00 29/11/2010 13:51
marcia autonoma degli autofilobus anni 40
Ho letto sul sito dell'ing Formigari http://www.tramroma.com/tramroma/rete_urb/filobus/rotabili/tecn_rot/com_autf.htm
che la marcia autonoma degli autofilobus di Roma era diversa da quella dei mezzi moderni. In genere al giorno d'oggi il diesel gira a regime costante muovendo un generatore sincrono (con raddrizzatore a valle) in modo da generare una tensione continua che poi entra nell'inverter di trazione ove la corrente è trattata come se provenisse dalla linea.
Una volta invece in marcia autonoma il reostato veniva escluso, il pedale delll'aceleratore venva aggangiato meccanicamente alla pompa di iniezione del diesel il quale quindi funzionava a regime variabile.
Più si premeva l'acceleratore più la tensione in uscita dal generatore aumentava, aumentando quindi la coppia ( e di conseguenza la velocità) del motore di trazione. Una catena elettromeccanica semplicissima e senza inutili dissipazioni di energia.
Il grosso vantaggio era nel fatto che il motore non era obbligato come accade ora a funzionare costantemente al massimo dei giri, guadagnando dal punto di vista usura e consumi.
Non mi stupisce più di tanto che siano riusciti a percorrere tanti chilometri in marcia autonoma.