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Pochi, anche fra i torinesi non ultraottantenni, sanno che a Torino, oltre alla cremagliera di Superga (la "dentera", come affettuosamente viene chiamata),tuttora esistente, è esistita in passato anche una funicolare, che collegava le rive del Po con il più celebre belvedere della città: lo spiazzo del Monte dei Cappuccini, l'equivalente torinese del fiorentino Piazzale Michelangelo o della romana terrazza del Pincio, con la spettacolare vista della città e lo sfondo della catena alpina (peraltro questa visibile solo con cielo sereno e aria tersa) e l'unico Museo della Montagna italiano.
L'impianto, costruito nel 1885, era a tracciato rettilineo, con una pendenza del 20% e una lunghezza di 120 metri. Data la brevità del percorso, era a due binari affiancati, con due piccole vetture percorrenti alternativamente i binari. Il moto della fune era assicurato inizialmente da un motore a scoppio (alimentato a gas), in seguito sostituito da un motore elettrico.
La frequentazione fu sempre notevolissima, specie in occasione delle varie esposizioni tenutesi nel capoluogo subalpino a cavallo tra 800 e 900 (1888, 1898, 1902 e quella importantissima "del cinquantenario" nel 1911).
Negli anni 30, l'impianto cominciò ad accusare gli anni, subendo frequenti chiusure; sarebbe stato necessario un ammodernamento che il proprietario, privato, non poteva o voleva attuare.
L'ultimo conflitto mondiale segnò la fine della linea: sospeso il servizio già nel 1940 per le restrizioni energetiche legate all'entrata in guerra, alla fine della guerra la funicolare si presentava pressochè distrutta: scomparse rotaie, funi e tutto quanto poteva avere un valore commerciale, incendiata e distrutta la stazione inferiore, un grazioso chalet in legno, vandalizzata quella superiore.
Il clima di emergenza economica vissuto dal Paese e dalla città nell'immediato dopoguerra impose la chiusura, con rinuncia alla ricostruzione, di un'opera ritenuta non indispensabile. La sede dei binari venne rimboschita, risistemata come giardino l'area della stazione inferiore. Nel 1960, una ristrutturazione di parte del piazzale, con la posa di una statua della Madonna di Lourdes, portò alla demolizione anche della stazione superiore, ultimo relitto dell'opera.
Negli ultimi anni, peraltro, varie voci si sono levate a favore della costruzione o ricostruzione di un mezzo di risalita verso il Monte, dall'accesso automobilistico poco agevole e non servito attualmente da mezzi pubblici (il bus più vicino passa a 200 metri di distanza, più in basso). Più che ad una nuova funicolare, si pensava ad un ascensore, per motivi ambientali scavato nella collina; ma i costi e le difficoltà relative hanno fatto rinviare indefinitamente il progetto. Non realizzato per le Olimpiadi invernali del 2006, nè per il 150mo dell'Unità d'Italia, ha poche probabilità ormai di vedere la luce.