"Interprovinciale" Pisa - Tirrenia - Livorno; chi la ricorda?

Volevo ricordare qui una linea che da ragazzino ebbi modo di percorrere un paio di volte; la cosiddetta "interprovinciale" che univa Pisa a Livorno passando per Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone.
Era una linea che si può definire "ferrotranviaria", in quanto i percorsi cittadini a Pisa e Livorno sfruttavano le strade cittadine, sia pure in sede propria, mentre il resto della tratta era in sede propria.
Il capolinea pisano era situato non lontano dalla stazione ferroviaria centrale, nei pressi delle mura, ed è ora utilizzato come terminal delle autolinee che hanno sostituito il trenino. Da qui la linea, passando per S. Pietro a Grado, raggiungeva la costa, o meglio la pineta costiera, ove iniziava il tratto più suggestivo; attraversando la pineta, si passava per Marina di Pisa e Tirrenia, con le loro splendide spiagge, poi Calambrone con le colonie climatiche marine, infine si raggiungeva Livorno.
Come detto, il percorso in pineta era altamente suggestivo: il trenino color rosso crema che passava in mezzo e sotto i secolari pini a ombrello creava un'atmosfera fantastica, fiabesca! Ogni tanto, in mezzo ai pini spuntava una stazione o una fermata: Marina di Pisa, Tirrenia, Asili, Calambrone centro quelle che ricordo.
La linea era frequentatissima in estate, per i centri balneari e le spiagge servite; ciò non servì ad evitarne la chiusura nel 1960, un episodio che mi rattristò non poco!
Qualcuno, specie della zona, pisano o livornese (ahi, la rivalità tra le due città!) ha ancora, come me, ricordi personali del trenino della costa?

Ho scritto qualcosa a proposito di questa linea nel 3d Ferrovie tramviarie di questo forum.

Qualche tempo fa è sorto un Comitato per la salvaguardia e il ripristino della ferrovia del litorale pisano, che ha anche un sito all'indirizzo www punto trammino punto it, e che ha partecipato alla Terza Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, svoltasi lo scorso 7 marzo.

Internet è piena di contributi relativi a questa mitica ferrovia, di cui mi hanno sempre affascinato le bellissime stazioni - ancor'oggi visibili nella loro "livrea" ferroviaria - e la presenza odierna di rotaie e palificazione, soprattutto nella pineta tra Marina di Pisa e Calambrone.

Quest'anno ricorre (ahimé) il cinquantenario della chiusura della linea, potrebbe essere l'occasione per organizzare un evento - come è stato fatto a Volterra un'anno e mezzo fa.

Mi fa un po' sorridere l'appellativo di "trammino", diminutivo probabilmente affettuoso, con cui il mezzo era conosciuto in loco. In effetti, come "dimensioni", più che trammino era...un trammone!
A proposito di diminutivi ferrotranviari, mi viene in mente un aneddoto che mi piace riportare. Quando venne inaugurata la ferrovia Vigezzina, o Val Vigezzo - Centovalli (tuttora esistente, a scartamento ridotto, collega l'Ossola con la sponda svizzera del lago Maggiore, tra Domodossola e Locarno), in occasione del discorso inaugurale tenutosi a Domodossola, il sindaco della cittadina piemontese disse che il "trenino", come lo definì, sarebbe stato un importante fattore di sviluppo economico per il territorio a cavallo del confine. A quel punto il progettista della linea, uno svizzero di nome Giacomo, visibilmente seccato, sbottò esclamando: "Se vuole, può anche chiamarmi Giacomino, ma non le permetto di definire "trenino" la mia opera!"

Trammino è il nome dato dai pisani perchè a fine Ottocento prima della ferrovia c'era un tram a vapore tra Pisa e Tirrenia, in sede promiscua lungo la strada statale. Solo negli anni Trenta fu inaugurata la ferrovia, che nell'occasione fu prolungata fino a Livorno, dove il convoglio veniva chiamato trenino. Invece i pisani continuarono a chiamarlo trammino.

Ciao,
oggi 6 marzo 2011 si è svolta una giornata dedita alle ferrovie dimenticate in tutta italia e stamani a Pisa, un gruppo di persone
hanno passato la mattinata a ripercorrere quello che era il percorso del trammino (chiamato così dai pisani) o del trenino rosso
(chiamato così dai livornesi). Gentili persone dello 'Stile Pisano' hanno spiegato un po' d storia dell'architettura della linea e quello che potrebbe essere il futuro di essa.
Per trambusfi: la vaporiera antecedente all'elettrificazione della linea, arrivava fino a Marina di Pisa.

I miei nonni mi raccontavano di aver viaggiato su quella ferrovia più volte per andare al mare.
Da piccolo quando andavo con loro per passare una girnata al mare, dopo essere arrivato in treno alla stazione di Pisa ed aver preso il bus al vecchio capolinea del "trammino", mi piaceva seguire dal finestrino del bus le tracce della vecchia ferrovia che per un lungo tratto correva a qualche decina di metri dalla strada. Gruppi di pali, qualche filare di alberi e cespugli... fino ad arrivare a Tirrenia dove la stazione era ancora li riconoscibilissima, anche se trasformata in bar.
Ancora oggi quella striscia di Tirrenia è piena di pali in cemento ed altre tracce della vecchia ferrovia.

Mi piace ricordare che io sul materiale di quella ferrovia c'ho viaggiato... a Napoli! Ecco nella foto Rohrer l'Ep202 (+ Rp202) sulla Circumflegrea entrare nella stazione di Pianura, nel 1972. La Sepsa acquisì quei treni alla chiusura della ferrovia, nel 1960. Altro materiale fu ceduto alla MUA di Perugia.

E quest'altra dello stesso autore (e dello stesso treno) a Soccavo, diretto a Montesanto.

Augusto, che fine ha fatto questo materiale rotabile? Qualcosa è sopravvissuto, anche solo in forma di "pezzo da museo"?
P.S. Naturalmente grazie molte per aver postato le foto!

...amarcord

Fa piacere che quei mezzi abbiano continuato a circolare per ancora molti anni. Sarebbe ancora più bello se qualcosa si fosse salvato fino ad adesso.

Uno di questi treni fa quasi certamente ancora regolare servizio sulla ferrovia Benevento-Napoli, benchè ricostruito e riqualificato. Il resto credo sia stato demolito alla fine degli anni '80, ma chiedo conforto ad altri amici napoletani...

io non capisco come abbiano fatto a cancellare questa linea
non stiamo parlando della dittaino-leonforte o della atena-marsico, ma di una vera RER che attraversava una zona di cui in quegli anni di boom era molto facile prevedere un notevole sviluppo edilizio.
praticamente è come se avessero cancellato la roma-lido, fatte le debite proporzioni

trammue, la risposta è molto semplice:specie a Livorno la linea aveva un lungo tratto simil tranviario che immagino desse molto fastidio a comune ed automobilisti.
Se non erro la società esercente aveva anche elaborato un progetto di potenziamento della ferrovia, ma il ministero ne impose dall'altro la chiusura

Ciao,
anche io sono dietro per sapere la fine certa di quei rotabili.Io 15 anni fa li vidi ricoverati su un tronchino alla stazione di Arpaia (Ex linea Benevento Cancello) ed erano, a sentire il capostazione,pronti per la fiamma ossidrica.
Solo la composizione Ep202+Rp022, non era fra loro ma si trovava sempre in un binario morto presso la stazione di S.Maria a Vico ed era dotata a differenza delle altre elettromotrici,di nuovo equipaggiamento elettronico progettato e costruito dalla ditta
EAA di Genova che ne ha effettuato il montaggio sul tetto del quale equipaggiamento erano ben visibili i resistori di frenatura: li vidi belli luccicanti. Praticamente tutto il materiale rotabile, eccetto l'AE203 che fu acquistata dall'allora MUA e la Bz401 che fu radiata cause belliche i cui ..resti sono ancora visibili in una zona recintata pesso le vicinanze di Pisa, sono andati a Napoli. La locomotiva LEDz 201 è stata trasformata in carro-officina ed è tutt'ora funzionante;
mentre l'ANz601 dopo essere stata trasferita alla Sepsa di Napoli, nell'aprile del 1971 giaceve al deposito di Fuorigrotta come relitto.
Qualche foto, con calma, piano piano, appena ho un po' di tempo cerco di trovarle. Augusto, spargi la voce che se qualcuno haqualche notizia, ce la comunichi. Non so se è vero ma sembra che ci siano rotabili a Benevento Appia......

E dovrebbero essere quelli a cui ho fatto accenno. Di sicuro un paio d'anni fa ne ho visto uno in servizio a Napoli Centrale.

Ciao,
il frontale della composizione qui di seguito è quasi uguale al frontale delle Stanga di Padova, si differenziano che queste ultime hanno due fari bianchi e due fari più piccoli situati sulla rifinitura sotto i vetri ...di guida mentre le ex acit, no.Ecco una foto non mia di un convoglio ex Acit che sembra essere il 202 ma ho forti dubbi perche' il frontale nel 1998 non lo ha stondato negli angoli terminali anteriori ma bensì angolo retto a meno che dopo questa data, abbia subito ulteriori trasformazioni del frontale, ma non credo; quindi può essere solo 201 o 203.

Ciao,
ecco la foto della composizione 202 nell'anno 1998 a Santa Maria a Vico.

Bravo Birillo. E che peccato per quell'orrendo muso posticcio...

Ciao,
Forse è stato ritrasformato.