Filobus Fiat Aerfer 2405 e poi sulle linee richieste
Un altro bel pezzo inviato da Andrea Cozzolino:
FIAT 2405 / AERFER VE 811 CGE (gruppo 81÷92)
Nel 1962 l'AERFER realizzava gli ultimi suoi veicoli filoviari a struttura portante: si trattava di sedici vetture che rivestivano gruppi meccanici FIAT 2405 ed erano dotate di apparecchiature CGE comprendenti, oltre l'immancabile avviatore MRA, un motore di trazione del tipo CV 1217 della potenza di 92 kW (125 HP).
Costituivano, quei filobus, l'espletamento di un ordinativo proveniente dalla Sicilia, comune alla SAST di Palermo (quattro unità che saranno numerate 141÷144) e alla SCAT di Catania, destinataria del grosso della fornitura (dodici unità che assumeranno - nel capoluogo etneo - le matricole 81÷92). Ma il servizio filoviario in Sicilia viene gradualmente soppresso tra il 1966 e il 1967
[1]; in particolare, a Catania le filovie vengono dismesse nella primavera del '66 e la SCAT mette in vendita i dodici filobus AERFER, che hanno circolato per soli tre anni. E l'ATACS, "assetata" di veicoli filoviari dopo aver radiato ben ventidue filobus, li acquista
[2], facendo così ritornare in Campania quelle vetture che a pochi chilometri di distanza erano state costruite.
I VE 811 non si differenziavano gran che - all'esterno - dai filobus, anch'essi facenti parte del brevetto AERFER UTVeS-2, realizzati su gruppi meccanici ALFA Romeo mille per l'ATAN di Napoli (gruppi 8001÷8078 e 8301÷8306) e per le Tranvie Provinciali di Napoli (gruppo 11÷36). La più stridente nota di differenza era costituita dal frontale, ove veniva recuperata da vecchi filobus Pistoiesi degli anni '50 la scansione delle luci
[3] in quattro vetri, due curvi laterali e due retti frontali divisi da montanti; ancora, nella parte inferiore, campeggiava - sormontata dal marchio FIAT - la mini-calandra a trapezio rovesciato, nuovo logo dell'AERFER presente in molte serie di autobus napoletani (non ultimi i bipiano) verniciata in verde chiaro ed applicata sulla fascia di frontale dipinta in verde scuro. All'interno, invece, i VE 811 apparivano più 'poveri' rispetto alle vetture napoletane, in quanto privi delle pannellature laterali; inoltre, la verniciatura (piuttosto monotona) era in verde scuro tranne che sul lato anteriore, dipinto in avorio a sottolineare la presenza - a sinistra del conducente - degli armadi contenenti le apparecchiature CGE.
I 2405 sembravano, per le loro caratteristiche (erano - peraltro - privi di servosterzo), quasi naturalmente destinati a servizi prettamente urbani; l'ATACS, invece, li inviò immediatamente sulla Salerno-Pompei e sulle linee a questa collegate, rimessandoli pertanto a Pagani. E sulla filolinea interprovinciale, ad onta dei limiti sopra esposti e grazie anche alla perizia dei conducenti, i VE 811 dimostrarono di poter svolgere un servizio sempre puntuale e oltre modo decoroso, affiancati dapprima alle ultime vetture ALFA 110, poi alle ALFA 140 ex-Trieste, infine alle 2411 ex-Verona, dimostrando sempre robustezza ed affidabilità.
Nel 1978, poi, la vettura 81 (i 2405 mantennero a Salerno la numerazione originaria 'catanese') fu completamente ristrutturata e verniciata nei nuovi 'colori sociali' dell'ATACS (avorio-rosso: il trapezio AERFER in avorio su fondo rosso appariva particolarmente elegante), il che fece sperare in una revisione complessiva della serie che le garantisse un'esistenza più lunga. Ma non fu così, e progressivamente i VE 811 furono accantonati quale a Fuorni quale a Pagani a partire dal 1982 dopo un breve utilizzo urbano sulle linee 2 e 6. Lunghissimi, invece, gli anni in attesa della vendita ai demolitori, avvenuta in vari scaglioni sino al 1993!
----------------------------------------------------------------------
[1] Cfr. G. DI LORENZO, Oltre lo stretto in filobus, Cortona, Calosci Ed., 1991. Sulla cessazione del servizio filoviario a Catania vedi pag. 126.
[2] L'ATACS contattò anche la SAST di Palermo per acquisire gli omologhi filobus della serie 141÷144.
[3] La scansione dei finestrini simile a quella dei VE 811 era stata applicata dalla Pistoiesi su quasi tutta la produzione degli anni '50 con guida a destra: Fiat 668 di Firenze e Pisa, Alfa 910 di Bari, Carrara e La Spezia.
Foto Di Matteo
CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE
Foto Gregoris
CLICCARE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE
Per quanto riguarda le linee, la 2 copriva il percorso Porto-Fratte, mentre la 11 "faceva" Ferrovia-Fratte. Certo che i bifilari arrivavano a Pompei (linea 4), si ipotizzò (non si sa fin quanto realisticamente) addirittura una linea 258 ATAN Torre Del Greco-Pompei che avrebbe collegato le due reti (e visto che ATAN/ANM è tuttora collegata con TPN/CTP si sarebbero avute tre province (Napoli-Caserta-Salerno) e tre amministrazioni collegate, un vero record.
Visto che l'argomento interessa, vi invito a scrivere a CSTP, piazza Matteo Luciani, 84121 Salerno per richiedere una copia del libro "C'era una volta il tram" (Alfani-Bevere-Chiaro-Cozzolino) edito (e non commmercializzato, ma distribuito a richiesta se ancora disponibile) dall'azienda di trasporto campana.