Filovia di Carrara - ricordi e date
Cari amici,
parlare dei filobus di Carrara suscita in me nostalgia ed amarezza.
La mia lunga frequentazione di questa bella rete cominciò negli anni’50; come molte altre famiglie fiorentine, anche la mia usava passare le vacanze estive in Versilia, normalmente per l'intero mese d'agosto. Ricordo numerose gite pomeridiane sulle Apuane, a Lerici e a Portovenere, per me rese più interessanti dai filobus, allora nuovi fiammant, che potevo ammirare a Carrara e alla Spezia,.
La rete filoviaria di Carrara era stata aperta nel 1955,in sostituzione di una precedente tranvia, ed è rimasta in servizo fino al 1985: appena trent’anni.
E’ stata l’ultima filovia della Toscana ad essere chiusa, dopo le reti di Pisa, Firenze e Livorno (una prima esperienza filoviaria “arcaica”si era in realtà già avuta negli anni ’10 a Siena, con limitato successo).
Nella primavera del 1983 ebbi occasione di visitare il deposito del CAT (Consorzio Apuano Trasporti), accompagnato da capofficina che mi parlo a lungo del lavoro di manutenzione degli impianti, bisognosi di frequenti lubrificazioni lungo la tratta costiera a causa della salsedine marina, e mi assicurò che il servizio filoviario, temporaneamente sospeso, sarebbe ripreso di lì a poco, non appena arrivati i veicoli allora in ricostruzione.
Così avvenne, infatti, e nel gennaio del 1984 mi recai di nuovo a Carrara, ove ebbi occasione di scattare alcune foto (compresa quella con l’A112 in posizione inopportuna) che, al di là della loro qualità, conservo come ultima testimonianza dell’era filoviaria carrarese. Quando lo vidi in funzione per l’ultima volta, il sistema di Carrara sembrava godere in realtà di ottima salute: rete e veicoli apparivano in ottimo stato ed il servizio nelle ore diurne era regolare ed effettuato esclusivamente da filobus.
L’anno successivo, senza alcun sintomo premonitore, la filovia venne improvvisamente chiusa. Non so dire quale ne sia stata la ragione, ma penso di avvicinarmi al vero se dico che anche in questo caso hanno prevalso incompetenza, pressappochismo e tendena allo spreco di denaro pubblico da parte degli amministratori locali. Ragioni puramente tecniche, per quanto ne so, non ce n’erano, ed anzi la ricostruzione di parte del materiale rotabile doveva preludere ad un rilancio del filobus in grande stile. In ogni modo, la rete non venne subito smantellata ed ancora all’inizio degli anni ’90 si parlava non solo di una prossima ripresa del servizio filoviario, ma anche della sua estensione: da Marinella la filovia doveva proseguire in territorio ligure fino a congiungersi a quella di La Spezia, a sua volta riaperta nel 1988, dopo una lunga sospensione. Così non è stato, purtroppo, ed ormai del bifilare non rimane che il ricordo.
Un ringraziamento speciale a Stefano ed un caro saluto a tutti da
Paolo