@ 3-10-15 - Le pecche del piano di allora sono state a lungo oggetto di discussione: ad esempio, l'adozione della rigida struttura "a griglia", che poco sembrava tener conto delle effettive esigenze di spostamento dei torinesi (una malignità che circolava nei giorni successivi al 2/5/82 era che la nuova rete era stata disegnata "a tavolino" su una carta topografica da una studio milanese, che poco o nulla sapeva di Torino e delle esigenze dei suoi abitanti); soprattutto, l'aver voluto attuare il cambiamento prima che fossero pronte le infrastrutture necessarie per le nuove linee di ML e tranviarie (anche se la propaganda di allora batteva sul fatto che "benchè incompleto, è necessario che il piano sia attuato su-bi-to"), con l'artifizio di gestire provvisoriamente le linee con autobus: col risultato che, complici lo "scandalo Zampini" dell'anno dopo, e i successivi rivolgimenti politici (caduta della giunta di sinistra, nuova giunta di pentapartito poco favorevole al piano, in particolare alle linee di ML), in più il "seppellimento" del progetto dei semafori intelligenti (con la denuncia di Rolando), linee di bus sono restate per sempre!
Ricordo ancora la protesta accesa dei "No-ML" in particolare contro la linea 1, all'insegna dello slogan "Vogliono far passare un treno in corso Vittorio!", sulle televisioni private di allora (Telestudio, Videogruppo, ecc.). Da lì, il cambio del progetto della 1 in metrò sotterraneo sistema VAL, rimasto peraltro sospeso per un decennio, in attesa di finanziamenti che non arrivavano; a sbloccare la situazione, la scelta di Torino per le Olimpiadi invernali del 2006, e relativa "pioggia" di finanziamenti.
Il bipiano pubbblicitario lo ricordo bene: aveva sostato a fine aprile al Valentino, di fianco al monumento al Duca d'Aosta (Torino Esposizioni), con un video proiettato sulla piazza, in cui appunto illustrava la ncecessità di attuare subito il nuovo piano; lo slogan era "muoversi per coordinate", come i paralleli e i meridiani di un mappamondo o di una carta geografica!
In realtà, già dalla prima settimana iniziarono i problemi: la rete a griglia, adatta forse più ad una rete di metro tradizionale che ad una di superficie, prevedeva la necessità, nove volte su dieci,per arrivare a destinazione, di cambiare linea e mezzi (molti reintepretarono l'acronimo TT da "Trasporti Torinesi" in "Trasbordi Torinesi" o "Tanti Trasbordi"), cosa che comportava una frequenza di passaggi e una puntualità negli orari difficilmente ottenibile in linee di superficie su percorsi non protetti (la maggioranza). Ricordo, su un tram della nuova linea 15, in corso Vittorio, passando davanti a due graduati che cronometravano i tempi di percorrenza, il manovratore commentare: "Ma si, facciamo le corse dei tram!"; su un bus della linea 42, due graduati commentare negativamente la nuova linea e il suo percorso ("Non era meglio lasciare il vecchio 34 com'era, da Nichelino a Vallette, e questo farlo solo dal ponte Isabella a piazza Sabotino?"). In effetti, modifiche e adattamenti cominciarono sin da fine maggio, e si protrassero per tutta l'estate. Il fatto stesso che ancora oggi molti "anziani" rimpiangano linee della vecchia rete, come il 5 , il 9 e il 19, è di per sè eloquente di come la sbandierata riforma sia stata in gran parte un "fiasco".
[Modificato da Censin49 25/04/2012 20:20]