00 29/04/2012 22:23
fiat e dintorni
Sono d'accordissimo sulle vostre conclusioni, Trieste come città sarebbe adattissima al filobus. Purtroppo si è tentata l'avventura dello stream, che ha divorato i fondi e deluso tutti. Nessuno ha pensato putroppo di riutilizzare mezzi e sottostazioni per una linea filoviaria. Magari breve ma utile a cancellare i rumorosi autobus dalla via Mazzini.

Dissento però sulle cause reali delle soppressioni.

Nello specifico di Trieste, convengo che la rete pur non essendo KM (salvo le tratte ben evidenziate), non era certo fatiscente e aveva buona manutenzione. La tipologia però restava ovunque quella del primo impianto. Le tratte d'anteguerra erano tali quali. Tipo il citato viale d'annunzio, ma anche tutta la galleria di Montebello, la linea 15, la 17, ecc. Il nodo principale, Piazza Goldoni, era stato rifatto e razionalizzato, me era sempre considerato - anche dai tecnici che amavano la filovia- un brutto pasticcio, un limite pesante a questo mezzo di trasporto... Gli scambi "a mano" erano gran parte di quelli di servizio, come tale intendevo quelli delle tratte per il deposito o di uso non di linea regolare. Piazza Perugino, ma pure Valmaura, Piazza Sansovino, ecc. Quelli di uso corrente tutti automatici.

Riguardo la Fiat: a Trieste intorno al '60 era pronta per un nuova linea filoviaria, la 21, che doveva raggiungere il nuovissimo rione di Brogo S.Sergio. La palificazione, per tutti i circa tre nuovi km deviati dalla linea di Muggia, venne installata promiscua con la pubblica illuminazione. La linea venne anche provvisoriamente attivata ma solo come limitazione della 20 per Muggia. Ma alla fine si scelse di comprare autobus, che già costavano meno dei filobus equivamenti ancora in produzione. Perchè gli autobus cominciavano ad avere costi bassi e buone caratteristiche (motori e soprattutto cambi semiautomatici).
Questo avvenne in tutta Italia. La fine vera è dei primi anni '60. Le aziende compravano autobus, salvo poche eccezioni dove si comprava ancora, con coraggio, anche qualche filobus (Milano, Brescia, Bologna, Napoli, Modena, Parma e poche altre). La gran parte delle reti erano alla pura sopravvivenza e nel giro di 10 anni inevitabilmente scomparvero.

Quindi i filobus non si produssero più perchè i clienti non li compravano più, non erano più competitivi, legge di mercato....

Certo, qualcuno avrebbe voluto vomprarne ancora e non si trovavano più, questo è vero, ma il motivo è quello anzidetto. Nessun costruttore tiene a listino un qualcosa che vende pochissimo. Gli costerebbe un'enormità rispetto alle grandi serie. Lo farebbe contando su un effetto promozione, sperando in un lancio, cosa che all'epoca non sembrava affatto probabile.

Le filovie non sono purtroppo competitive neppure oggi, la scelta è dettata da ragioni di ecologia ambiente, scelta comunque costosa. Non certo per il solo maggior costo dei mezzi, ma per gli oneri e impatti degli impianti. Questa putroppo è la realtà, anche se amara. Per il futuro speriamo in veicoli più affidabili economici e duraturi grazie a inverter e motori asincroni, supercapacitori ed altre diavolerie... speriamo in energia elettrica a buon mercato da fonti rinnovabili contrapposta all'inevitabile maggior costo di combustibili fossili. Non speriamo in grandi miglioramanti delle batterie o delle celle ad idrogeno. Sarebbe semplicemente la fine delle filovie e forse anche delle reti aeree dei tram.