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Rischia veramente la distruzione il Trasporto Pubblico Locale in Italia!

Ultimo Aggiornamento: 06/12/2014 15:30
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02/06/2011 16:45
 
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tranviere veterano
Ieri gg 01/06/2011 si è tenuto un importante incontro in Regione tra l'assessore Vetrella e tutte le aziende di trasporto regionali per discutera la loro grave crisi finanziari. Oltre al progressivo ridimensionamento dei servizi che stiamo assistendo da circa un anno, a rischio ci sono tutti i lavoratori poichè sono in vista dei probabili licenziamenti. Ecco cosa ne è risultato da questo incontro:

da IL MATTINO:

Un impegno concreto per il pagamento di tutte le spettanze arretrate e la promessa di utilizzare il «tesoretto» di 15 milioni di euro a disposizione della Regione nella maniera più equa per tutte le province. L’assessore regionale ai trasporti Sergio Vetrella sceglie la strada della mediazione e aggiorna l’incontro con le istituzioni, le associazioni e i sindacati fra dieci, al massimo quindici giorni. Ieri pomeriggio, a Napoli, l’incontro è stato più produttivo degli ultimi faccia a faccia in Regione, ma non ha prodotto nessuna decisione definitiva. I soldi in ballo sono sempre gli stessi: 15 milioni. Vetrella, sostenuto anche dalle province di Napoli e Caserta, ha inizialmente proposto la costituzione di un fondo regionale da destinare all’esodo incentivante. Prepensionamenti per salvaguardare i posti di lavoro. Una soluzione che però la Provincia di Salerno, insieme al Comune e a tutti i rappresentanti del territorio salernitano, ha sempre osteggiato. Questo perché, di fronte ai bilanci dissestati delle aziende napoletane o casertane, i conti delle imprese salernitane possono a ragione definirsi virtuosi. Ecco allora che l’assessore provinciale ai trasporti Lello Ciccone, ha proposto una ripartizione dei 15 milioni in base agli stessi criteri che avevano guidato la mannaia dei tagli. Alla provincia di Salerno sarebbero spettati 2,5 milioni. Questa soluzione, però, non ha convinto Vetrella che ha scelto una terza via: la Regione pagherà tutti gli arretrati e valuterà nei prossimi giorni l’impiego dei fondi a disposizione. Il pagamento è relativo alle mensilità arretrare di marzo, aprile e maggio, oltre agli adeguamenti contrattuali del secondo semestre 2010. Tanti soldi, se si considera che alle aziende salernitane spettano 5 milioni al mese di rimesse regionali, oltre ai fondi relativi ai contratti. Una soluzione temporanea che potrebbe bloccare i licenziamenti. E infatti le aziende si sono impegnate a non procedere con licenziamenti o richieste di cassa integrazione fino alla metà di giugno. Vetrella chiedeva un impegno simile per i prossimi due mesi, ma gli imprenditori non se la sono sentita di garantire per un periodo così lungo senza concrete garanzie di incassare tutti gli arretrati. I fondi arriveranno direttamente dal bilancio regionale, mentre l’assessore ha preso tempo sulle risorse di rientro riservate al settore dal decreto legislativo approvato a fine maggio. Bisogna capire quali siano le indicazioni del governo regionale. «Siamo soddisfatti - ha dichiarato Ciccone - La nostra proposta andava nella direzione della tutela di tutti i posti di lavoro. Non è stata accettata, ma credo che l’idea di cominciare con il pagamento degli arretrati sia già un passo in avanti».

Per quanto riguarda la provincia di Caserta, la situazione è un pò piu drammatica poichè vi è la questione ACMS con 148 provvedimanti di licenziamento (vi ricordo che l'azienda e commissariata dopo il suo fallimento) e la ferrovia Piedimonte-Napoli gestita da Metro Campania Nord-Est per la quele si paventava una probabile chiusura:

La questione Acms, l’azienda della mobilità di Caserta, con 148 provvedimenti di licenziamento ancora da trattare, è la cartina di tornasole dell’intera partita regionale sul Tpl, ovvero il trasporto pubblico locale. Ancor prima di affrontare le problematiche generali del settore, ieri l’assessore regionale Sergio Vetrella, dinanzi ad amministratori e sindaci di tutte le province, oltre alle aziende, ha esaminato in premessa la spinosa vicenda occupazionale dell’azienda sottoposta a gestione commissariale, su specifica richiesta avanzata dalla segreterie regionali dei sindacato di categoria. Nessun intervento è stato escogitato nel particolare, restano a disposizione 15 milioni per tutte le aziende della Campania, ognuna delle quali ne potrà beneficiare secondo le proprie esigenze. Congelata pertanto ogni funzione «erogatrice», di risposte suppletive neanche a parlarne. Tanto che non sarebbe stato neppure possibile approfondire l’ipotesi di fare ricorso a un fondo di sostegno all’esodo incentivato, sulla base dell’articolo 47 della legge regionale del 2002. Le aziende, a questo punto, si sono riservate di approfondire la situazione, garantendo una risposta entro sette giorni. Alla fine resta sospeso nel comparto, quale più stridente anomalia, proprio il caso Acms, un enigma di difficile interpretazione soprattutto tenendo in considerazione che sino all’altro giorno il presidente della Provincia (l’ente che ha la delega dei trasporti), Domenico Zinzi, si è dimostrato fiducioso sul fatto che la procedura dei licenziamenti possa rientrare. Un auspicio che potrebbe tradursi in termini più concreti solo lunedì quando è stato convocato uno specifico confronto tra il commissario Fimmanò e i sindacati confederali e Ugl. Nell’occasione dovrebbe essere fatta chiarezza definitiva anche sulla stipula del contratto di servizio cui Acms è chiamata a corrispondere, così come è avvenuto per tutte le altre società di trasporto della Campania. Da segnalare, sempre sul fronte occupazionale, che l’esame della procedura dei licenziamenti avviati anche dall’Atc di Vitulazio si sarebbe concluso con esito favorevole per i 17 dipendenti. Ma nella partita trasporti, limitatamente agli ambiti casertani, c’è spazio anche per polemiche serrate tra le stesse organizzazioni sindacali. Facendo riferimento alla nota di una sigla sindacale autonoma, in cui veniva denunciata una presunta intesa tra MetroCampania, Regione e confederali, sui tagli ai servizi di trasporto su ferro delle tratte Benevento e Piedimonte Matese, netta è stata la smentita di Cgil, Cisl e Uil. «La nostra posizione è chiara - sottolineano i confederali - e coerente rispetto a una piattaforma ben articolata: difesa del servizio offerto all’utenza, a partire da un consolidamento del servizio ferroviario da integrare sempre più a quella su gomma; recupero di risorse economiche relative ai tagli già effettuati; diritto alla mobilità per tutti, con particolare attenzione alle zone interne della regione; tutela dei salari e dei livelli occupazionali». Sulla vicenda relativa alla linea di Piedimonte Matese martedì era intervenuto anche il dirigente di Metro Campania Nord Est, Iodice, durante un confronto alla Cisl. «Stiamo impegnando investimenti per ammodernare la tratta - ha precisato - portando a soluzione anche il problema dell’elettrificazione. Nei prossimi dodici mesi la percorrenza tra Napoli e Piedimonte che prima era di un’ora e 45 minuti passerà a un’ora e 10 minuti». Com’è noto Metrocampania gestisce tre linee, oltre quella di Piedimonte anche la tratta Napoli-Cancello Benevento e la tratta Aversa-Piscinola, restando solo da completare il segmento Aversa- S.Maria Capua Vetere.
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