FILOBUS DI ROMA

è vero che i famosi autofilobus degli anni 40 arrivarono a roma in marcia autonoma, ma quelli avevano i motori diesel simili a quelli degli autobus veri e propri.
ora non so questi come sono, ma se sono simili ai mezzi anfibi attualmente in circolazione in italia, il motore termico, che aziona un generatore elettrico, non è assolutamente adatto ad un percorso così gravoso.
se poi sono del tipo di quelli dell'attuale 90, con batteria di emergenza .... che lo dico a fare?

Ciao,
comunque negli anni novanta ho visto circolare sull'autostrada della
Cisa, i bimodali in tonalità grigia e credo destinati a La Spezia.
Parlo già degli anni '90!

Evidentemente gli costa meno che con una bisarca.
Cmq il Trollino è andato comodamente a Parma in modalità autonoma ed idem un VanHool genovese a Modena.
Notizie di corridoio dicono che il nuovo gruppo motogeneratore BmB è molto più affidabile di altri, di sicuro rispetto ai VH

io ho sentito dire che a napoli, avendo sfruttato un po' troppo la marcia autonoma, i motori diesel cominciano ad avere qualche problema
ma qui ci vorrebbe un intervento di augusto cracco

i mezzi napoletani hanno pur 10 anni di vita....

io, dalle foto che ho visto, mi è parso di capire che il diesel è alquanto sottodimensionato ed è installato in una posizione molto sacrificata.
se la cosa può essere giustificata per un uso di emergenza, credo che per un servizio continuativo e addirittura per un percorso autostradale di centinaia di km significa proprio volerselo giocare!
bisogna però vedere se questi nuovi filobus hanno adottato soluzioni diverse.

Ciao,
un motore se è stato ideato per soddisfare determinati percorsi,
non ha le capacità utili per altri. Le vecchie topolino,i vecchi 682,
potevano essere ideali per piccoli tratti (città)e se facevi far loro
l'autostrada per lunghi tragitti, i loro motori si riscaldavano e partivano le guarnizioni di testa pur avendo una potenza limitata.
Al giorno d'oggi, con potenze quadruplicate e con materiale in lega più scadente,è chiaro che la loro resistenza sia più limitata.

non ti far sentire dall'ing. muscolino, che ci ha più volte raccontato dei suoi viaggi da piccolo con la famiglia (4 persone) verso le dolomiti proprio con una topolino!
ma comunque hai ragione per i motori ausiliari dei filobus: questi sono progettati per uso d'emergenza e non per uso continuativo.

Ciao,
si ma quell'ingegnere quanto ci ha messo ad arrivare sulle dolomiti?
A una media di 60 all'ora e ogni mezz'ora una sosta.Non si parli delle salite.....e delle discese con i freni che avevano....!Però arrivavano sempre a destinazione, con un pezzo di fil di ferro, un martello, un paio di pinze ed un cacciavite.....

Aspettiamo Dicembre vedremo questi filobus in prova sul 90

il problema vero è che oggi si usano (e si tendono a costruire) sempre più mezzi "bimodali", per la felicità delle varie soprintendenze, politici e comitati cittadini che odiano i fili.
e con ignoranza suprema.
vedasi Verona dove in centro si va a diesel ed in periferia ad elettricità...

eh, verona....
avendoci fatto il servizio di leva ho conosciuto la rete filoviaria ancora funzionante.
i filobus si infilavano perfino sotto gli angusti portici di porta borsari, attraversavano la centralissima e storica piazza erbe ed anche i vicoli intorno la cattedrale di san zeno.
a quanto pare oggi si preferisce la puzza di gasolio......

trammue, 26/11/2010 8.21:

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io ho sentito dire che a napoli, avendo sfruttato un po' troppo la marcia autonoma, i motori diesel cominciano ad avere qualche problema
ma qui ci vorrebbe un intervento di augusto cracco

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Non è che abbiano qualche problema, ma resta il fatto che sono sottodimensionati per una marcia continuata. Basta sentire lo sforzo che fanno allo spunto. A parte i punti dove i cantieri imporranno ancora la marcia autonoma (che non sono comunque lunghi, al massimo qualche centinaio di metri), si sta iniziando a provvedere con l'installazione dei bifilari mancanti.

Trovo molto più sconci certi cavi e derivazioni telefoniche "a vista" in certi contesti tipo appunto centri storici, ma evidendemente in alcune realtà (Verona) si vuole mettere in pratica un autentico ossimoro come la trazione diesel nel CENTRO STORICO e quella elettrica in PERIFERIA...al di là dell'effettivo ribaltamento del concetto di vivibilità urbana intesa come qualità dell'aria, devo ancora capire perchè sprecare km di bifilari in zone ove, immaginando altro tipo di traffico come furgoni, camion e Tir, l'impatto ambientale 0 della trazione elettrica sarà del tutto ininfluente per non dire sprecato, tra costi (enormi) e benefici (zero)...Ho presente la situazione quando passavano sotto gli archi di Porta Borsari, l'unico "problema" erano le aste che si abbassavano quasi al loro limite, cosa che peraltro al presente succede nelle filovia riminese della TRAM c/o il sottopasso ferroviario della Ancona-Bologna. In compenso a Modena transitano tuttora sotto l'arco del Palazzo Arcivescovile, in pieno centro storico e a due passi dalla Ghirlandina: le Soprintendenze hanno due pesi e due misure? Con tale modo di procedere quelli di Verona saranno soldi buttati, a meno che non si pentiscano e facciano almeno alcune linee portanti nella zona storica (che è molto estesa, da quanto personalmente riscontrato)!

Ho letto sul sito dell'ing Formigari http://www.tramroma.com/tramroma/rete_urb/filobus/rotabili/tecn_rot/com_autf.htm
che la marcia autonoma degli autofilobus di Roma era diversa da quella dei mezzi moderni. In genere al giorno d'oggi il diesel gira a regime costante muovendo un generatore sincrono (con raddrizzatore a valle) in modo da generare una tensione continua che poi entra nell'inverter di trazione ove la corrente è trattata come se provenisse dalla linea.
Una volta invece in marcia autonoma il reostato veniva escluso, il pedale delll'aceleratore venva aggangiato meccanicamente alla pompa di iniezione del diesel il quale quindi funzionava a regime variabile.
Più si premeva l'acceleratore più la tensione in uscita dal generatore aumentava, aumentando quindi la coppia ( e di conseguenza la velocità) del motore di trazione. Una catena elettromeccanica semplicissima e senza inutili dissipazioni di energia.
Il grosso vantaggio era nel fatto che il motore non era obbligato come accade ora a funzionare costantemente al massimo dei giri, guadagnando dal punto di vista usura e consumi.
Non mi stupisce più di tanto che siano riusciti a percorrere tanti chilometri in marcia autonoma.

infatti, proprio per questo si chiamavano "autofilobus"
quelli di oggi sono più propriamente dei filobus con sistema di emergenza per la marcia autonoma.
poi alcuni hanno le batterie (quelli del 90 express) altri il gruppo elettrogeno.
il problema comunque non sta nei giri costanti o meno: pensa ai locomotori diesel-elettrici delle FS che appunto funzionano sullo stesso principio e macinano kilometri si kilometri.
il problema è che il gruppo elettrogeno non è dimensionato per servizio continuo, ma solo per brevi spostamenti di emergenza.
quindi, a differenza degli autofilobus, devono fare i filobus e non gli autobus!

Third Breda today went to Skoda Electric.

Thanks so much! Giampi

stasera dovrebbe essere giunto a Roma Montesacro il BmB proveniente da Ancona, per le prove in linea

Buono a sapersi . Andrò a dare un'occhiata...