tecnica incroci tram - filobus
Diciamo che l'installazione era geometricamente studiata per evitare ogni rischio di cortocircuito, innanzitutto grazie all'angolo dell'incrocio, che doveva essere inferiore a 90° e poi al dislivello (che era sui 5 cm) e alla delimitazione con robuste slitte laterali, per cui il pantografo non poteva toccare i fili filoviari e - parimenti - le aste dei filobus, anche se angolate, non urtavano le slitte poste alla distanza "giusta".
Grande vantaggio, nessun sezionamento e nessuna interruzione della continuità dei conduttori, quindi zero rischio di scarrucolamenti.
L'immagine che allego è una versione moderna e leggera del sistema (Napoli), la foto rende poco perché non essendo angolata lascia solo intuire il dislivello dei conduttori.
Il sistema anni '60 di Trieste era visivamente più impattante, quando trovo una foto la posto.