La questione di dover guidare differenti tipi di tram non si pone. Anche qui ci sono le Peter Witt e i Sirio, ed i tranvieri, a Napoli come a Milano, sono abilitati per guidare l'uno o entrambi. Non si pone neanche la questione di generalizzare. Nessuno pensa che la totalità dei conducenti milanesi sia incapace o irresponsabile (anche perchè in questo caso il parco tranviario meneghino avrebbe gli anni contati), però i "disguidi" (chiamiamoli così) verificatisi testimoniano (ed ho riscontri di diretti di amici tranvieri ATM, in ogni caso) di una certa "disinvoltura" nella conduzione. Non mi sembra corretto parlare, paragonando le difficoltà di guida nelle due città, di viali di periferia e di sedi riservate. La complessità delle tranvie milanesi, dovuta alle intersezioni che si incontrano, dovrebbe essere un motivo in più per prestare maggiore attenzione alla guida, non un alibi da addurre in caso di incidenti (ed è stato accertato in più di un caso l'aver infilato scambi in deviata - anche sulla neve - senza la prudenza necessaria, oaddirittura senza aver verificato lo spostamento degli aghi).
Di converso, la minore complessità della rete napoletana trova un contraltare nell'esponenziale difficoltà "ambientale" partenopea, sotto forma di indisciplina degli automobilisti, di scooteristi che ti si presentano davanti alle ruote come gli orsetti del tiro a bersaglio al luna park e alla mancanza quasi assoluta di controllo delle corsie preferenziali. Nei tratti in sede promiscua, poi, tutto quanto è acuito al cubo o alla quarta potenza.
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