... cosa sia la servitù di servizio. Ed è appunto per questo che ho preso ad esempio i bifilari lasciati a Bologna fuori esercizio ma perfettamente mantenuti. Il paragone era proprio questo: da un lato impeccabili, dall'altro in grave stato di abbandono. La differenza è tutta qui ed è anche riconducibile all'incidente di Ancona che avrebbe potuto anche avere esiti diversi se lo scambio, invece di cadere su un autobus, fosse caduto su un passante o una bicicletta...
Concordo perfettamente con Francesco. In nome del consumismo si fece un regalo immenso ad un tipo di imprenditoria tutta tesa a arricchire sé stessa piuttosto che salvaguardare l'ambiente o incentivare il trasporto sensibile. Il motto era: tutti in macchina e lo dimostra il fatto che in nome di questo furono compiuti scempi che solo per quell'epoca lontana dalla comunicazione passarono inosservati. Lo dimostrano le tantissime soppressioni di reti tramviarie interamente ricostruite, di parchi interamente rinnovati che avrebbero potuto, e dovuto, arrivare benissimo ai giorni nostri. E ad esempio di questo si prende sempre ad esempio la Ferrovia delle Dolomiti interamente rammodernata negli impianti fissi e nel materiale rotabile coi soldi delle Olimpiadi di Cortina 1956. Si dovevano però comprare degli autobus e la mannaia fu spietatissima: a nulla valsero le proteste dei residenti e dei comitati che nacquero spontanei. Ovviamente, manco a dirlo, quegli indegni scassoni che furono acquistati al posto dei treni ( tuttora esistenti fermati solo da poco tempo a Trento a 54 anni di distanza ) si impantanarono desolatamente nel primo inverno tra ritardi biblici, difficoltà in salita, catene e via discorrendo. E da qui in giù analogamente in centinaia di città sparse dal Piemonte alla Sicilia.
Non è assolutamente vero che il materiale era vecchio e non rinnovabile: questi erano gli ordini e stop. Ho parlato io personalmente col capo tecnico di una rete filoviaria italiana che ebbe l'ordine di non fare più alcuna modifica ai propri filobus. Su due esemplari ai quali mise mano, in economia e con poca spesa, le modifiche si adattarono perfettamente alle specifiche correnti ridando nuova vita a quelle macchine ancora valide ma dovette sospendere tutto per acquistare dei bus che nemmeno lontanamente erano riconducibili ai filobus: rumore, smog, polveri, puzzo di gasolio... un disastro. E a dare man forte a questo concetto le rimostranze, condivisibilissime, dei conducenti che alla docile manovrabilità, silenziosità e pulizia dei tram e dei filobus si ritrovarono a guidare degli spaventosi camion durissimi nei volanti e nei cambi. Gli indici di rottura finirono alle stelle: a tram che non si erano mai fermati una volta in 40 anni, succedettero dei camion che si fermavano in mezzo alla strada una volta alla settimana...
E lo vediamo ai giorni nostri: vendere, vendere, vendere. Lo sanno tutti che tra un diesel euro 1 ed euro 5 la differenza è minima: ma se non sei in regola con quelle cifre in determinati periodi dell'anno lasci la macchina a casa due volte alla settimana se non addirittura (euro 1 e 2) tutti i giorni fino alle 19:00
Perchè il gasolio da autotrazione è defiscalizzato e l'energia elettrica, sempre per autotrazione, no? Perchè mai nessun governo, di destra o sinistra che fosse, non è mai intervenuto in tal senso? Si incentiva ad inquinare con aiuti economici penalizzando chi invece si rivolge alla elettricità.
Bologna, in tal senso, si sta avviando ad una flotta di centinaia e centinaia di veicoli ecologici all' 80% dell'intero parco, e costituiti da mezzi presto tutti a pianale ribassato o super ribassato. Ma è molto dura e bisogna crederci...
La bellissima curva a 90°gradi fra via Riva Reno e Via Marconi a Bologna. E' in perfettissima forma e sembra che un filobus debba passare da un momento all'altro... cosa avvenuta per l'ultima volta 28 anni fa.