In merito alla "questione tranviaria milanese"
Per conoscenza invio:
Egregio Direttore,
leggo solo ora, a distanza di qualche giorno dalla pubblicazione,
l'inquietante notizia riportata sulla testata da Lei diretta, pagina Milano
cronaca, il 22 Maggio scorso dal titolo "Tram in pensione, bisognerà
attaccarsi al bus".
Il contenuto dell'articolo mi fa pensare che "le invasioni barbariche non
siano mai finite": a distanza di anni e ad opera delle differenti
amministrazioni che nel tempo si sono succedute al governo della Città di
Milano, sono state adottate (o non adottate), a seconda dei casi, decisioni
apparentemente rivoluzionarie e sempre, a detta degli amministratori,
finalizzate al miglioramento della vivibilità, al decoro e al progresso,
nell'interesse di tutto e di tutti.
Non voglio qui elencare ciò che a Milano è stato fatto, non è stato fatto e
con quali risultati, poiché tutti coloro che vivono ed operano in Città
potrebbero compilare il proprio, sulla base delle loro esperienze,
osservazioni e riflessioni.
Desidero però motivare la frase in apertura con il dire che "la strategia di
Palazzo Marino" appare subito come un colpo di mano da parte di
amministratori poco informati, affatto lungimiranti e per nulla intenzionati
a migliorare la vivibilità e l'efficienza del trasporto pubblico milanese.
Di primo acchito sembrerebbe una di quelle decisioni che mirano a lasciare
un'impronta nella storia cittadina per soddisfare l'ambizione di qualche
amministratore, che vede in questo l'occasione per essere ricordato come
"colui che mandò in pensione i tram"! Di casi come questi, di ogni genere e
portata, è ricca la cronaca di tutte le Città e i paesi... del mondo!
Ma questa mi sembra una delle ipotesi più banali ed ottimistiche.
La cosa si fa seria se, al contrario, alcuni amministratori milanesi, sono
davvero convinti che una "strategia" del genere possa essere vista,
considerata, approvata e condivisa da altri che non siano il sostenitore
assessore Bruno Simini, il Sindaco Moratti, l'assessore all'urbanistica
Masseroni e il vicesindaco De Corato.
Costoro, nel loro proposito iconoclasta contro le tranvie milanesi, non
hanno tenuto conto che il tessuto cittadino è supportato, tra le altre cose,
dal fattore usi, costumi e tradizioni che richiedono un costante ed attento
aggiornamento, una particolare cura ed abilità nel preservare,
valorizzandole, le caratteristiche intrinseche e sviluppandone l'efficienza
applicando, nelle forme e nei modi più idonei, tutte quelle migliorie,
queste sì, davvero "strategiche", che consentiranno ai valori del passato di
diventare futuro senza stravolgimenti, senza laceranti rotture con la
memoria, evitando gli effetti di una traumatica "invasione barbarica", per
porgere con ponderazione e saggezza un adeguamento che non rompa con il
passato, ma lo adegui con i mezzi che il progresso, inteso come
arricchimento culturale e funzionale riesce ad offrire a chi, accantonato
l'entusiasmo beota di chi afferra ciò che gli viene proposto senza spirito
critico e lungimirante, fa proprio e applica solo la parte che risulta più e
meglio corrispondere alle necessità ed alle aspettative di tutti coloro che
ne dovranno fruire.
La strategia che l'Amministrazione Milanese intende applicare al Trasporto
Pubblico, privilegiando il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia,
si è già dimostrato perdente a livello nazionale, su un piano ben più ampio
ma che ha valenza proporzionale anche per quello locale: l´aver mortificato
e ridimensionato il mezzo ferroviario ampliando l'offerta autostradale, si è
rivelato un grave errore strategico del quale stiamo tutti subendo le
conseguenze; il mancato sviluppo di linee metropolitane agili e leggere, la
dismissione delle linee filoviarie e tranviarie nelle città, si è rivelata
sbagliata molto prima di quanto ci si potesse attendere. La prova è che
molte Città in Italia e all'Estero hanno rivisto i loro piani e riconosciuto
l'errore "strategico", provvedendo al ripristino delle stesse adeguandole
con i mezzi e le tecnologie più avanzate e rispondenti alle nuove esigenze.
Alla luce di quanto sopra risulta completamente priva di fondamento
l'affermazione del vicesindaco De Corato che recita: "A parte San Francisco
non si vedono più grandi Città che continuano a puntare sul trasporto
pubblico sui binari".
Genova e Lecce hanno ripristinato linee filoviarie dismesse; Bergamo si è
dotata di una nuovissima Metro-Tranvia; Firenze, Padova, Messina, Sassari e
Cagliari hanno reintrodotto le linee tranviarie nel contesto urbano; Roma ha
potenziato le linee tranviarie e sviluppato la rete, nonché rimesso in
circolazione i filobus.
Negli altri Paesi Europei la tendenza più accentuata va nella direzione
della salvaguardia e del potenziamento del trasporto pubblico su rotaia:
Nizza, grande città francese a circa 30 Km. dal confine italiano, si è
dotata recentemente di una modernissima linea tranviaria che copre una vasta
area urbana e proseguono alacremente i lavori per il completamento di altri
percorsi che, una volta terminati, offriranno la possibilità di raggiungere
comodamente i principali poli cittadini.
Non si comprende perciò con quale criterio siano state proposte, dal Comune
di Milano, "strategie" in assoluta controtendenza rispetto a tutti gli
orientamenti più attuali, sviluppati, testati, condivisi e approvati dalla
quasi totalità degli addetti ai lavori.
Sarebbe opportuno che gli amministratori milanesi, prima di lanciare
proposte di pensionamento delle linee tranviarie e mettere mano ad un piano
che, alla luce di esperienze già trascorse e sconfessate in altre grandi
Città, si potrebbe rivelare come un clamoroso autogol, evitassero di
lasciarsi allettare dal canto di Sirene che, per spostarsi, certamente non
usano i mezzi pubblici, siano tram, autobus o filobus, ma si affidano al
confortevole blu di auto di rappresentanza.
I Cittadini, veri fruitori del servizio pubblico, auspicano uno sviluppo e
una razionalizzazione del servizio ma, quali esperti navigatori,
scarsamente sensibili a richiami ingannatori, non possono condividere le
pretestuose motivazioni addotte a supporto di una proposta che ha
dell´osceno, quando si pensa che le tranvie milanesi sono parte di una
storia e di una tradizione che, alla ormai collaudatissima funzionalità,
aggiungono il non secondario vantaggio di essere, a tutt´oggi, il mezzo di
trasporto cui viene riconosciuta la maggiore funzionalità.
Ci appelliamo ai signori di Palazzo Marino affinché dimostrino di essere al
servizio della Città e non strumenti di proposte basate su presupposti
inconsistenti e facilmente confutabili che facilmente porterebbero, nel giro
di pochi anni, ad un amaro ripensamento. Per l´immagine del trasporto
pubblico milanese, un pericoloso deragliamento!
Giù le mani dalle tranvie milanesi, dunque, perché c´è il rischio che
percorrendo questa strada ed insistendo nell´attuazione di quella che
pretenziosamente viene definita "strategia", chi si attaccherà al tram non
saranno i cittadini, che al tram sono davvero, affettivamente, "attaccati"!
Teresa Barazzetti