Proprio come s'era detto nei giorni scorsi, le rotaie di Via Marconi sono puntualmente riemerse dal passato:
Ecco come appare oggi Via Marconi durante i lavori di sbancamento necessari alla nuova filovia Civis: di asfaltatura in asfaltatura i binari e la pavimentazione in porfido di un tempo erano sprofondati sotto vari strati di catrame. Eccoli per qualche giorno ancora in mostra ai tanti frettolosi passanti di cui però in pochi ne conoscono la storia.
I binari, un tempo asse portante dei trasporti nella nostra città, vengono strappati e spaccati dalle ruspe a pezzi di 4\5 metri l'uno e accatastati su un lato della strada. Anche io, come il professor Eugenio Riccomini, non nascondo un velo di malinconia a questa vista: ricordo benissimo le allora lucide rotaie di Via Marconi sulle quali ho anche viaggiato più volte per andare dalla nonna in tram. L'ultima volta che vennero usate fu Domenica mattina 3 Novembre 1963 per fare rientrare, da S.Ruffillo sul 13, la vettura a carrelli 218 (tutt'ora esistente) al Deposito Zucca.
Nel medesimo punto di queste fotografie, più di 50 anni fa il grande fotografo bolognese Walter Breveglieri fotografò una via Marconi da poco uscita dalla guerra e quasi irriconoscibile. Una squadra di operai dell'allora Atm, armati di fiamme ossidriche e compressore per i primi martelli pneumatici, è intenta a sostituire un breve tratto di binario. Tra la mia prima fotografia e quella del grande Maestro è invece riconoscibile sullo sfondo il palazzo, allora appena eretto, con le volte a zig-zag del portico.
Una pratica assai diffusa un tempo a Bologna: le rotaie più vecchie e già rimosse venivano tagliate in piccole porzioni e fissate alla rovescio sotto le nuove rotaie come base d'appoggio sul letto sottostante, ad unire il binario qui in via Marconi come spesso in altre strade venivano quindi fissate delle traversine metalliche. Difatti lungo tutta la strada nessuna traccia per ora di traversine in legno. La porzione di rotaia nella foto, alla quale come ammortizzatore per il binario sovrastante si intravede una sottile asse di legno, è estremamente logora come dimostra la consunzione del fungo lungo l'asse di scorrimento delle ruote tramviarie: con tutta probabilità è una rotaia degli anni '20 e che una volta rimossa venne riutilizzata appunto come base di appoggio per i nuovi impianti. Insomma, non si buttava via mai nulla...
All'altezza del Cinema Jolly sbuca dall'altro lato della strada una rotaia che non potrà essere rimossa subito: bisognerà attendere l'apertura dell'altro lato della strada. E' una vecchia bretella, ossia un doppio scambio invertito rispetto al senso di marcia, che permetteva ai tram dopo avere girato il trolley l'inversione di marcia.
Ed ecco Via Marconi nel 1959 con un filobus snodato Viberti sul 41 in primissimo piano che sta impegnando l'anello dinanzi al Palazzo del Gas per raggiungere Borgo Panigale lungo una via S.Felice incredibilmente a doppio di senso di marcia. Si vedono assai bene quegli stessi binari oggi rimossi e anche la nostra bretella: è quella poco dopo la banchina tramviaria in parte coperta dalla Fiat 600 e nel pieno del sole che giunge da via Majani.
Più avanti su via Marconi, qui rispondo ad Aldoni, rivedremo le banchine per le fermate dei Civis che in effetti seppur moderne e con la tettoia saranno come quelle di un tempo in mezzo alla strada.