Secondo me, al di là della questione mazzette (voglio mantenermi fiducioso e pensare che non ne siano girate affatto), il problema è un altro. Quando arriva la manna di un finanziamento pubblico, che in Italia arriva col contagocce e in modo "inatteso", c'è una corsa a prendere e usare quei soldi indipendentemente dall'utilità dell'opera finanziata.
E' così per la Tav, per le sperimentazioni sui bus a biocarburanti (come sta andando alla Spezia? boh), sui mezzi a idrogeno, per non parlare di casi limite come la Sardegna in cui si rinnova la flotta bus buttando indiscriminatamente dal 370 moribondo di metà anni Ottanta al Van Hool AG300 vecchio di dieci anni appena perché oggi ci sono i soldi, domani chissà...
D'altra parte, l'industria del TPL in Italia è stata distrutta anche da questo... come programmare un'attività industriale se non sai quando avrai i finanziamenti, e per quanti e quali mezzi?
Quante volte sentite "ci dobbiamo muovere altrimenti perdiamo i finanziamenti europei"? E talvolta si finanziano opere che non servirebbero, e qualche ingenuo ripete "ma perché anziché finanziare XXX non finanziamo YYY?".
Ignorando forse che per l'opera XXX (vedi TAV, un nome a caso) i soldi ci sono sempre e comunque, mentre per YYY (vedi TPL, un altro nome a caso) i fondi non sono mai disponibili...
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Chiedo ancora una volta: La Stampa o il Secolo XIX edizione Ponente hanno un indirizzo mail, una rubrica "Lettere al direttore" o qualcosa di simile? Grazie
[Modificato da Settantaquarantuno 22/01/2014 11:19]