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ROMA - METROPOLITANA

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2023 14:37
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13/12/2009 16:13
 
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tranviere veterano
Mobilitazione porta a porta

Il Celio trema: non vogliamo la linea C
Rivolta contro il via agli scavi del metrò


I residenti si organizzano: pioggia di lettere e ricorsi
per paura che le vibrazioni possano far crollare i palazzi


ROMA - Il Celio trema. O meglio, rischia di tremare per i prossimi sei anni: il tempo che sarà necessario a realizzare gli scavi e per la tratta Colosseo-Ambaradam (tratta T3) della nuova Linea C e i lavori per i tunnel d'accesso alla fermata della metropolitana. Gli abitanti di un centinaio di stabili interessati alle possibili vibrazioni sono preoccupati per la stabilità dei loro palazzi e si stanno organizzando per fare pressione su Metro C Spa con una pioggia di lettere e ricorsi.

TALPE E TRENI - Le associazioni di quartiere hanno mobilitato i residenti affinché spediscano «istanze di accesso agli atti e di partecipazione» secondo la legge 24190: sia i condomini proprietari sia gli amministratori stanno creando un fronte comune «per la tutela delle parti comuni degli edifici». Se non giungeranno rassicurazioni sull'eventuale impatto delle vibrazioni prodotte dalle «talpe» per gli scavi dei tunnel e, in seguito, dal passaggio dei treni della nuova Linea C, gli abitanti sono pronti ad azioni clamorose.

CAMBIARE IL PROGETTO - I residenti si chiedono se davvero sia necessario far passare la metropolitana in una zona archeologica dove i palazzi sorgono su terreni già instabili. «Rione Celio si oppone al tratto centrale della Metro C (e non siamo certo soli a Roma) - dice Paolo Gelsomini, coordinatore di Progetto Celio - come opera dannosa ed inutile, mentre è utilissima nei tratti periferici e semiperiferici che terminano nei nodi di scambio con la metro A (San Giovanni a sud e Ottaviano a nord)».
Già lo scorso 29 novembre, in un'assemblea al Nuovo Teatro Colosseo, era stata avanzata la proposta di interrompere la metro C proveniente dal Casilino alla Stazione San Giovanni e di riprenderla eventualmente ad Ottaviano per proseguirla, come da progetto, fino a Vigna Clara.

LA RETE DEI PORTONI - In vista dell'ormai prossimo inizio degli scavi, nel rione Celio sta nascendo una «rete dei portoni»: le associazioni di quartiere stanno mettendo in contatto tra loro referenti per ogni numero civico di quegli stabili sotto ai quali passerà la metropolitana. Una sorta di network organizzato con coordinatori di strada, per rendere più efficace l'azione di protesta e il tentativo di condizionare il corso dei lavori della Metro C. Nel weekend del 12 e 13 dicembre sono partite centinaia di email e lettere che forniscono ai residenti la «mappa del campo di battaglia» e una locandina da stampare e affiggere sui portoni.


Il volantino «Requiem per un giardino» al Celio
IN GUERRA PER IL GIARDINO - La rivolta del Celio contro la Metro C era iniziata un mese fa alla notizia che il giardino antistante l'ospedale militare - per il quale il quartiere era già sceso in piazza a settembre - stava per essere trasformato in un gigantesco cantiere: per sei anni. Il giardino pubblico di piazza Celimontana, cuore del rione, con l'area giochi per i bambini dovrebbe infatti, secondo il progetto della Metro C, essere «recintato e requisito come parcheggio per le ruspe e gli altri mezzi utilizzati dagli operai». Il giardino, peraltro, era già stato danneggiato oltre un anno fa dal piccolo cantiere dei lavori di sondaggio per la Metro C, all'angolo fra via Annia e via Celimontana. Tutto ciò, sottolinea Fabio Nicolucci, del Comitato Celio e curatore di Celio Notizie, «senza che il direttore dei lavori di Metro C abbia mai richiesto il parere degli abitanti».
Ora la preoccupazione si estende alla stabilità dei palazzi del quartiere. «Dobbiamo stabilire una linea comune dopo che molti cittadini hanno lamentato la mancanza di indagini effettuate o documentate sotto i propri palazzi – spiega Gelsomini -. per questo abbiamo coinvolto un avvocato del Coordinamento residenti città storica».

LA REPLICA, I MONITORAGGI - Dal canto suo, Metro C Spa replica che per ogni tratta in cui sono iniziati i lavori è disponibile un continuo «monitoraggio delle vibrazioni nelle zone interessate dalle attività di costruzione della nuova Linea C», effettuato allo scopo di «tenere sotto controllo il livello e gli effetti del disturbo prodotto dalle attività di scavo sotterraneo e di cantiere».
Durante la realizzazione delle gallerie il lavoro delle talpe, «nonostante le loro dimensioni (lunghezza: 100 metri ca.; diametro dello scudo fresante: 6,70 metri), non sarà avvertito dalla popolazione principalmente per tre ragioni: lo scavo delle gallerie avviene fra i 20 e i 30 metri dal piano stradale; il sottosuolo romano è un "terreno sciolto", definizione che in geologia indica una struttura terrosa non uniforme (al contrario delle rocce), adatta ad ammortizzare le vibrazioni prodotte, che quindi perdono energia prima di arrivare in superficie; dietro la fresa, la talpa viene riempita con una miscela di acqua e cemento e mantenuta a una pressione di 1,8-2 bar, necessaria a sostenere il peso del terreno sovrastante, quindi a mantenere inalterate le caratteristiche statiche del sottosuolo e delle costruzioni in superficie».
Il complesso sistema di monitoraggio delle vibrazioni che «terrà sotto controllo l’evoluzione dei naturali movimenti di pressione e distorsione del terreno e (quindi) dei palazzi» (movimenti millimetrici) sarà consultabile da parte delle associazioni di quartiere.

l. za.
13 dicembre 2009

roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_dicembre_13/celio_trema_metropolitana-16021476597...
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