00 19/12/2016 15:57
A Lividini replico garbatamente che qui si sta discutendo dei lavori pessimi fatti a Pescara, non di sistemi di trasporto in genere che includono, opportunamente, anche i sistemi filoviari. A proposito dei quali, occorrerebbe sostenere che una filovia è tale se tutto il percorso da servire è garantito dal filo aereo. A Pescara, viceversa, come a Verona del resto, si vorrebbe optare stoltamente per il sistema bimodale cosiddetto "elettrico - elettrico", vale a dire pochi km elettrificati (guarda caso proprio quelli di un viale densamente alberato, quindi incompatibile con i pali e fili elettrici, a motivo della periodica sfrondatura massiva dei rami della vegetazione a dimora, che interferiscono pericolosamente con i fili elettrici), per proseguire poi a batteria nelle zone centrali di pregio della città, e riprendere con l'elettrificazione aerea nei quartieri della periferia. Una scelta siffatta è suscettibile di una duplice riflessione conseguente:
1) i pali e i fili sono considerati in tutta evidenza elementi a nocumento del paesaggio, al punto da creare disturbo alla vista e al decoro abitativo dei residenti privilegiati delle aree centrali: altrimenti, non si capirebbe la scelta di evitarli colà come la peste. Quindi, i residenti della strada parco di Pescara, ad esempio, sarebbero residenti di serie B giacché abituati da lunghi decenni a convivere con i disagi ambientali procurati dalla vecchia Ferrovia Adriatica, costruita nel 1863, dismessa ai primi di gennaio 1988. E l'assunto, non va bene per niente!;
2) i sistemi bimodali della specie, caratterizzati dai ripetuti passaggi dall'alimentazione elettrica aerea a quella a batteria, sono falliti dappertutto. Il caso più recente è dato dal sistema TPL di Roma, dove sessanta filobus sono stati cannibalizzati in pochi anni proprio a causa delle condizioni stressanti cui sono stati sottoposti gli accumulatori di bordo. Con i rilevanti danni patrimoniali conseguenti. Senza considerare, da ultimo, il necessario intervento manuale dell'autista col bastone d'indirizzamento per l'aggancio delle bretelle al bifilare, in caso di malfunzionamento non infrequente dell'apposito automatismo.
Morale: se si ama il filobus, bisogna avere il coraggio di elettrificare l'intero percorso da servire. Altrimenti, meglio optare per veicoli full electric a batteria di ultima generazione, in linea con l'orientamento prevalente che si va affermando nelle città più evolute, come Londra, Torino e tante altre ancora. Capito? [SM=x346240]