Stop a due linee metro. "Non ci sono i soldi"
di Cecilia Gentile
«Linea D e metro B2 sono solo nel libro dei sogni. Non ci sono fondi. Punto e basta». Parole dure, categoriche. Sergio Marchi, assessore comunale alla Mobilità, conferma il taglio a due infrastrutture strategiche per il trasporto pubblico della capitale: il tratto piazzale Fermi - Prati Fiscali della D, per il quale era già stato individuato il promotore del project financing, e il prolungamento della B, Rebibbia Casal Monastero, per il quale lo stesso Marchi, lo scorso settembre, aveva annunciato il finanziamento e l´imminente gara per l´affidamento lavori, da concludersi in 36 mesi.
Legambiente Lazio ha inviato una lettera a Gianni Alemanno. «Caro sindaco, ti scriviamo con grande preoccupazione per l´assenza dei fondi per le metropolitane nel piano investimenti - si legge nel documento - progetti a cui la città non può assolutamente rinunciare e per i quali non si può prevedere alcun ritardo. Roma ha grande bisogno di puntare sul trasporto pubblico, di liberarsi dal groviglio di automobili e smog». Alla fine la richiesta: modificare il piano investimenti in sede di consiglio comunale, reinserendo la priorità di tutte le metropolitane già previste.
Dure critiche anche dalla Regione. «Volevo ricordare - dichiara l´assessore ai Trasporti Franco Dalia - che, a fronte di un costo complessivo di 520 milioni di euro, la Regione Lazio ha già messo a disposizione per la realizzazione del progetto ben 99 milioni. «Il prolungamento della B - prosegue Dalia - consentirebbe di bloccare il traffico in entrata a Roma dal quadrante nord est, offrendo ai passeggeri la possibilità di lasciare l´auto a ridosso del raccordo per proseguire a bordo della metro. Lo scambio libererebbe via Tiburtina dal caos e dall´inquinamento». «Occorre essere pragmatici - ribatte Marchi - il costo di queste due opere è attualmente insostenibile: 3 miliardi di euro per la linea D e 520 milioni per la B2. Circa 150 milioni di euro a chilometro». «Difficile capire che fine abbia fatto la cura del ferro nel bilancio della giunta Alemanno», si chiede Umberto Marroni, capogruppo del Pd in Campidoglio.
Se il piano investimenti non verrà modificato, la capitale dovrà perciò rinunciare agli 11 chilometri e alle 12 stazioni della linea D, che avrebbe collegato Prati Fiscali, a Montesacro, con piazzale Enrico Fermi, in zona Marconi, tagliando il traffico della città da nord a sud, passando, ad esempio, per Villa Chigi, viale Nemorense, piazza Fiume, Barberini, dove ci sarebbe stato lo scambio con la linea A, San Silvestro, San Cosimato, stazione di Trastevere. Promotere del project financing, un´associazione temporanea di imprese costituita da Pizzarotti e Condotte. Spese divise tra il Comune, 38%, e privati, 62%.
Il prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero, tre chilometri e tre stazioni, è alla fase del progetto preliminare. Le spese sarebbero state coperte per il 57% dal Comune, per il 23% dallo Stato e per il 19% dalla Regione. Ma Legambiente insiste: «Ci aspettiamo che questa amministrazione voglia rilanciare, aprendo, per esempio, anche ai previsti prolungamenti della linea A verso Casalotti e Casal Selce a nord e verso Romanina a sud, della linea B1 verso Bufalotta ed il Gra a nord e oltre Laurentina a sud».
(11 febbraio 2009) Articolo de "La Repubblica"
P.S. Adesso si inizia a vedere il vero volto di Alemanno
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