Il commento di Augusto è, come da consuetudine, inconfutabile e totalmente esente da critiche e, in quanto tale, ne condivido in pieno ed in toto il contenuto. Fa un pò riflettere, inoltre, quello di Antonio: mi riferisco alla "rabbia" da lui citata che, per quanto sia condivisibile, visto l'andazzo che esiste da un'eternità qui a Napoli, fa comunque capire quanto sia difficile, se non impossibile, lasciare una città come la nostra senza troppi rimpianti. I sentimenti campanilistici che, in fondo, chi più chi meno, pervadono ognuno di noi in ogni angolo della terra, fanno sempre sì che la propria terra sia per ogni singolo individuo la più bella del mondo. E proprio per questo che non è possibile tradire le proprie origini, i propri ricordi, la propria storia: e per quanto lusinghiera, redditizia e ricca di soddisfazioni sia la professione svolta da Antonio, fortunatamente è anche il suo caso. D'altra parte, cosa dovrei dire io che, da quando mi sono sposato, sono finito in uno dei vari "Bronx" di Napoli e già mi sto ponendo il problema di dove mandare fra qualche anno a scuola mio figlio e l'altro che arriverà a febbraio (a proposito, è un altro maschio!)? Purtroppo non ci sono ancora stato, ma in ogni modo Antonio può ben dire di vivere in un paese come l'Australia che, seppure sia agli antipodi, in quanto al vivere civile e quant'altro non ci vede neppure! E comunque nemmeno questo riesce, per quanto sia importante, a far dimenticare il proprio passato. A titolo di esempio, chiunque mi legge, napoletano o non, ricordi bene: non è affatto una frase fatta che chi impara a guidare a Napoli la sa guidare sapientemente dovunque: è pura realtà, e questo vale per tutto il resto...