Quando un graffito diventa arte. Quando da una semplice bomboletta colorata nascono affreschi metropolitani, talvolta dipinti in fretta, di notte, su muri pubblici ai limiti della legalità.
A Napoli, come nel resto del mondo, la street art racconta storie ridisegnando scenari urbani, dove ogni superficie può essere considerata tela da rimodellare.
Una visita guidata tutta nuova, al via
sabato 7 febbraio alle 14, racconta per la prima volta la città vista proprio attraverso le sue avangiardie di vernici spray e stencil. Si intitolerà "Napoli Paint Stories" (prenotazione obbligatoria al 333 158 9423), e sarà tenuta dalla sua stessa ideatrice, Federica Belmonte, in collaborazione l'associazione "400 ml", presieduta da Gennaro Maria Cedrangolo.
"Napoli è la città della comunicazione in strada per eccellenza - spiega Belmonte, laureata in Conservazione dei Beni culturali con una tesi proprio sulla street art - Anche per questo esercita da sempre una forte attrazione sui writers, sia italiani che stranieri".
A cominciare da uno dei più famosi, l'inglese Banksy, che su via Benedetto Croce realizzò uno stencil ispirato all'estasi di Santa Teresa del Bernini, qui raffigurata con un panino e delle patatine fritte in mano. L'opera, valutata per circa centomila euro, fu impunemente coperta dal lavoro di un writer anonimo nel 2010. Di Banksy (il cui nome reale è ancora segreto), comunque, rimane un'altra testimonianza partenopea: una bellissima Madonna a via Tribunali, disegnata fuori al complesso dei Gerolomini.
C'è tutto un mondo street art da scoprire nel centro storico, così come nel resto di Napoli e altre aree urbane dove, sempre più spesso, le istituzioni locali si rivolgono al lavoro e all'ispirazione dei writers per riqualificare con temi e disegni aree dismesse o periferiche.
Il tour partenopeo prenderà il via da largo San Giovanni Maggiore Pignatelli. Da lì, attraverso via Banchi nuovi, si proseguirà verso piazza del Gesù, piazza Bellini e l'ospedale degli Incurabili.
In rassegna le opere dei napoletani Diego Miedo, Ciop & Kaf, ma anche i celebri Zolta, Alice Pasquini, Arp, i francesi Zilda e C215 (pseudonimo di Christian Guémy). Uno spazio speciale sarà dedicato ad Ernest Pignon-Ernest, antesignano della street art napoletana, che oltre 25 anni fa tappezzò i decumani di "sudari di carta", disegni in poster ispirati alle tele del Caravaggio e di Luca Giordano.