Mercoledì 21 dicembre 2005: è questa la data che sarà ricordata negli annali per aver segnato l’avvio dell’era dell’Alta Velocità in Italia. Dopo molti tentennamenti e almeno tre rinvii, l’Ente Ferrovie ha ufficializzato ieri il giorno del taglio del nastro della linea Tav Roma-Napoli, la prima del nuovo sistema ad essere inaugurata, come due secoli fa toccò a un’altra tratta campana, la Napoli-Portici, introdurre nella penisola la rivoluzione dei binari. Il treno che per primo correrà fra la capitale e Napoli lanciato a oltre trecento all’ora partirà alle 10 dalla stazione Termini: a bordo, con l’amministratore delegato e presidente delle Ferrovie Elio Catania, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi e quello dell’Economia Giulio Tremonti. L’arrivo a Napoli centrale avverrà un’ora e ventisette minuti più tardi: risparmiando dai venti ai trenta minuti rispetto al collegamento tradizionale, ma impiegando ancora mezz’ora in più del tempo che ci vorrà a partire dal 2008, quando con la realizzazione della stazione di Afragola, e soprattutto con il completamento della apposita linea ferroviaria fra Gricignano e Napoli, il servizio andrà a pieno regime. Nessuna certezza ancora sul prezzo del biglietto (che dovrebbe costare circa 3 euro in più rispetto all’Eurostar) nè sugli orari; in una prima fase comunque saranno sicuramente applicate tariffe promozionali e verranno organizzate corse-evento, cui saranno invitati scolaresche, pendolari e turisti. Una partenza lenta, ma non una partenza-bluff: il lungo periodo di rodaggio che si apre da qui ai prossimi due anni servirà per collaudare e imparare a usare al massimo delle possibilità una struttura complessa e realmente innovativa. «A una condizione, però: che l’intera linea ad alta velocità, man mano che sarà realizzata in tutta Italia, venga concretamente inserita nel contesto dei collegamenti ferroviari della penisola, che andranno ovviamente migliorati e potenziati». Altrimenti, è il giudizio di Cascetta - che in questi anni ha seguito da vicino la realizzazione della Napoli-Roma, e che ieri ha partecipato con Bassolino alla riunione sulla Tav convocata da Prodi - si correrà il rischio di vedere realizzata l’ennesima, enorme e costosissima cattedrale nel deserto. «Lo abbiamo spiegato con grande chiarezza a Prodi», afferma Cascetta: «Per la realizzazione dei progetti Tav in Italia sono in ballo 50 milioni di euro, diecimila miliardi delle vecchie lire, il più grande investimento infrastrutturale mai realizzato dopo quello per le autostrade degli anni 60. Per rendere produttivo al cento per cento un investimento simile, è vitale che, contemporaneamente, si pensi a treni più moderni e veloci anche oltre le linee Tav; che si integri ovunque la Tav con le metropolitane regionali; che la Tav diventi la spina dorsale del trasporto delle merci». Tre scommesse che la Campania ha già vinto, ha assicurato anche il governatore Bassolino uscendo dall’incontro con Prodi, attraverso gli investimenti messi in campo dalla Regione in questi anni. Quando sarà realizzata, la stazione di Afragola diventerà snodo dei collegamenti ferroviari dell’intera regione; la terza stazione Tav a monte del Vesuvio favorirà i collegamenti veloci da e per il Sud. Lo stesso «baffo» di Gricignano, che consente oggi la penetrazione della linea Tav fin quasi alle porte di Napoli, è stato realizzato in base a un accordo di programma e cospicui finanziamenti regionali; «viceversa - rivendica Cascetta - questa inaugurazione sarebbe ancora slittata nel tempo».
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