Rsposta a Matteo - fatti e misfatti fiorentini
Caro Matteo,
ovviamente le mie opinioni non sono quelle di un addetto ai lavori, perciò resta inteso che qualunque cosa scriva, si tratta di considerazioni da semplice cittadino appassionato ai problemi della sua città.
Circa lo stato di degrado che tanti fiorentini lamentano, non sarei così pessimista: l'immagine odierna di Firenze è certamente molto più gradevole di quella che la città offriva negli anni '70 e '80, a mio giudizio il periodo della sua storia recente più nero. Le strade, ancorché piene di buche, vengono pulite con regolarità, l'illuminazione di strade e piazze è in fase di costante miglioramento, scuole pubbliche, asili, ospedali, servizi pubblici funzionano molto meglio che in tante altre città.
Putroppo non mancano le note negative, ed in in particolare mi riferisco agli interventi urbanistici degli ultimi 10-15 anni.
Non si tratta solo di questioni puramente estetiche: anche uno studente del primo anno di architettura avrebbe capito che la pensilina di Piazza Stazione non serviva altro che a mortificare il magnifico edificio adiacente, sul quale pure si è intervenuti alterandone, sia pure in piccola parte, la funzionalità con pessimi risultati. Che squallore poi vedere al posto del vecchio e a suo modo elegante "ristoratore di stazione" un maleodorante McDonalds: bel biglietto da visita per chi arriva a Firenze!
Quanto alle altre Stazioni, di quella dello Statuto, eterna incompiuta in stile "Sagrada Familia", non critico l'estetica, pur discutibile, ma il fatto che a distanza di quasi 20 anni dall'inizio dei lavori, risalente al 1988, si trovi già in fase di avanzato degrado: orina e sporcizia dappertutto, gli ascensori per i portatori di handicap mai installati (il che, per inciso, la pone in una situazione che rasenta l'illegalità), un'impressione scoraggiante di totale abbandono e di desolazione. Hai mai provato ad osservare da vicino come sono state piastrellate le strutture esterne? Un lavoro da cani, vergognoso.
Il parcheggio del Parterre trarrà sicuramente beneficio dalla vicinanza al capolinea (speriamo provvisorio) della linea 2, ma la sua realizzazione ha comportato la distruzione di metà del polmone verde Piazza Libertà-Ponte Rosso, nonostante si sia parlato tanto della improbable "riforestazione" dell'area in questione. La parola stessa evoca un mondo in cui il vaniloquio domina. Personalmente, avrei preferito cento posti auto in meno e dieci grandi platani in più.
Le condizioni del verde pubblico e privato sono critiche: il Comune abbatte troppi alberi e concede con troppa facilità ai privati la facoltà di abbatterne tanti altri, anche di grosse dimensioni, che invece dovrebbero essere considerati bene pubblico e rigorosamente tutelati. Ricordo che fino a non tanti anni fa i giardinieri del Comune cercavano di curare gli alberi malati, oggi basta che si spezzi un ramo perché una pianta cresciuta in molti decenni venga abbattuta senza pietà. I rimpiazzi non compensano le perdite: se passi, per esempio, da Viale Matteotti, capirai cosa intendo. Quando poi interviene qualche ditta a compiere lavori stradali, lo fa regolarmente senza la minima attenzione per gli alberi, danneggiati nell'apparato radicale e soffocati dall'asfalto. Se ne cade uno, una toppa sul manto stradale ne cancella per sempre la memoria. Ti potrei citare e circostanziare decine di casi come questo, senza alcuna esagerazione.
Termino con un paio di brevi considerazioni sulla linea 1, la cui costruzione fortunatamente procede di buona lena: è evidente che il sottopasso di Piazzale Vittorio Veneto altera l'aspetto e la funzionalità stessa del Piazzale e del Ponte alla Vittoria. Ben venga la priorità tranviaria, ma per ottenerla bastava un semplice impianto semaforico. Se si voleva il sottopasso per liberare il piazzale dalle auto, lo si doveva, come è intuitivo, realizzare in asse con il ponte, facilitando così lo scorrimento del traffico. L'aspetto ottocentesco della Piazza, nonostante le rituali chiacchiere, non viene in nessun caso recuperato.
Quanto al sottopasso Talenti-Foggini, la sua funzione mi risultava chiarissima fino all'anno scorso. Ora, se capisco bene, il tram scende nel sottopasso, curva e risale la nuova rampa in direzione Scandicci: si evitano interferenze con il traffico privato, d'accordo, ma la soluzione continua ad apparirmi piuttosto cervellotica. Visto che lo spazio in zona non manca, la coppia di binari poteva curvare in superficie, assicurando al mezzo pubblico la priorità tramite semaforo o, come si usa oggi, tramite rondò e segnaletica di precedenza.
Alla prossima occasione di incontro cercherò di portarti qualche pagina di documentazione su Piazza Santa Maria Novella, nella speranza che il progetto rimanga per sempre sulla carta.
Grazie per la pazienza nel leggere le mie considerazioni, un caro saluto,
Paolo