POLLICINO DOWN TOWN
A proposito dei Pollicino Down Town mi permetto di citare testualmente quanto scritto dal compianto Gerardo Chiaro relativamente agli esemplari acquistati usati dalla Cooperativa "Tasso" di Sorrento. Credo che alcuni 'passaggi' siano interessanti per chiarire le caratteristiche e le vicende di questo modello:
Ad aprile 2004 – provenienti dall’ATM di Alessandria (costruzione 1998) – arrivano a Sorrento cinque vetturette che, per le loro caratteristiche, sembrano far rivivere il periodo pioneristico dei 329 Ruggeri. Si tratta dei Pollicino Down Town, che – come è noto – solo nel nome possono essere avvicinati ai Pollicino “classici” della CAM, in quanto costruiti con metodi del tutto differenti e sistemi decisamente al passo con il progresso dell’ingegneria meccanica. Non a caso, essi nascono già dotati di sola struttura semiportante, unita ad un telaietto, anch’esso semiportante, molto simile a quelli usati per i modelli FIAT 411 e 410St4 dalla casa torinese per la produzione di autobus degli anni Sessanta. Tecnicamente, appaiono anche molto simili al modello FIAT Ducato di seconda generazione, dei quali acquisiscono in parte anche la meccanica. Siamo dunque al cospetto di un minibus dalle eccezionali qualità tecniche, decisamente superiori rispetto alla produzione di simili vetture attuali. Ma non solo: un altro punto a favore di questo interessante modello di micro-autobus, va ricercato nell’originalità del design a firma Giugiaro; in particolare, va ricordata la singolarità della testata anteriore, molto simile a quella del notissimo modello interurbano IVECO “Euroclass” e, ancora, come il Down Town già in fase progettuale sia stato predisposto anche per la trazione elettrica. Sembra finita qui, invece ci piace richiamare alla mente che questo veicolo si personalizza anche per il pianale ribassato, per il cambio automatico e per le tecniche di assemblamento della lamiera, ove in alluminio, ove in vetroresina. Quindi, è un modello di autobus decisamente superiore che va ad arricchire qualitativamente il parco della Tasso. Naturalmente, per dovere di cronaca, va anche detto che questo modello di autobus non ha avuto un grosso successo di vendite, poiché è stato al centro di una grossa disputa giudiziaria tra la CAM e l’IVECO, durata alcuni anni, giusto il tempo intercorso tra la presentazione del prototipo e la produzione di serie, che ne offuscherà definitivamente la fama di veicolo innovativo.
Alimentati a gasolio (a differenza di molti altri esemplari consimili), i piccoli autobus cominciano a farsi vedere per Sorrento a fine giugno affiancandosi ai 316 Minerva e ‘sostituendo’ le vetture della “Tasso” cedute a Vesuviana Mobilità. Apprezzati per la loro mole ridotta che consente una facile percorrenza delle strette strade sorrentine, i Down Town sono entrati a pieno titolo a far parte del panorama urbano di Sorrento. Un’ultima nota di carattere numerico: il primo Down Town arrivato a Sorrento fu numerato 10, al posto di un vecchio Fiat 316 da tempo alienato, poi, essendosi deciso di “andare avanti” con la numerazione, è stato riclassificato 34 (oggi 99) perché nel frattempo era arrivata un’altra vettura, la 33, che conosceremo nel prossimo paragrafo. Il successo del modello può poi essere sottolineato dal fatto che nel 2006 la “Tasso” ne acquista un ulteriore esemplare che viene classificato 78 già con la nuova numerazione.