...della serie: quando si vuole si può!
Anche a Firenze, ma l'esempio vale anche per altre città italiane, si sarebbe potuto mantenere il servizio filoviario (oltre, ovviamente, a quello tranviario).
Senza tirare in ballo le produzioni russe, si può agevolmente smontare la bufala per cui, avendo smesso l'industria nazionale di produrre filobus, le reti vennero tagliate.
Nel caso fiorentino si sarebbe potuto operare così:
-1962: all'atto della dismissione dei fiat 656 del 1938 (che comunque sarebbero potuti durare qualche annetto in più), acquisto di un buon numero degli ultimi e affidabilissimi fiat 2411. Con questi e i lancia Pistoiesi del 1957 si sarebbe potuti andare avanti benissimo fino ai primi anni ottanta, quando si sarebbero potuti acquistare i menarini tibb (vedi Parma) e poi, dal 1985, gli efficienti menarini tibb di seconda generazione (vedi sempre Parma)oppure i Socimi (vedi Milano) fino ad arrivare alle odierne produzioni.
La realtà è che il filobus, come il tram, implica una gestione della città meno raffazzonata di come non lo sia oggi: occorre potare regolarmente le frasche, adottare rigidi interventi contro la sosta selvaggia, programmare i cantieri stradali in maniera intelligente (o non programmarli affatto, visto che è noto che molti lavori vengono fatti unicamente per foraggiare le imprese amiche dell'assessore di turno).
E tutto questo dà fastidio.
Stefano
Mal voluto un'è mai troppo