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I DEPOSITI TRANVIARI DI ROMA

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2014 22:18
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30/07/2011 22:10
 
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Grazie Mauro per l'informazione.

Certo se avesse visto la luce, sarebbe stata una bella linea.

Claudio
30/07/2011 22:17
 
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Speriamo che gli attuali tram, in un futuro più o meno prossimo, non vedano la luce della fiamma ossidrica (le Stanga tanto per cominciare).
31/07/2011 02:05
 
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la storia va un momento vista come effettivamente è andata... mi autocito da www.tramroma.com riportando anzitutto un riassunto del piano atac del 1957 ...


Proprio nel 1957 l’ATAC, attraverso il proprio periodico aziendale, mette nero su bianco i programmi che si concretizzeranno nel piano che il Comune di Roma approverà l’anno successivo. Le citazioni che seguono provengono da un lungo articolo pubblicato su “Vita dell’ATAC” dell’Ing. Lamberto Villani, all’epoca Capo del Servizio Movimento:

«E’ noto che ogni sistema di esercizio riesce più economico degli altri entro determinati limiti di volume del traffico. E’ perciò opportuno che allorquando un quartiere in sviluppo raggiunge un traffico di entità tale per cui conviene passare dal sistema automobilistico al sistema filoviario, o a quello tranviario, si faccia luogo alla trasformazione, e ciò è avvenuto ad esempio per il Tufello, per Primavalle, ove sono state estese le filovie; per Villa Gordiani, Centocelle e Quarticciolo, ove sono state estese le linee tranviarie [...] Le filovie appaiono più adatte degli altri sistemi, specialmente nelle zone collinose di medio traffico, ove le strade presentano notevoli pendenze e sono in genere tortuose, ed in tale ottica sono state realizzate le filovie di Monteverde, Monte Mario, Via Aurelia, eccetera. Sotto il profilo della viabilità è ormai fuori discussione che le tranvie sono le meno adatte a servire le zone ove la circolazione risulta più difficile e congestionata, e costituiscono un serio ostacolo alla realizzazione di provvedimenti di viabilità tendenti a facilitare il flusso veicolare come le “rotatorie”, le cosiddette “canalizzazioni del traffico”, gli attraversamenti a quote diverse mediante sottovia, e di ogni altro sistema escogitato dalla “ingegneria del traffico” per far fronte all’imponente sviluppo della circolazione. Per tali ragioni nella nostra città già da molto tempo è stata preclusa alle tranvie una vasta zona centrale, nonostante che i moderni concetti di economia dei trasporti imporrebbero per questa zona a fortissimo traffico l’impiego di mezzi su rotaia, e possibilmente delle metropolitane. Non si esclude che un ulteriore alleggerimento dovrà essere attuato nella circolazione tranviaria per liberare alcuni tronchi stradali particolarmente congestionati come Via Cavour, Via Piave, Via Salaria».
L’ATAC non intende quindi abbandonare nessuno dei due esercizi a trazione elettrica, e in prima battuta si era effettivamente pensato di poter procedere a un estrema semplificazione del sistema filoviario, eliminando «la rete a maglie molto fitte [che] comporta una tessitura di linee aeree estremamente pesante, con frequenti scambi, incroci», ma sul futuro dell’esercizio esiste un incognita che, da sola, porterà alla maggior parte dei provvedimenti di trasformazione: «Altre ancora sono le cause che possono consigliare la trasformazione del tipo di esercizio, una – ad esempio – la necessità di rinnovare costosi impianti sui quali possono pesare riserve circa il mantenimento. Determinate trasformazioni, peraltro, debbono collegarsi con altre che potrebbero dirsi complementari, dovute ad esempio alla necessità di concentrare gli incrementi del materiale mobile, che impegnano l’Azienda per molto tempo, e cioè fino a raggiungere l’ammortamento delle vetture, su di un settore dell’esercizio piuttosto che su un altro per il quale, nel futuro, le previsioni di impiego appaiono più problematiche».


Nota cosa scrisse allora l'ing. Villani: "concentrare gli incrementi del materiale mobile, che impegnano l’Azienda per molto tempo"... in pratica c'era da ammortizzare l'intero parco delle MRS, le STANGA e le PCC di prossima acquisizione... Poiché con le Olimpiadi la rete fu sventrata l'ATAC, nel 1962 (e sempre per esigenze di ammortamento di rotabili e impianti), decise di eliminare il filobus entro dieci anni (e ne basteranno otto), concentrando la rete dei tram alla linea a U, rottamando il solo materiale a due assi, comprese le MATER, ormai non più utilizzabile (anche qui mi autocito)

La decisione del 1964 di "aprire" la circolare esterna, trasformandola in una normale linea a doppio binario, fu determinata dalla presenza nel parco tramviario aziendale di 20 vetture praticamente nuove di fabbrica (le PCC del 1958) e di 50 articolate con poco più di 10 anni di servizio (le Stanga del 1949-1950) cui si devono aggiungere 122 vetture tipo MRS del 1927-1930, delle quali quelle di seconda e terza serie in servizio più o meno regolare e le rimanenti di prima serie ferme in deposito col residuo materiale a due assi. Il progetto fu elaborato quando apparve chiaro che non sarebbe stato possibile installare un binario sui lungotevere di destra, dove pure esisteva, da ponte Garibaldi a ponte Vittorio, un doppio bifilare utilizzato dalle vetture della rimessa Trionfale in trasferimento da e per i capilinea di Trastevere e Monteverde (e sporadicamente dalle linee ordinarie deviate) il cui impianto elettrico ed accessorio poteva essere riadattato in breve tempo all'esercizio tramviario. La sua approvazione, nel contesto del piano di cui si è detto, fa tirare un sospiro di sollievo a un azienda sempre più in crisi per il progressivo e inarrestabile aumento delle spese di esercizio, cui si contrappone la storica decisione di introdurre la tariffa unica di 50 lire. Il piano di riassetto della rete dei tram è però rimasto al palo per le proteste di chi non vuole la nuova linea (abitanti e commercianti del viale dei Parioli in primis) per varie richieste di modifica dell'itinerario e più ancora per la prospettiva della metropolitana che, dopo aver determinato lo spostamento della linea dal viale Giulio Cesare al viale delle Milizie (1968), ha sanzionato la sua inutilità nel tratto viale delle Milizie-piazza Irnerio, dove già si pensa di prolungare quella stessa metropolitana di cui si è da poco annunciato il rinvio sine die di una attivazione preventivata nel 1970. L'effettivo avvio dei lavori per la nuova linea 30 (come si è da tempo deciso di denominarla) è comunque rinviato per varie ragioni, in primis per le esigenze legate ai cantieri della metropolitana (Prati) e della nuova tangenziale sopraelevata (San Lorenzo) ma si temono anche imprevedibili ripercussioni sulla viabilità della zona centrale che il comune intende ora regolamentare.

cosi sono andate effettivamente le cose, fosse stato per ATAC la rete tranviaria sarebbe sopravvissuta ben oltre il poco che ne è rimasto dopo il 1973, e forse ti sorprenderà sapere che l'11 si pensava di mantenerlo tram, senonché

In quel periodo, ancora come nel 1960, le decisioni erano assunte dal Comune senza alcun coordinamento con l’ATAC, e sempre in danno del trasporto pubblico. La conversione della linea 11 fu attuata con un provvedimento estemporaneo, a carattere provvisorio, causa l’avvio dei lavori per gli svincoli della tangenziale nella zona della Stz Tiburtina. L’apertura dei cantieri non era stata preventivamente comunicata all’azienda, che non solo dovette provvedere in fretta e furia la sostituzione provvisoria dei tram con gli autobus, ma si trovò anche col cantiere binari di Portonaccio (e vari rotabili ivi presenti), tagliato fuori dalla rete per l’interruzione del relativo raccordo. Come da copione ormai consolidato, alla sospensione dell’esercizio tranviario seguirono immediatamente la parziale demolizione degli impianti a Portonaccio e alla Garbatella (dove i binari furono gradualmente demoliti quale prova pratica di un concorso per manovali), e varie modifiche alla viabilità che li avrebbero resi comunque inservibili, tanto che l’ATAC fu costretta a provvedere il trasporto stradale del materiale rimasto isolato a Portonaccio, trasferendo il cantiere binari (o almeno quanto ne restava), alle Officine Centrali di Via Prenestina.
31/07/2011 02:11
 
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il tram era allora, ed è ancora oggi, anzitutto una vantaggiosa scelta economica ...


31/07/2011 11:07
 
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Io non sono riuscito a trovare sul sito tutte queste info e cmq grazie!
31/07/2011 11:33
 
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queste analisi sono contenute nella parte relativa agli autobus ...

31/07/2011 12:36
 
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Per Apptras ed i benpensanti
Un grazie di cuore ad Apptras. Morale della favola: che vadano via le auto da gran parte del territorio di Roma, in particolare dal centro, e che, alla luce di una nuova situazione, si ridiscuta seriamente sul trasporto pubblico, in primis sui tram e sui filobus. Oltretutto la benzina costa: ci guadagneremmo tutti in salute e di tasca. Basta, basta, basta, non ne possiamo più di scelte insensate. [SM=x346232] [SM=x346233] [SM=x346234] [SM=x346225] [SM=x346221]
[Modificato da evviva il tram 31/07/2011 12:38]
31/07/2011 19:25
 
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io sono del parere che sarebbe buona cosa liberare il centro dei capolinea, ma una riforma stile 1930 (cioè linee solo passanti), va pensata in grande stile, non modificando a casaccio i percorsi solo perché si vuole liberare una piazza per usi... di casta


31/07/2011 20:09
 
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tranviere veterano
San Silvestro insegna (un vero scempio, un insulto all'intelligenza) . Da domani 1 agosto, il centro perdera' uno dei pezzi piu' importanti. [SM=x346222] [SM=x346222] [SM=x346222] [SM=x346223]
[Modificato da evviva il tram 01/08/2011 00:22]
31/07/2011 23:52
 
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Ehm, il 5 ed il 7 non avevano alcun senso di esistere....
01/08/2011 00:01
 
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apptras, 31/07/2011 02.05:


Poiché con le Olimpiadi la rete fu sventrata l'ATAC, nel 1962 (e sempre per esigenze di ammortamento di rotabili e impianti), decise di eliminare il filobus entro dieci anni (e ne basteranno otto)



Perchè otto e non dieci? La rete filoviaria romana non fu chiusa proprio nel 1972...?

1Poggioreale Cimit. Staz.Centr. v. Marina
P. Vittoria Mergellina Fuorigrotta Bagnoli
01/08/2011 00:06
 
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Mauro, rispondo a te perchè è un paicere parlare con chi consoce la storia dei tpl romano mentr eè inutile parlare con chi sa solo leggere male il tuo sito. Dunque precisiamo alcune cose: intanto Olimpiadi o no le circolari sarebbero durate ben poco, specialmente le due interne (CD e CS) che avevano ben poco senso. Semmai sul progetto di Corso Italia / Muro Torto c'è da dire che il problema è la mancanza di adeguati sbocchi che riescanoa fluidifciare il traffico...un poco il problema di Via Marco Polo / Via Cilicia.
Sulle Mater, diciamo che erano mezzi vecchi, realizzati con materiale anteguerra, tuttosommato non credo sia stato un problema il loro accantonamento. Anche se il Comuen agiva di sua iniziativa, molte linee al giorno d'oggi non avrebberoa vuto senso, prendi l'11 ad esempio...da Gabratella a Tiburtina ormai hai la Metro B,tato è vero che l'11 bus è stato soppresso ed integrato con il 673.
Per Roma basterebbe si realzizasse la TVA per avere nuovamente una linea passante per ilc entro,con funzione afferente alle metropolitane, per il resto il tram si sviluppa bene in periferia,dove è più semplice realizzare sedi riservate. La perdita del capolinea di San Sivlestro non è un dramma assoluto, considerando che ormai era diventato un'accozzaglia di bus e basta, semmai si è persa l'occasione per ridiseganre ed ottimizzare la rete...Linee come l'85 risalgono ad uno schema ormai superato,tanto è vero che è una linea usata per spostamenti locali e da chi vuole andare da San Giovannia Colosseo / Piazza Venezia senza usare la metropolitana...Ma a Roma ci sono troppe comeptenze sparse in amteria di TPl, basti pensare che ci son linee volute e pagate dai municipi, che spesso trasportano aria (661 docet). Il centro storico può essere girato a piedi, al massimo si può ottimizzare la rete di minibus elettrici razionalizzando i percorsi. Lo sbaglio che si fa è di pensare al tram versando lacrime sulla vecchia rete. Roma è cambiata, dalle olimpiadi sono passati 50 anni, le gente si muove diversamente, e i talbenai delt pl fanno solo danni. perchè demonizzare le automobili? Ci sono spostamenti che non si possono fare con i mezzi pubblici in tempi ragionevoli...Cmq la riforma del 1930 ha rappresentato l'inizio del declino del tram a Roma....anche perchè la scusa era razionalzizare la rete (ed era encessario...ad esempio i tram su Via Condotti oggi non avrebbero alcun senso pratico) ma di fatto si voleva un centro storico libero da tutto...
01/08/2011 00:11
 
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@ Augusto: cmq se guardiamo la storia del filobus in Italia proprio alla fine degli annui '60 è iniziato il declino in moltissime città, e credo che la causa primaria fu la poca volontà di ammodernare le reti e l'assoluta mancanza di mezzi nuovi prodotti dall'industria italiana che ormai si orientava sempre pià sul bus...Non per niente quando Rimini volle ammodernare il proprio parco mezzo dovette acquistare all'estero....E credo che anche a Roma il filobus ebbe la sua fase decrescente per gli stessi motivi di altre città...Poi, è chiaro, come sempre la rete fu potata senza pensare che forse qualcosa si ptoeva salvare...ma,sai, l'industria italiana produceva tutta Autobus...e specie i torinesi erano molto influenti sulel scelte politiche nazionali...Tanto è vero che i mezzi eelttrici vennero riscoperti in occasione dei vari conflitti arabi che fecero schizzare il prezzo del carburante...
09/08/2011 00:48
 
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tranviere veterano
Giorni fa sono passato davanti al Deposito San Paolo (che desolazione e, sopattutto, che tristezza) Una struttura centralissima, dislocata molto meglio rispetto al futuro deposito di Ponte Marconi previsto assieme ai cinque anelli nel programma dell'Agenzia per la Mobilità e che, a mio modesto parere, non si realizzerà mai. Inoltre, a ponte Marconi bisognerebbe cominciare da zero, adattare la struttura a ricovero rotabili, mentre, di converso, per quanto riguarda l'ex deposito del "Littorio", bisognerebbe solamente collegare la struttura di Via Alessandro Severo alla rete tramviaria. Se Roma sarà la città delle Olimpiadi 2020, il tempo a disposizione potrebbe diventare esiguo. Se ci vogliono due anni per circa un Km di binario in centro, figuriamoci per fare il resto: anni luce.
Per chi non ha avuto modo di transitare in zona, guardate che roba, che oltraggio al buon senso!






[Modificato da evviva il tram 09/08/2011 01:20]
09/08/2011 08:28
 
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maestro tranviere
io ho sentito dire che quella struttura non risponde agli odierni requisiti di sicurezza, e che adattarla costerebbe molto di più che costruire un nuovo deposito.
poi in una zona così densamente abitata dubito che si possa fare una rimessa.
in ogni caso si tratta di una struttra storica che andrebbe preservata e riconvertita per un uso più consono.
prova anche tu a fare una proposta in merito.
09/08/2011 11:48
 
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sono tutte argomentazioni molto interessanti, ma non pensate che siano OT nel topic I DEPOSITI TRAMVIARI DI ROMA?
09/08/2011 13:43
 
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maestro tranviere
forse sei troppo giovane, ma san paolo fino a metà anni 60 era tramviarissimo !
io ho avuto la fortuna di vederlo in quella veste da piccolo, andando alle tre fontane con il 123 che risaliva una via a.severo diversissima dall'attuale, quasi un vicolo di campagna.
09/08/2011 17:44
 
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tranviere junior
.......e sotto l'asfalto sono ancora presenti tutti i binari.!
09/08/2011 19:07
 
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tranviere veterano
@ trammue: e' troppo generico dire che la struttura non corrisponde agli odierni requisisti di sicurezza. Intanto devono dirci che cosa intendono per sicurezza. E' risaputo che quando uno vuole liberarsi di una cosa cerca di convincere gli altri che questa è comunque difettosa e inservibile per l'uso che ci si vuole fare, e al contempo inganna gli altri facendo credere cose che non sono. E' il comportamento tipico degli Amministratori Pubblici. Adattare, dammi retta, costa molto meno di costruire. Essendo una struttura storica, certamente va preservata (il classico esempio di archeologia industriale). Scusa Trammue, cosa intendi per uso più consono? Immagino che tu voglia restare sempre in ambito tramviario, non è così o intendi altro? (In questo caso saresti come un collezionista che si priva dei suoi pezzi migliori). Vuoi sapere cosa propongo? Già ho avuto modo di spiegare che ci si potrebbe allestire un museo, nella peggiore delle ipotesi. Zona densamente abitata? Non dimentichiamoci che qualche anno fa la struttura era destinata a ricovero bus (ed era anche peggio) ed insisteva in una zona con un numero di abitanti di poco inferiore a quello attuale. Purtroppo la sorte della struttura è segnata (l'Assemblea Capitolina ha avviato le procedure per la dismissione di diversi immobili (tra cui quello di cui si parla)) come risaputo; ci realizzeranno un centro commerciale? (libidine)! Costruiranno un mega-parcheggio? (che bello lasciare l'auto custodita)! Nascerà un nuovo polo della cultura - biblioteche e quant'altro? Apprezzeranno i giovani? [SM=g9410]
[Modificato da evviva il tram 10/08/2011 18:58]
09/08/2011 19:21
 
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tranviere veterano
I binari di San Paolo
@Danzica, quello che ha scritto nel tuo post mi incuriosisce tantissimo; quando sono andato sul posto, la settimana scorsa, non ho notato la presenza di binari; dimmi una cosa, dove starebbero esattamente? Immagino che saranno totalemente coperti, oppure si intravede qualche cosa emergere dall'asfalto? Non dirmi che stanno anche dentro il deposito. Allora ci potremmo rivolgere al buon Tabacchiera (il binario-riesumator).
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