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Alta velocità

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2007 16:16
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09/12/2005 00:03
 
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Altre ragioni del NO

......l’unico mezzo sia ormai un serio approccio al concetto di decrescita.
1) il paradigma della crescita continua dei consumi e delle infrastrutture (e quindi pure dei relativi rifiuti) dovrebbe essere abbandonato quanto prima. Il suo fallimento è dietro l’angolo, una presa di coscienza anticipata potrebbe ancora consentire una transizione morbida verso una struttura stazionaria, altrimenti il collasso avverrà, come spesso accade nei sistemi non lineari, in modo improvviso e non modulabile da azioni di mitigazione.
2) sviluppo non deve essere confuso con crescita: esiste uno sviluppo culturale, scientifico, spirituale, perseguibile anche al di fuori di uno sviluppo dei consumi materiali o, peggio ancora, di beni superflui ed energivori. E’ proprio lo sviluppo dei primi beni elencati a compensare della riduzione dei secondi. In un momento storico nel quale i livelli di benessere fisico sono ampiamente consolidati questa transizione è possibile ed è la sola a garantirne peraltro il mantenimento a lungo termine. Detto in altre parole, con la pancia piena e la casa calda possiamo anche pensare allo sviluppo spirituale/intellettuale/culturale che a sua volta sarà la chiave per continuare ad avere pancia piena e casa calda



Tratte dal sito notavtorino.org

Come XJ6, dal luogo lontano dove si trova, ha potuto notare, le proteste sono A PRESCINDERE. C'è un rifiuto della modernità ma non nel senso positivo di voler tornare a ritmi di vita meno frenetici, bensì seguendo un ideale noglobal che è la massima ipocrisia.

Perché?

Perché non si può essere noglobal/notav con il cellulare, mandando 500 SMS alla settimana

Perché non si può essere noglobal/notav con lo scooter o l'autovettura (a meno che non siano elettriche o a idrogeno)

Perché non si può essere noglobal/notav con il riscaldamento in casa (a carbone o petrolio o legna).

Perché non si può essere noglobal/notav vivendo grazie ai soldi che o i propri genitori guadagnano o ci si guadagna per mezzo di un'attività economica che fa parte del paradigma della crescita continua dei consumi

Sono il massimo dell'ipocrisia. In confronto il nostro presidente del consiglio è Gandhi + Madre Teresa + il Dalai Lama messi insieme.

Oltretutto il tunnel che si vuole costruire dovrebbe servire da test per l'intera galleria. Non credo che gli operai siano incoscienti da voler lavorare con uranio e amianto nei quantitativi che i notav vogliono far credere che in val di Susa ci siano (e se fosse vero, almeno per l'uranio, potremmo essere tutti ricchi rivendendolo alle centrali nucleari francesi che a meno di 500 km dal confine producono anche la nostra energia elettrica...).
Invece si oppongono a tutto: test geologici (come se avessero paura che si scopra che in fin dei conti non c'è nulla di veramente pericoloso), tunnel esplorativi, e simili. Anzi, alcuni di loro si preoccupano di danneggiare macchinari e automezzi, sfasciando tutte le attrezzature.
Con persone così, che sostengono le tesi da me citate all'inizio del post, non si può ragionare.
Come tutti i "non violenti"... ma se io e tre amici decidiamo di andare da un poliziotto e a mani alzate (segno di non violenza vero?) lo circondiamo e gli facciamo sentire il fiato sul collo... secondo voi siamo davvero non violenti? O semplicemente non usiamo armi convenzionali?

Si oppongono a tutto e come è stato scritto sul Corriere della Sera:


[...]
E la civiltà industriale, egoista e violenta, che minaccia la Val di Susa? O sono loro, gli abitanti della valle, che vogliono fermare il nostro futuro, bloccando lo scavo di un tunnel ferroviario? Rischiamo l'isolamento noi, serve un corridoio veloce per collegare Lione a Trieste (guardando dà Lisbona a Kiev)?

Oppure sono isolati i valligiani, che contrastano la ferrovia sotto la bandiera dell'integrità del territorio? Per fortuna, non deve rispondere Celentano. Chissà, forse direbbe che in Val di Susa sono rock. Oppure sono come gli indiani d'America. Ma non è vero. I pellerossa fermavano la locomotiva in nome di una civiltà antica. Temevano di perdere terra, storia, lingua e tradizioni. E le loro vittime, paradossalmente, erano spesso cinesi. Così come oggi, in Val di Susa, sono poliziotti le vittime di manifestazioni e blocchi. Lì però non c'è un'altra civiltà, ma una parte minore e residuale della stessa nostra cultura. In Val di Susa non temono il treno, perché hanno le macchine, le industrie, i riscaldamenti, gli elettrodomestici.

Sono solo egoisti: producono i loro rifiuti e li vogliono smaltire da soli. Non ne tollerano altri di passaggio. Ora alzano lo scontro esercitando il potere di veto: somigliano più ai controllori di volo che ai pellerossa. Non hanno ragione, anche se fanno le vittime. Non c'è stata repressione statale, piuttosto prepotenze di minoranze. A1 massimo sosterrei il diritto di quegli abitanti a un certo numero di chilometri da percorrere sulla futura ferrovia. Viaggino in Europa, con i loro figli. Si guardino intorno. Si mischino con i nuovi pellegrini che, dall'Africa e dall'Est, arrivano a milioni per vivere. con noi. Loro sì, umili, comincino dal basso delle nostre città. Proprio là dove si concentrano i nostri rifiuti. Ma non protestano, non bloccano nulla. Anzi, fanno servizi indispensabili e ci danno spesso una grande lezione.




Come suggerito da alcune persone, se quest'inverno nessuno andrà in val di Susa a sciare e a riempire le loro casse con gli sporchi soldi del consumismo sfrenato e di coloro che vogliono a tutti i costi distruggere la loro bella valle, ma ci si prenderà a cuore il loro problema, liberando per bene la loro valle e lasciandoli soli nei loro vuoti alberghi... secondo voi, dopo quanto riusciremo a farli andare sul lastrico?

Luca
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