutamente marginale attribuito all'educazione civica.
Stefagin76
00mercoledì 28 settembre 2005 13:59
piano...
.. col dare addosso, come al solito, agli insegnanti. Il 99% di essi, specie alle elementari e alle medie inferiori, si fa un cxlo così per cercare di far diventare esseri umani minimamente interessati ad un barlume di cultura degli altrimenti piccoli automi completamente rincretiniti dalla TV e dai videogiochi, inoltre il più delle volte fomentati da genitori protervi e ignoranti, i quali pretendono solo diritti e non volgiono nemmeno sentir parlare di doveri.

Fine dell'OT

Stefano
Augusto1
00mercoledì 28 settembre 2005 15:49
per Roberto
Bellissimo questo rendez-vous con le Sibona, vetture che comunque hanno lasciato una traccia importante nel panorama tranviario nazionale, anche come articolate. Andrei cauto sul dare tutta la responsabilità alle istituzioni scolastiche, bisognerebbe conoscere a fondo i motivi che hanno determinato questo status quo. Noto ancora una volta nella targhetta, come anche nel film, la particolare dizione "bigliettario" in luogo delle più comuni "bigliettaio" o "fattorino". Bologna la dotta...[SM=x346239]
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