Filobus a gasolio nel centro .... ovvi ripensamenti
Per un mezzo a zero emissioni come il filobus percorrere il centro storico con marcia ausiliaria con motore diesel è un controsenso: gli amministratori comunali sbandieravano basse emissioni ma è proprio sbagliato il concetto.
Riporto l'articolo odierno su "il Corriere del Veneto", cordiali saluti da Flavio Menolotto.
Mobilità Uno studio consiglia altre soluzioni per i tratti dentro le mura
Filobus a gasolio nel cuore della città
La giunta percorre strade alternative
Dopo il rapporto dell’università di Trento e un ordine del giorno, gli assessori cercheranno di individuare formule più ecologiche
VERONA — La giunta comunale di Verona tornerà ad occuparsi domani mattina del futuro filobus cittadino. E lo farà da un punto di vista particolare, quello relativo all’inquinamento del centro storico. Proprio all’atto dell’approvazione del Piano Economico e Finanziario della futura filovia, in consiglio comunale, il gruppo consiliare di An, col suo capogruppo Ciro Maschio, aveva presentato un Ordine del Giorno che invitava «ad adottare per il tratto non elettrificato della cosiddetta filovia ibrida le soluzioni tecnologicamente più avanzate e a minore impatto emissivo, anche alternative alla soluzione «a gasolio », adeguando a tal fine il bando di gara e i provvedimenti necessari dell’iter amministrativo ».
La proposta era stata approvata dall’intero Pdl (An e Forza Italia, a palazzo Barbieri, continuano ad avere due gruppi consiliari separati) e accolta dalla giunta. A rinforzo della richiesta di Maschio, adesso, è arrivata anche una relazione sul tema, preparata dall’università di Trento, che da mesi sta lavorando alla redazione del «Piano dell’Aria» per la nostra città. Approfittando di questa collaborazione, l’assessore comunale all’Ambiente, Federico Sboarina (ex An) ha chiesto ai professori trentini di preparare una relazione particolare proprio sul possibile impatto degli impianti diesel, che dovrebbero fornire l’energia ai motori del filobus all’interno delle mura (al di fuori di esse, come si sa, l’energia propulsiva sarà elettrica, grazie al collegamento coi fili aerei, quelli che i veronesi chiamano familiarmente «le tiracche »). Secondo indiscrezioni attendibili, la relazione sarebbe abbastanza critica sull’adozione di questo sistema, e raccomanderebbe la ricerca di un diverso sistema.
Già mercoledì scorso la questione era stata posta all’attenzione degli assessori, a fine seduta, ma essendoci diversi assenti importanti, Tosi aveva deciso di rinviare tutto alla seduta di mercoledì. Come è noto, Il progetto prevede la realizzazione di due tratte: la prima da San Michele allo stadio (via Zeviani, innesto della linea da Borgo Santa Croce, Porta Vescovo, via XX Settembre, piazza Bra, piazza Simoni, stazione, stadio) con una cadenza media ogni sette minuti. La seconda dal policlinico di Borgo Roma al parcheggio scambiatore di via Ca’ di Cozzi (viale del Lavoro, innesto della linea dal parcheggio della Genovesa, viale Piave, stazione, piazza Simoni, corso Cavour, piazza Vittorio Veneto, ospedale di Borgo Trento, via Ca’ di Cozzi) con cadenza di 10 minuti. In entrambi i percorsi sono previsti passaggi attraverso la città antica, dove l’installazione di fili aerei creerebbe problemi di varia natura, sia tecnica che architettonica. Di qui la scelta di dorate i filobus (per questo definiti «ibridi») di un generatore di energia a gasolio (euro 5, il meno inquinante tra quelli esistenti). E di qui la discussione di domattina, per cercare (se esiste) un sistema meno «velenoso » per l’aria che respiriamo.
Lillo Aldegheri