Quanto all'opportunità di avere mezzi con diecimila sistemi di propulsione differenti (gasolio, elettrico, batteria, metano, eccetera) mi chiedo proprio se sia una scelta conveniente, soprattutto dal punto di vista della gestione; bisognerebbe anche vedere bilanci, contributi, eccetera; uno studio interessante che non ho gli elementi per fare.
Bastasse il coraggio per gestire un’azienda, caro Augusto, sarebbe tutto più facile. Invece i conti devono tornare; probabilmente in certe città, come la mia, si preferisce risparmiare su alcune cose, se ad esempio si ritiene che i bus a metano siano più convenienti dei filobus, e di spendere di più su altre, come ad esempio sull’allestimento delle fermate, che tra pensiline, marciapiedi a filo, display ed informazione sulle linee è, credo, all’avanguardia in Italia. Credo che ormai non ci sia più una sola fermata tranviaria, se non forse in via Monginevro, in cui scendi dal tram senza isola salvagente protetta; altrove, ad esempio a Milano, questo non capita. I soldi bisogna decidere dove spenderli.
Quanto alla defiscalizzazione dell’energia elettrica, parole sante, ma purtroppo inascoltate.
Riguardo ai pezzi di ricambio ed alla costruzione semiartigianale, non credo si possa dubitare. I filobus in Italia sono costruiti da una vita su ordinazione. Quanto ai Breda, mi risulta che in mezza Italia (mi riferisco ai 4001) siano fermi per problemi con i ricambi e per altre mille magagne. Se gli F19 sono migliori, mi fa piacere, e sono contento nel vedere un’industria italiana che produce buoni veicoli; mi chiedo allora perché siano diffusi soltanto a Napoli, in Italia, mentre nessun’altra azienda li ha acquistati. Penso che molti siano rimasti scottati dai 4001 stessi: la Liguria, tanto per dirne una, ne è piena ma credo che siano più quelli accantonati di quelli in servizio. Non è un problema “di quassù”, che coi filobus non c’entriamo nulla; basta guardare in giro per vedere questi innegabili problemi.
Per quanto riguarda la diffusione dei filobus, bisogna anche dire che, come spesso accade, riflette abbastanza chiaramente le zone di produzione: non a caso la Liguria e la Campania sono piene di veicoli AnsaldoBreda, come è ovvio che a Torino si prediligano i veicoli dell’Alstom di Savigliano. Personalmente la cosa non mi scandalizza eccessivamente: magari un veicolo di un’altra casa costerebbe un po’ di meno, può anche essere, ma un’azienda della regione o della città perderebbe commesse miliardarie, quindi credo che alla fine il gioco valga la candela. Non è bello, non è concorrenza vera, ma è comprensibile.
Quanto ai nostri Cityway, ricordo che ormai da moltissimo tempo i veicoli vengono acquistati con un contratto di manutenzione programmata, tanto i filobus quanto (soprattutto) i tram, che sono massimamente “artigianali”. La storia dei ricambi lascia il tempo che trova…
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