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FILOBUS DI TRIESTE

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    Cori x
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    tranviere veterano
    00 28/04/2012 15:57
    Risvegliato dopo un viaggetto tra 3 stati ieri, posso dire con orgoglio di aver trovato un libro molto caro ai triestini, ma anche ai salernitani visto che si chiama:
    Roberto Carmeli, Trieste in filovia, Editoriale Danubio, Trieste, 1995

    Praticamente tutte le foto che abbiamo visto e rivisto provengono da quel libro e sono rimasto molto meravigliato di come sono andate le cose. M'era impossibile per me girando in macchina non osservare i ganci tranviari e filoviari,sognare il ripristino di tram o filobus dei bei tempi che furono.

    E' curioso invece che al posto delle piastre dello "Stream" abbiamo buttato sopra asfalto che direi di sicuro non ha proprio niente. Alla ricerca di un posto ho inseguito per un breve tratto il 30 e mi sembrava di stare in un Camel Trophy....

    Posto gli indirizzi e qualche foto prese da questo libro:





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    Link:
    Trieste Filobus I
    Trieste Filobus II
    Trieste Filobus III
    ACEGAT I
    ACEGAT II
    [Modificato da XJ6 28/04/2012 23:38]
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    lor366
    Post: 280
    Registrato il: 22/07/2005
    tranviere junior
    00 28/04/2012 17:04
    Bellissime foto e splendido libro; dall'alto verso il basso vediamo: filobus della linea 4 (la seconda filovia di Trieste, la prima era la linea 12 o linea dei colli) aperta negli anni trenta sulla direttrice Goldoni-Sonnino, la seconda rappresenta in una foto del mio amico Grisilla la filovia 20 in largo Barriera pronto a partire per Muggia gli utlimi giorni dell'esercizio filoviario nell'ottobre 1972, poi una Piazza Goldoni piena di filovie (quella a sinistra va in deposito San Sabba), quella al centro è la filovia 1 in direzione Stazione C.le, quella a destra la 11 che scende lungo il Corso Italia per andare in piazza della Borsa,la foto successiva dovrebbe essere una 10 che parte dal capolinea di Piazza della Borsa in direzione Valmaura, quindi l'imbarco nei primissimi anni 70 di un filobus destinazione Salerno, mentre l'ultima foto non è del libro Trieste in filovia e ci rappresenta l'ultima filovia di Trieste la 19 nella zona dello stadio di Valmaura che scende alla Stazione centrale.
    La filovia 19 (l'unica sulla quale abbia potuto viaggiare) terminò le sue corse nell'aprile (il 12) del 1975, ma la linea aerea rimase in opera e perfettamente funzionante almeno per un altro anno con una quindicina di filovie funzionanti al Deposito San Sabba.
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    TROLLINO59
    Post: 3.987
    Registrato il: 07/03/2007
    tranviere veterano
    00 28/04/2012 21:24
    altra città che merita pubblica ignominia per aver distrutto in modo scellerato un patromonio elettrico tra i più vasti d'Italia.

    Capisco che agli inizi degli anni '80 il corposo parco filoviario doveva essere ammodernato e che a quei tempi la produzione filoviaria era ormai inesistente, ma con più raziocinio e calma da lì ad un decennio avrebbero potuto iniziare il ricambio, magari razionalizzando le linee.
    oltretutto avendo una grande infrastruttura aerea K+M la cui manutenzione, in virtù della sua natura tecnica, non era poi così impellente e comunque ammortizzabile negli anni.

    Ovviamente ad inizi '70 Mamma FIAT aveva deciso di abbandonare la produzione filoviaria e gettare, complice le 7 Sorelle, sul mercato migliaia di puzzolenti bus a basso costo.

    Io la colpa di quanto successo allora in tutta Italia l'attribuisco al 70% proprio a tale soggetto....
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    apatras1
    Post: 317
    Registrato il: 19/12/2010
    tranviere senior
    00 28/04/2012 22:54
    chiusure ignomignose
    Dispiace a tutti delle chiusure delle filovie, non c'è dubbio. Ma ad essere razionali.... per far cenno a Trieste; mi soffermo solo su un punto "chiave": le filovie avevano doppio agente. Tutti i bus ormai l'agente unico. I sindacati, molto potenti all'epoca nella municipalizzata ACEGAT, non ne volevano sentire di autisti a manipolare aste! Quindi costi più alti e colpo di grazia, anche i pochissimi ancora favorevoli vennero messi all'angolo!

    La rete a Trieste non era poi tutta KM, solo parte della linea di Muggia e poco altro. In alcune tratte gli impianti erano addirittura ancora originali degli anni '30 e '40. Gli scambi di servizio erano spesso manuali (o surrogati da semplici accostamenti), manovrati con gancio dal bigliettaio.
    In quegli anni, inoltre, il nuovo piano del traffico avrebbe richiesto anche il rifacimento di molto bifilare. La linea 19 si è salvata per qualche anno perchè ha richiesto piccoli interventi al bifilare e soprattutto perchè gli autobus che dovevano completare la sostituzione delle filovie già nel '71, vennero dirottati per anni alla copertura delle progressive "municipalizzazioni" dell'epoca (ossia l'assorbimento di linee autobus già gestite da privati).

    Ma per essere chiari, a Trieste come in molti altri luoghi, le filovie erano virtualemente morte già nel 1960, con l'aquisto di autobus con caratteristiche simili o superiori ai filobus, che la nuova tecnologia offriva. Quindi stop a nuove linee ma anche a rinnovi del parco elettrico circolante. Tanto che nel '66 si annunciò ufficialmente il programma di completa eliminazione dei residui tram e dei filobus ancora numerosi.

    Un cenno soltanto a Fiat: tale azienda produceva e produce ciò che il mercato chiedeva e ciò la tecnologia offriva... indifferente se filobus (ne ha fatti parecchi quando erano competitivi e richiesti) o autobus... quindi Fiat nulla a che vedere con la fine delle filovie.
    Gli autobus divennero economici grazie alla grande produzione di serie di ottimi motori e cambi di progettazione e destinazione camionistica. Grandi numeri, nell'industria moderna = bassi costi e non solo, grande e veloce miglioramanto tecnologico.

    Alla fine degli anni '60 ecologia e simili pensieri erano da venire. Anche se molti triestini abitanti nelle vie tranquili (specie periferiche) già percorse dai filobus, sentirono eccome la differenza e si lamentarono!!


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    TROLLINO59
    Post: 3.987
    Registrato il: 07/03/2007
    tranviere veterano
    00 29/04/2012 01:00
    X APATRAS
    Convengo in te su molte cose che dici (chiedo venia nel conoscere da te l'arretratezza dell'infrastruttura).
    ma sul discorso del mercato non sono d'accordo.
    per oltre 20 anni Fiat (ed aziende collegate) ha prodotto migliaia di filobus perchè era il mezzo pubblico per eccellenza (come anche il tram), non essendosi ancora prodotto un bus migliore.
    Il 'progresso' fece sì che con i primi anni 70 venisero (forse giustamente) sviluppati motori a combustione e telai x il TPL la cui produzione era di gran lunga conveniente rispetto ai costi delle filovie. Aggiungiamo poi che la selvaggia urbanizzazione delle città imponeva cambi di percorso e quindi teorici spostamenti della linea aerea.
    Ovvio che difronte a questi elementi, la gran parte delle città optarono per un trasporto su gomma e diesel.
    Ciò che contesto con forza è che Fiat o altre aziende non avessero mantenuto e sviluppato la produzione, anche se secondaria, del mezzo elettrico, per favorire l'ammodernamento, là dove possibile e conveniente.
    Ovviamente il lucro per la società torinese è stato colossale.
    Se non fosse stato per Socimi e Volvo Mauri nei primi anni '80 e poi Breda, Menarini, Autodromo nei '90, di filobus in Italia non ne sarebbe rimasto neppure uno.
    I più lungimiranti, come Milano e Napoli hanno tenuto duro per 10/15 anni con i mezzi che avevano, prima di iniziare il rinnovamento totale.
    Ma ormai la frittata era per lo più fatta.
    E la scomparsa dei filobus e dei tram andò di pari passo con la devastazione ferroviaria... sempre e solo in favore degli autobus.

    Oggi, invece di mantenere e sviluppare le filovie classiche (che non costerebbero in sè e per sè uno sfracelo) si tende ad investimenti faraonici per tecnologie elettriche pseudo innnovative/futuribili dai costi assurdi e con rese modeste.
    Il che significa non riuscire a convincere le aziende in un serio investimento sul trasporto alternativo ed ecologico.
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    lor366
    Post: 280
    Registrato il: 22/07/2005
    tranviere junior
    00 29/04/2012 10:17
    La rete aerea a Trieste era k+m sulla tratta Piazzale Cagni (Via Flavia), nel tratto della linea 11 Rione del Re-Rozzol ed a Roiano in via Villan de Bachino.
    Uno dei pochi scambi manuali era posto in Piazza Perugino e di cui si vede ancora la maniglia di azionamento per permettere alla filovia 5 di ditigersi al Deposito San Sabba, tutti gli altri scambi erano a lancio di corrente e tutto sommato efficienti.
    Non è vero che la rete era fatiscente, era tenuta molto bene invece al contrario di altre città italiane e perfettamente tesata. Alcuni brevi tratti in Viale D'Annunzio avevano isolatori antiquati fra le rondinelle ma erano un caso. Secondo me i filobus avevano una concezione antiquata, privi ovviamente di servosterzo essendo del 1954.
    Ad ogni modo per me da triestino la scelta è stata scellerata e la mia opinione fu largamente condivisa a Trieste dalla popolazione; per quanto riguarda la Fiat essa cavalcò l'onda della modernità del tempo IMPONENDO alle amministrazioni locali comnpiacenti il prodotto del momento così come imposero il filobus a suo tempo, solo alcune amministrazioni virtuose non cedettero alla stolta moda dell'autobus a gasolio e mantennero o fecero di tutto per mantenere le filovie.
    Trieste poi sarebbe una città che per caratteristiche di forte frequentazione e tipologia di percorsi sarebbe ancor oggi perfetta per questo mezzo di trasporto.
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    apatras1
    Post: 317
    Registrato il: 19/12/2010
    tranviere senior
    00 29/04/2012 22:23
    fiat e dintorni
    Sono d'accordissimo sulle vostre conclusioni, Trieste come città sarebbe adattissima al filobus. Purtroppo si è tentata l'avventura dello stream, che ha divorato i fondi e deluso tutti. Nessuno ha pensato putroppo di riutilizzare mezzi e sottostazioni per una linea filoviaria. Magari breve ma utile a cancellare i rumorosi autobus dalla via Mazzini.

    Dissento però sulle cause reali delle soppressioni.

    Nello specifico di Trieste, convengo che la rete pur non essendo KM (salvo le tratte ben evidenziate), non era certo fatiscente e aveva buona manutenzione. La tipologia però restava ovunque quella del primo impianto. Le tratte d'anteguerra erano tali quali. Tipo il citato viale d'annunzio, ma anche tutta la galleria di Montebello, la linea 15, la 17, ecc. Il nodo principale, Piazza Goldoni, era stato rifatto e razionalizzato, me era sempre considerato - anche dai tecnici che amavano la filovia- un brutto pasticcio, un limite pesante a questo mezzo di trasporto... Gli scambi "a mano" erano gran parte di quelli di servizio, come tale intendevo quelli delle tratte per il deposito o di uso non di linea regolare. Piazza Perugino, ma pure Valmaura, Piazza Sansovino, ecc. Quelli di uso corrente tutti automatici.

    Riguardo la Fiat: a Trieste intorno al '60 era pronta per un nuova linea filoviaria, la 21, che doveva raggiungere il nuovissimo rione di Brogo S.Sergio. La palificazione, per tutti i circa tre nuovi km deviati dalla linea di Muggia, venne installata promiscua con la pubblica illuminazione. La linea venne anche provvisoriamente attivata ma solo come limitazione della 20 per Muggia. Ma alla fine si scelse di comprare autobus, che già costavano meno dei filobus equivamenti ancora in produzione. Perchè gli autobus cominciavano ad avere costi bassi e buone caratteristiche (motori e soprattutto cambi semiautomatici).
    Questo avvenne in tutta Italia. La fine vera è dei primi anni '60. Le aziende compravano autobus, salvo poche eccezioni dove si comprava ancora, con coraggio, anche qualche filobus (Milano, Brescia, Bologna, Napoli, Modena, Parma e poche altre). La gran parte delle reti erano alla pura sopravvivenza e nel giro di 10 anni inevitabilmente scomparvero.

    Quindi i filobus non si produssero più perchè i clienti non li compravano più, non erano più competitivi, legge di mercato....

    Certo, qualcuno avrebbe voluto vomprarne ancora e non si trovavano più, questo è vero, ma il motivo è quello anzidetto. Nessun costruttore tiene a listino un qualcosa che vende pochissimo. Gli costerebbe un'enormità rispetto alle grandi serie. Lo farebbe contando su un effetto promozione, sperando in un lancio, cosa che all'epoca non sembrava affatto probabile.

    Le filovie non sono purtroppo competitive neppure oggi, la scelta è dettata da ragioni di ecologia ambiente, scelta comunque costosa. Non certo per il solo maggior costo dei mezzi, ma per gli oneri e impatti degli impianti. Questa putroppo è la realtà, anche se amara. Per il futuro speriamo in veicoli più affidabili economici e duraturi grazie a inverter e motori asincroni, supercapacitori ed altre diavolerie... speriamo in energia elettrica a buon mercato da fonti rinnovabili contrapposta all'inevitabile maggior costo di combustibili fossili. Non speriamo in grandi miglioramanti delle batterie o delle celle ad idrogeno. Sarebbe semplicemente la fine delle filovie e forse anche delle reti aeree dei tram.


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    '51 Montesacro
    Post: 90
    Registrato il: 10/08/2011
    apprendista tranviere
    00 30/08/2012 23:03
    Quattro immagini dall'Archivio Marelli di vecchi filobus di Trieste (http://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/autori/7867/?current=187).

    1942


    1950


    1950


    1953


    [SM=x346219]
    [Modificato da '51 Montesacro 30/08/2012 23:05]
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    apatras1
    Post: 317
    Registrato il: 19/12/2010
    tranviere senior
    00 25/09/2012 14:55
    Foto inedite
    Belle foto, sicuramente inedite, mai viste prima. Si vede che sono foto tecniche! Nelle cartoline e foto d'epoca anteguerra talvolta cancellavano i fili (orrore) e ci aggiungevano dei coloracci. Qui nella prima i fili sono stati addirittura rafforzati!!!